DIFFAMAZIONE, BLOGGER CONDANNATA: “RESPONSABILE PER I COMMENTI DEI LETTORI”

libreria1Linda Rando giudicata "colpevole" per i contenuti inseriti dagli utenti sul suo forum online. "Ricorreremo in appello - spiega - anche perché sono convinta di non dover pagare per le parole pronunciate o scritte da una terza persona, che non è nemmeno stata chiamata in causa nel processo" . La disponibilità dell'amministrazione di un sito internet rende l'amministratore responsabile di tutti i contenuti accessibili dalla Rete, inclusi quelli inseriti da altri utenti. E poco importa se vi sia o meno una forma di filtro, perché in un caso o nell'altro i contenuti si considerano comunque approvati del titolare del sito internet. È seguendo questo principio che nelle scorse settimane il tribunale di Varese ha pronunciato una sentenza di condanna per diffamazione nei confronti di Linda Rando, giovane blogger di Rovigo, colpevole di offrire uno spazio di discussione sul forum del suo sito internet.
Il blog è stato trattato come un qualunque giornale cartaceo, per cui Linda, in qualità di responsabile della pubblicazione, secondo il giudice – che cita espressamente la legge sulla stampa del 1948 – avrebbe dovuto intervenire censurando i commenti diffamatori: "Noi non siamo una testata giornalistica – puntualizza lei –, a prescindere da questo non mi sottraggo dalle mie responsabilità, non penso che basti nascondersi dietro la parola 'blog' per eliminare gli oneri del controllo, non sono per la rete anarchica, sono la prima a professare e chiedere rispetto per tutti. Detto questo non siamo onnipresenti e onniscienti. Nel caso specifico ancora oggi non sono riuscita a trovare i commenti oggetto della condanna". Responsabilità e controllo sì, ma niente censura: "Come principio non censuriamo i commenti. Al limite, quando qualcuno esagera viene richiamato pubblicamente all'ordine, se persevera viene bannato dal forum, ma i commenti rimangono. È uno spazio di libera espressione e ciascuno dovrebbe poter dire quello che pensa, assumendosene la piena responsabilità". E il tema della libertà di pensiero e di espressione è quello che viene maggiormente richiamato da chi in queste ore sta alzando le barricate contro la sentenza del tribunale varesino, accolta come un autentico schiaffo al mondo del web, sempre più esposto alla minaccia di interventi di forte limitazione. (ILFATTOQUOTIDIANO)

Ultima modifica: Dom 12 Mag 2013