GIORNALISMO IN CROAZIA: MULTA A NOVI LISTA PER UN EDITORIALE CONTRO UN GIUDICE

1a2aIl tribunale di Zagabria ha emesso una sentenza di condanna a carico del giornalista del quotidiano fiumano Novi list, Dražen Ciglenečki, che dovrà pagare circa 20mila euro per danni al presidente del Tribunale della contea di Zagabria, il giudice Ivan Turudić. Quest’ultimo infatti ha fatto causa a Ciglenečki per un suo testo del novembre 2014, intitolato “Turudić fa più danni di Šešelj”.

L'articolo è uscito nel periodo in cui i politici croati al parlamento croato e a quello europeo si occupavano intensamente della stesura di una dichiarazione contro le uscite fatte dall’accusato dal Tribunale dell’Aja per crimini di guerra, nonché noto leader nazionalista serbo, Vojislav Šešelj. In quei giorni Šešelj aveva espresso varie dichiarazioni scioviniste e bellicose collegate alla Croazia e quindi i deputati del Sabor avevano lavorato ad un dichiarazione congiunta di condanna alle uscite di Šešelj, e anche del governo serbo che secondo i deputati croati non avrebbe reagito con sufficiente fermezza.

Tuttavia Ciglenečki nel suo testo aveva voluto portare l’attenzione sul giudice Turudić, il quale in quel periodo si era fatto notare parecchio per alcune sue dichiarazioni, ritenute da molti analisti come decisamente politiche. Turudić prima delle elezioni presidenziali croate si era lamentato del fatto che non volessero metterlo a capo della Commissione elettorale di Zagabria a suo avviso perché aveva contribuito ad estradare l’ex membro dei servizi segreti jugoslavi Josip Perković. Inoltre si era lamentato del fatto che il governo in carica lo tenesse sotto intercettazione, salvo poi rifiutarsi di fare denuncia.

Quando il ministro della Giustizia Orsat Miljenić ha deciso di reagire e ha emesso una denuncia penale contro ignoti relativamente a quanto affermato dal giudice, Turudić ha interpretato la mossa come l’ennesimo episodio di persecuzione nei suoi confronti da parte del governo. Da questi episodi Ciglenečki aveva preso spunto per tracciare un parallelo tra i supposti danni fatti dal giudice Turudić in quei giorni e quelli causati da Šešelj con le sue parole.

“I deputati del parlamento anche ieri hanno analizzato le stupidaggini che in grande quantità produce Vojislav Šešelj, degradando in questo modo l’istituzione del parlamento croato. Invece, se proprio devono occuparsi di qualcuno, potrebbero aprire un dibattito su Turudić. E forse anche emettere una Dichiarazione con cui condannare il suo spregiudicato comportamento. Con il suo atteggiamento Turudić arreca sicuramente più danno alla Croazia delle stupidaggini dette da un vecchio criminale di guerra”, aveva scritto nel suo editoriale Ciglenečki.

La giudice Perica Norac-Kevo ha concluso che Ciglenečki nel suo editoriale porta i lettori a far pensare a Turudić “in modo negativo, come se fosse una persona che va condannata moralmente” e in questo modo avrebbe offeso l’onore e la reputazione di Turudić. Secondo la giudice, l’editoriale “contiene informazioni offensive, che non sono state pubblicate in buona fede”, in cui Turudić “viene presentato come una persona negativa”.

Ciglenečki non ha voluto commentare la sentenza e il caso. Turudić si è limitato a dichiarare: "Francamente non so che dubbi vi possano essere quando qualcuno vi paragona ad un criminale di guerra; a me, un volontario della Guerra patriottica [così si definisce in Croazia la guerra degli anni ‘90]. C'è altro da aggiungere?”.

Il commento dell’Associazione croata dei giornalisti

Il presidente dell’Associazione croata dei giornalisti (HND) Saša Leković ritiene però che questa sentenza sia un invito per “gli editori a censurare i loro autori, e agli autori di autocensurarsi”. “L’altro messaggio che invia questa sentenza è che chi sta al potere, in questo caso quello giudiziario, può contare sul fatto che gli viene scontato quello che alle persone normali non vien scontato”, ha aggiunto Leković spiegando inoltre che in questi casi i giudici ottengono indennizzi 4 o 5 volte superiori rispetto a quelli che potrebbero ottenere i comuni cittadini in una causa per offesa dell’onore e della reputazione.

Leković ha ribadito poi che Ciglenečki nel suo editoriale ha riportato solo le sue opinioni, che è poi la funzione dell’editoriale. “Ha riportato le sue opinioni e nessuno dovrebbe essere condannato per aver espresso le proprie idee. Né io né i nostri avvocati vediamo nulla di quanto scritto nella sentenza”, ha detto Leković, aggiungendo poi che Ciglenečki in nessun modo ha comparato il giudice Turudić con Voijsav Šešelj, cosa che invece potrebbe pensare chi ha letto solo il titolo ma non l’intero articolo.

Leković ha poi precisato che c’è un trend preoccupante di sanzioni contro i giornalisti, ma non per gli editori. Per il presidente dell’HND si tratta di un’ulteriore pressione sui giornalisti, perché sotto la minaccia di multe enormi i giornalisti sono costretti all’autocensura.(OSSERVATORIOCROATO)

Ultima modifica: Gio 17 Dic 2015