CONGRESSO IFJ, PRIMA GIORNATA ALL’INSEGNA DELLA SOLIDARIETÀ E COOPERAZIONE

1aaaka Chiusa la prima giornata del 29esimo congresso della International federation of journalists (Ifj) ad Angers, in Francia. Con la relazione del segretario generale, Anthony Bellanger, il lavoro dei 300 delegati è entrato nel vivo. A Bellanger è spettato tracciare un bilancio delle attività svolte dalla federazione internazionale «in un contesto che vede moltiplicarsi le minacce alla libertà di stampa e le zone di conflitto nelle quali sono impegnati gli operatori dell’informazione». Non solo Charlie Hebdo: in Yemen sono stati uccisi in redazione 15 cronisti solo nel 2015 e altri 9 sono stati assassinati in Messico mentre svolgevano il loro lavoro. Difesa dei diritti umani e dei diritti sindacali, sicurezza dei giornalisti impegnati nelle zone “calde” del pianeta e cooperazione tra colleghi sono alcune delle priorità per la Federazione internazionale dei giornalisti. Tra queste, anche «la cancellazione della pena carceraria per i giornalisti», ha sottolineato Bellanger dal palco, affrontando così un argomento in agenda che riguarda da vicino l’Italia, in attesa che il Parlamento metta mano ad una sanzione fortemente criticata sul piano internazionale.Al tavolo di presidenza di Angers siede Anna Del Freo, segretario generale aggiunto vicario della Fnsi, eletta nel board del Congresso Ifj. Della delegazione italiana, guidata dal segretario generale Raffaele Lorusso, fanno parte anche il segretario generale aggiunto Carlo Parisi e il vicesegretario Mattia Motta.
Nel corso della discussione è stato posto l’accento sull’importanza della diffusione della “Carte de press” per rendere subito riconoscibili i giornalisti in tutto il mondo mentre tra le proposte avanzate all’assise è stata accolta con favore quella di stipulare convenzioni ad hoc con compagnie di assicurazioni per i giornalisti impegnati nelle zone di guerra, al pari di una maggiore formazione professionale. Richiesta, quest’ultima, avanzata da diversi delegati del Sudest asiatico e dell’Africa.
Il dibattito della prima giornata è stato all’insegna della solidarietà e della cooperazione tra le federazioni di giornalisti (180 quelle rappresentante dalla Ifj) di 140 Paesi diversi presenti ad Angers, per una platea di 300 delegati che saranno chiamati a designare il successore di Jim Boumelha, arrivato al secondo - e ultimo - mandato come presidente della Ifj.
 
Dai dati in possesso della Federazione internazionale, dal 1990 ad oggi sono 2.300 i giornalisti uccisi nel mondo, tra cui anche una giovane giornalista francese originaria di Angers: Camille Lapage, 26enne che ha trovato la morte in Africa Centrale il 12 maggio 2014. Le foto che hanno preceduto la tragedia campeggiano nel centro congressi della città della Loira dove si svolge la riunione internazionale e per lei, al termine dei lavori, i delegati hanno marciato per il centro della cittadina.
«I giornalisti di tutto il mondo hanno siglato la loro fratellanza. Le loro lingue possono essere diverse, le posizioni possono scontrarsi, le passioni sfidarsi, ma i giornalisti hanno il loro organismo internazionale. I giornalisti si uniscono perché sono giornalisti». Questo il messaggio che sanciva la nascita della Ifj nel 1926: Angers, 90 anni dopo, sembra dire che la solidarietà tra giornalisti – e federazioni nazionali – è ancora oggi un tassello fondamentale per la difesa della libertà di stampa. (FNSI)
Ultima modifica: Gio 9 Giu 2016