ARCHIVI AUDIOVISIVI: CONVEGNO TV SVIZZERA SU “SERVIZIO PUBBLICO E MEMORIA SOCIALE “

Svizzera1-300x190Gli archivi audiovisivi dei broadcaster pubblici e privati hanno una forte valenza sociale, che deve essere pubblicamente riconosciuta parallelamente al loro valore economico, in modo da poterne sostenere i costi, che appaiono molto onerosi e forse, dati i tempi di crisi, non più sostenibili dalla sola contribuzione pubblica. Su questi temi si è discusso nel corso di una giornata su "Servizio pubblico e memoria sociale" organizzata a Lugano dalla Radio Televisione Svizzera. L' impegno della FIAT/IFTA, la Federazione Internazionale degli Archivi Televisivi , che raggruppa le divisioni di archiviazione audiovisiva di alcuni dei più grossi broadcaster mondiali e di musei e videoteche.
Se la memoria collettiva dal ‘700 in poi è stata veicolata da uno degli enti primari della socializzazione, la scuola, la televisione - e' stato sostenuto nel convegno - ha poi integrata questa nella funzione, fino anche a superarla. Ma, avverte Richeri, con l'avvento dei nuovi media e la conseguente frammentazione del pubblico, il rapporto tra memoria collettiva e televisione è andato letteralmente in crisi. Nasce quindi l'esigenza che la televisione trovi negli archivi televisivi un luogo, se non un mezzo, per fare fronte a questa frammentazione della memoria e quindi dell'identità colletiva. Il fatto che esiste oggi, a livello internazionale, un grande dibattito tra chi sostiene che, se gli archivi audiovisivi sono in gran parte dei broadcaster pubblici, anche la loro fruizione debba essere pubblica, e chi invece, a torto o a ragione, li vede come una nuova ed importante fonte di reddito. Ed a questo proposito, Roberto Rossetto, direttore delle teche RAI, ha ricordato come l'estensione a 70 anni per il diritto di copyright, approvata recentemente dall'Unione Europea, abbia praticamente deprivato gli archivi di una grande quantità di contenuti, essendo questi, a seguito della estensione, rientrati in possesso degli autori e quindi non più di pubblico dominio.Insomma, se da un lato si afferma e si riconosce il valore sociale e culturale degli archivi audiovisivi, dall'altro la necessità principale sembrerebbe quella di poterli trasformare in un valore di mercato , anche per poterne sostenere i costi di gestione che, dai dati emersi, appaiono effettivamente onerosi e forse, dati i tempi di crisi, non più sostenibili dalla sola contribuzione pubblica.(LSDI)
Ultima modifica: Lun 10 Dic 2012