Ligabue e la 'cultura' dello scarto. La risposta nell'enciclica di Francesco

E’ una mostra che ha molti motivi per essere collegata alla recente enciclica di papa Francesco, “Fratelli tutti”. Stiamo parlando della bella esposizione in corso a Ferrara, Palazzo dei Diamanti, che vede protagonista Ligabue. Oltre cento sue opere, in gran parte dipinti ma anche 10 splendide sculture e alcuni disegni, rendono omaggio a questo artista così particolare, tanto amato dal popolo quanto a lungo ignorato dalla critica.

Ligabue rappresenta perfettamente “lo scarto”, colui che non rientra nei canoni “normali”, accettati, della società; è colui che ragiona a modo suo, che non si allinea alla morale corrente, magari “dà fuori di testa”. E’ un povero, anzi un “povero in spirito”. Ma è anche colui che, grazie all’arte, riesce ad esprimersi e a colloquiare con le persone; non sempre sa spiegarsi a parole ma ha un altro grande dono, sa utilizzare con maestria i colori vivaci della sua tavolozza per rappresentare cose e animali, persone e anche sé stesso. Dipinge una realtà, la sua, che è quella dei semplici; è una realtà solare, netta, spesso positiva e talvolta popolata da protagonisti (soprattutto gli animali feroci) che abitano stabilmente e felicemente nella sua mente libera.

Ligabue vive lunghi anni di emarginazione, trattato come un “rifiuto”, “un peso”, uno “scarto”, evocando così la risposta di papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti”: «Finché il nostro sistema economico-sociale produrrà ancora una vittima e ci sarà una sola persona scartata, non ci potrà essere la festa della fraternità universale»

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L’immagine dello “scartato” rievoca poi il grande e incompiuto pittore della stessa epoca di Ligabue: un altro padano, un altro emiliano, morto di spagnola nel 1918 ad appena trentun anni. E’ il centese Aroldo Bonzagni che, in uno dei suoi quadri più famosi, celebrò “i rifiuti della società”, all’alba di un’epoca molto orientata – e con successo – a moltiplicare il Pil ma non a distribuirlo con altrettanto vigore.

In realtà lo “scartato Ligabue” è tale fin da giovanissimo perché, pur nato in Svizzera, è visto con sospetto e insofferenza dalle autorità cantonali in quanto figlio di emigrata italiana senza marito. La condizione familiare condizionerà pesantemente la sua esistenza, lo porterà due volte in ospedale psichiatrico e verrà poi... espulso dal suo paese perché semplicemente “non funzionale”, “inutile”. Quanta differenza con la visione cristiana.

Dice papa Francesco nell’Enciclica: “Esiste la gratuità. È la capacità di fare alcune cose per il solo fatto che di per sé sono buone, senza sperare di ricavarne alcun risultato, senza aspettarsi immediatamente qualcosa in cambio. Ciò permette di accogliere lo straniero, anche se al momento non porta un beneficio tangibile. Eppure ci sono Paesi che pretendono di accogliere solo gli scienziati e gli investitori”. L’Italia si tiene ben stretto “lo scartato” Ligabue.

Ultima modifica: Sab 14 Nov 2020