INFORMAZIONE: I TG? ANSIOGENI E DEPRESSIVI. CONTRO LA RAFFICA DI CATTIVE NOTIZIE GLI ITALIANI SI RILASSANO DAVANTI ALLA TV CON PUBBLICITA’. SOPRATTUTTO QUELLA DI LUCA E PAOLO PER FIAT

caroselloI telegiornali? Sono i programmi televisivi più "depressivi", pieni come sono, ogni giorno, di cattive notizie. Così, gli italiani si tirano su il morale con la pubblicità, e in particolare con gli spot con protagonisti Luca e Paolo.È quanto emerge da un'indagine condotta dall'agenzia formativa Polo Psicodinamiche di Prato su un campione di 430 italiani tele-dipendenti, di età compresa tra i 22 e i 74 anni. Il 31% degli intervistati ritiene che la raffica di news negative nei tg sia causa di stress tra i fruitori del piccolo schermo; non sono da meno (secondo il 24%) le zuffe e gli eccessi di violenza, fisica e verbale, tra i protagonisti di reality show come "Grande Fratello" e "L'Isola dei Famosi", seguiti dai toni sempre più urlati e aggressivi dei programmi di infotainment (16%) che suscitano inquietudine e apprensione; altrettanto "ansiogene" sono le liti e le risse tra i protagonisti dei contenitori sportivi (11%), e c'è anche un 5% che critica le fiction, incentrate il più delle volte su storie tristi, reali o inventate che siano. A far sì, invece, che alcuni spot siano particolarmente graditi, tanto da essere considerati degli ottimi antistress contro l'indigestione da cattive notizie, per il 29% degli intervistati è il fatto che i protagonisti siano dei comici, in grado di strappare una risata a ogni visione. Hanno un peso determinante anche una musica di sottofondo "particolarmente positiva e rilassante" (22%), la comunicazione dimessaggi ottimistici (16%), l'utilizzo di immagini rassicuranti (14%) e pure un claim particolarmente accattivante e facile da ricordare (12%), di quelli candidati a trasformarsi in veri "tormentoni". Nella top five degli spot giudicati più rassicuranti dai telespettatori, al primo posto (33% degliintervistati) i divertenti sketch di Luca e Paolo scelti da Fiat per la nuova pubblicità della gamma GPL, in un momento in cui il prezzo della benzina aumenta costantemente; segue, per il 26%, lo spot "Lasciatemi sognare!" del SuperEnalotto di Sisal che punta sull'italianità e su un brano musicale noto a tutti, rivisitato ironicamente in chiave onirica; al terzo posto la serie di filmati "storici" Tim, specie il capitolo dedicato a Garibaldi (22%) con protagonista sempre Neri Marcorè; il 12%, invece, simpatizza particolarmente per la pubblicità di Ing Direct dedicata al "Conto Arancio Zero Spese", con un manifesto pubblicitario che in realtà è un uomo in carne e ossa ("La nostra miglior pubblicità sono i nostri clienti"), che strappa il sorriso nonostante si parli di temi "seri"; infine, il 5% delle preferenze va allo spot del profumo "The One" di Dolce & Gabbana che, con la seducente protagonista Scarlett Johansson e la colonna sonora della Dolce Vita di Fellini, è un vero e proprio inno alla bellezza. Ma come rimediare all'imbarbarimento e alla deriva pessimistica della tv? Il 19% auspica che nei palinsesti vengano ripristinati rubriche e spazi "genuini", garbati e rilassanti, come l'Almanacco del Giorno Dopo o Carosello, passando per l'iconico "intervallo" della Rai; il 17% vorrebbe invece provvedimenti disciplinari e sanzioni salate che contrastino l'abuso del turpiloquio e del sensazionalismo macabro in tv, mentre il 13% aumenterebbe gli spazi dedicati alla cultura classica in tutte le sue espressioni (arte, musica, letteratura), per "addolcire" ed esorcizzare le brutture del presente (ma c'è da dire che una rete dedicata alla cultura, come Rai 5, resta confinata in ascolti da "ultranicchia"...); l'11% vorrebbe che si facesse più informazione sociale, per documentare quanto di buono viene fatto quotidianamente in realtà locali troppo spesso trascurate. Ma il dato più sorprendente è che addirittura il 37% degli interpellati vorrebbe inserire spot pubblicitari positivi e rassicuranti all'interno di talk-show e tg, affinché interrompano la sequenza di fatti negativi e risollevino l'umore. "Questo può essere un buon palliativo, ma sarebbe certamente auspicabile - commenta Ezio Benelli, psicologo e psicoterapeuta, direttore del Polo Psicodinamiche - che i media diano conto delle tante buone notizie, che di fatto ci sono, al pari di quelle negative. Il problema nasce dall'esigenza dei mezzi di comunicazione di essere particolarmente incisivi ed è fuori discussione che le cattive notizie colpiscano e spaventino di più, lasciando però nei telespettatori un senso di ansia e un'aggressività negativa". (ANSA)
Ultima modifica: Lun 10 Dic 2012