GIORNALISTI:SIDDI, CANCELLARE CARCERE PER DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA. MINISTRO SEVERINO: SOSTEGNO GOVERNO A DDL

FREE_PRESSCancellare il carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa. E' questa una richiesta che la Fnsi (Federazione nazionale della stampa) avanza da tempo ma che oggi - in un convegno organizzato dalla stessa Federazione su la diffamazione e la tutela dell'esercizio della liberta' d'informazione e che ha visto la presenza, tra gli altri, del ministro della Giustizia, Paola Severino, e di parlamentari di Pdl, Pd, Idv, Udc - viene ribadita con forza. Il convegno arriva pochi giorni dopo la condanna definitiva ad un anno e quattro mesi di prigione per diffamazione del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, ma, chiarisce il segretario della Fnsi, Franco Siddi, ''noi non siamo qui  per chiedere una legge per un collega, una legge 'Sallusti', ma chiediamo una legge per un giornalista libero in Italia''. Innanzi tutto, continua Siddi, ''chiediamo la cancellazione del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa''. Un intervento sulla materia, continua Siddi, che rappresenta la naturale conseguenza della ''richiesta, che avanziamo da 15 anni, della riforma della legge del 1963 istitutiva dell'ordine dei giornalisti''. Siddi illustra poi in sintesi le proposte di modifica per una riforma dell'ordinamento penale e civile sulla materia. Proposte messe a punto da un gruppo di lavoro tecnico-politico della Fnsi-Ordine dei giornalisti del quale fa parte, tra gli altri, l'avvocato Bruno Del Vecchio, consulente legale della Federazione. Il sindacato dei giornalisti in sostanza chiede: l'eliminazione del carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa; la rettifica deve essere considerata, diversamente da cio' che avviene oggi, un motivo di esclusione della punibilita'; introduzione per legge del principio (oggi affermato dalla giurisprudenza) che non commette reato chi pubblica, senza alterazioni, dichiarazioni altrui riportate letteralmente e in maniera riconoscibile (il cosiddetto 'virgolettato'); introduzione di meccanismi per rafforzare il diritto al risarcimento del danno conseguente alla 'querela temeraria'; abolizione dell'Istituto della riparazione pecuniaria; estenzione della prerogatova del segreto professionale anche ai giornalisti pubblicisti; intervento sulle richieste di risarcimento danni ''assolutamente spropositato'' che molti giornalisti e molti editori sono costretti a subire. Al convegno ha preso parte anche il presidente della Fieg, e gia' direttore di giornali periodici, Giulio Anselmi. Secondo Anselmi, innanzitutto ''vicino al diritto dell'informazione c'e' il diritto ad essere informati correttamente''. Detto questo, continua Anselmi, ''esiste una sproporzione tra la pena del carcere e l'attivita' di informazione dei giornalisti''. La Fieg chiede quindi ''una seria disciplina dell'Istituto della rettifica, una limitata responsabilita' oggettiva delle aziende e un limitato risarcimento dei danni''. Anselmi sottolinea che quello che stiamo vivendo ''e' un momento di crisi dell'informazione tradizionale. Per superare questa crisi serve una riforma dei prodotti e del modo con cui questi prodotti sono fatti''. Il presidente della Fieg sottolinea pero' che ''il giornalismo tradizionale, rispetto all'informazione via internet, ha caratteristiche di credibilita' e di affidabilita'. Sarebbe quindi un danno irresponsabile al giornalismo'', conclude Anselmi, non intervenire su questioni come il carcere per la diffamazione a mezzo stampa. (ASCA)

Ultima modifica: Lun 10 Dic 2012