GIORNALISMO INVESTIGATIVO, LE NUOVE RISORSE DEL WEB. BERLINO CONFERENZA RE:PUBBLICA

reRete, data visualization e citizen journalism. Ecco come Internet cambia le notizie. Eliot Higgins, aka Brown Moses, setaccia il Web a caccia di notizie tra gli Ugc. Il New York Times e l'Associated Press considerano il suo blog una fonte affidabile. Di recente, ha rivelato alcuni dettagli sulle armi usate in Siria. Tra gli ambiti toccati dalla rivoluzione digitale, l' informazione e il giornalismo sono quelli, forse ,hanno incontrato le rivoluzioni di maggior portata. Se da un punto di vista economico, l'intera industria dei media periodici cartacei ha dovuto reinventarsi, i cambiamenti sono tangibili anche nei modi e negli strumenti con cui il pubblico entra in contatto con le notizie. Anche di questo si è parlato a re:publica, una delle conferenze di riferimento per quanto riguarda Internet e il digitale che si tiene ogni anno a Berlino. In questa edizione si è molto parlato di informazione e di creazione della notizia nel nuovo ecosistema digitale dove il giornalismo professionale non ha più il monopolio della creazione e della diffusione della notizia.
E se il giornalismo come siamo stati sempre abituati a considerarlo rimane ancora terreno con regole e codici per befiniti e terreno esclusivo del professionismo, blog e social media hanno dato a diversi attori, anche non professionisti, strumenti e canali per, nei fatti, fare informazione, affiancandosi a testate e giornali. Se il giornalismo classico ha iniziato a interrogarsi su quale sia il suo nuovo ruolo e quale sia il comportamento da tenere nei confronti di questi nuovi competitor, un ambito in particolare della professione giornalistica sembra trovare negli strumenti digitali nuova linfa, il giornalismo investigativo.
Ne sono convinti, per esempio, Stephanie Hankey e Murek Tuszynski di Tactical Tech, che a re:publica hanno affrontato questo argomento sviscerandolo da diversi punti di vista, presentando progetti e soluzioni di giornalismo investigativo realizzati proprio grazie alla Rete o a strumenti digitali da attori di diversa estrazione, non necessariamente professionali. Non solo giornali. Per i due attivisti non è un mistero che alcuni degli scoop giornalistici più interessanti degli ultimi anni abbiano avuto una gestazione extra-curriculare e fossero realizzati grazie alla partecipazione di nuovi attori, spesso irregolari. Il caso di WikiLeaks e della sua collaborazione con alcune tra le più rinomate testate giornalistiche del mondo (in occasione delle rivelazioni sulle guerre in Afghanistan, Iraq e il Cablegate) ha dimostrato meglio di qualsiasi altro esempio quanto il giornalismo professionale abbia in un esercito di nuovi player una risorsa inesauribile di informazioni e papabili notizie.
Mentre il mondo si interroga su quali siano le armi utilizzate in Siria, per esempio, il blogger inglese Eliot Higgins, aka Brown Moses, setaccia la Rete in cerca di informazioni e fatti verificati. E pubblica i risultati sul suo blog. Higgins, ad esempio, scruta video di YouTube e le immagini che vengono immesse in Rete dai citizen journalist in Siria e dà un'identità alle armi che appaiono in questi documenti. Pur senza essere un professionista esperto di armi, le sue rivelazioni sono ora fonte ritenuta affidabile dal New York Times, il Guardian e Amnesty International. Il suo ultimo scoop? Le armi di fabbricazione croata utilizzate dai ribelli siriani.
Anche i dati possono parlare e diventare storie di grande impatto giornalistico, se accuratamente esposti e visualizzati. Il data journalism è una nuova frontiera dell'informazione. Grazie al digitale è sempre più facile archiviare e raccogliere grandi masse di informazioni in forma di dati. Ma i dati da soli non fanno informazione. Lo sanno bene quelli di Pitch Interactive, uno studio californiano che si occupa di data visualization, che ha deciso di mettere in mostra le informazioni sugli attacchi dell'esercito americano in Pakistan con droni senza pilota, un tipo di strategia militare che gli Usa stanno utilizzando sempre più di frequente con pochissima trasparenza. Il progetto Out of Sight, out of Mind espone online i dati degli attacchi, rendendoli facilmente fruibili e chiari. Sul sito, vengono conteggiate le vittime dei droni dal 2004, dimostrando come la maggior parte di esse siano civili. Anche se i dati sono contestati, il progetto è senza dubbio una delle risorse più chiare sull'argomento.
Paul Radu, invece, è un giornalista romeno responsabile di Rise Project, una piattaforma online dove reporter, hacker e smanettoni possono collaborare a progetti investigativi basati su dati pubblici che necessitano solo di cura ed esposizione chiara. Le armi? Infografiche e pagine interattive. Il sito, per il momento, è interamente in romeno, ma è una piattforma efficace e di facilissima fruizione. Anche perché i dati non parlano una sola lingua.
Del medesimo argomento hanno parlato anche Annabel Church e Friedrich Lindenberg, fellow del progetto Open News di Mozilla e della Knight Foundation. Secondo i due ricercatori, gli strumenti digitali consensoto alla notizia di evolversi oltre i propri stessi confini. La notizia si apre a molteplici occasioni di storytelling su differenti canali di vario tipo, inglobando diversi media. Anche il pubblico stesso può essere una fonte di informazioni ulteriori e di approfondimento. Alcune redazioni più attente si sono già aperte in modo intelligente al crowdsourcing e alcuni nomi importanti del giornalismo classico si stanno aprendo, facendole proprie, alle dinamiche caotiche della Rete: il Guardian, ad esempio, con il suo progetto Guardianwitness, invita i suoi lettori a inviare documenti come foto o video da utilizzare come fonti nei suoi articoli, mentre l' Economist invita i suoi lettori online a partecipare ai suoi Debates, organizzando sondaggi e dibattiti, con attenzione e cura.
Anche il mondo open-source è attivo nel campo del giornalismo investigativo 2.0. CitizenDesk, ad esempio, è una piattaforma realizzata da Sourcefabric, una Ong che si occupa di creare strumenti e piattaforme per l'attivismo online. CitizenDesk è una sorta di Storify per aggregare dati e contenuti digitali in un discorso narrativo e fare liveblogging di eventi imporanti inglobando quante più fonti possibili. Il software è pensato per gruppi di attivisti e giornalisti che operano in scenari a rischio per aiutarli a raccogliere informazioni e dati in Rete. La piattaforma sarà testata per la prima volta in Mozambico, con la partecipazione di Verdade, un settimanale e un gruppo di attivisti locali che si occupa di informazione, per fare il report delle imminenti elezioni nel paese africano. (DAILY)
Ultima modifica: Mar 16 Giu 2015