REPORTER SENZA FRONTIERE: 110 GIORNALISTI UCCISI IN UN ANNO. “INTERVENGA L’ONU”

1f11 “È assolutamente necessario mettere in pratica un meccanismo concreto per l’applicazione del diritto internazionale sulla protezione dei giornalisti”: lo afferma Christophe Deloire, segretario generale di Reporter senza frontiere, che oggi pubblica i dati sulla situazione dei cronisti nel mondo nel corso del 2015. Secondo l’organizzazione, sono 67 i giornalisti uccisi nell’esercizio della loro professione, un terzo dei quali in aree di conflitto, altri in realtà differenti, comprese, ad esempio, le otto firme del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, giornalisti uccisi in redazione a Parigi nel corso di un attentato terroristico. In totale, però, i cronisti che hanno perso la vita nel corso degli ultimi dodici mesi sarebbero 110: altri 43, infatti, sono deceduti in circostanze non ancora chiarite. Una caso particolare è quello dei cosiddetti “citizen-journalists”, cioè reporter non professionisti, e ancora sette persone tra cameramen e altri figure professionali legate al giornalismo. Tra i Paesi più pericolosi vengono indicati l’Iraq con 11 vittime, la Siria e lo Yemen con 10, l’India con 9, quindi la Francia (8) con il Messico, e altri Paesi di Asia, Africa e Sud America.Reporter senza frontiere segnala che minacce crescenti giungono da forze terroristiche e da armate “non statuali”, come ad esempio l’Isis. L’organizzazione internazionale chiede alle Nazioni Unite la nomina di un rappresentante speciale del segretario generale Onu che si occupi specificamente della protezione dei reporter. In dieci anni i giornalisti e colleghi dell’informazione deceduti nel mondo salgono così a 787. Reporter senza frontiere parla di “una situazione preoccupante, imputabile a una violenza deliberata contro i giornalisti”, che richiede azioni specifiche per la loro protezione nei cinque continenti. Puntuale, inoltre, la segnalazione dell’elevato numero di cronisti rapiti oppure tenuti in ostaggio, che ammonterebbero a 54 (26 solo in Siria); mentre quelli imprigionati sono addirittura 154, con un record negativo imputabile alla Cina (23 reporter detenuti). (RSF)

Ultima modifica: Mer 30 Dic 2015