SAGAL SALAD OSMAN, 46° GIORNALISTA SOMALA ASSASSINATA DAL 2007

1aaaw0A Mogadiscio, nel pomeriggio di domenica, è stata uccisa Sagal Salad Osman, giornalista di 24 anni produttrice e presentatrice di un programma per bambini dell’emittente pubblica Somali National Television (SNTV). Si è trattato di un vero e proprio agguato. Uomini armati - sembra fossero in due - prima di dileguarsi, hanno aperto il fuoco contro di lei sei volte mentre sedeva assieme a due amiche in un bar vicino alla Plasma University che frequentava nel quartiere Hodon. Indossava il velo secondo la più rigorosa regola islamica. Gli assassini le hanno chiesto di scoprirsi e quando l’hanno riconosciuta le hanno esploso il caricatore sul volto. Inutile è stata la corsa in ospedale.

Era a capo di una famiglia di sei fratelli che, con lei, perdono ogni sostentamento. I colleghi, costernati, non hanno saputo spiegare i motivi dell’aggressione. Il Presidente della Repubblica Federale somala Hassan Sheikh Mohamud ha condannato l’assassinio ed ha giurato che il suo governo lavorerà duramente per trovare i responsabili ed assicurarli alla giustizia. Si tratta di una promessa impegnativa perché la Somalia è tra i paesi più pericolosi del mondo in tema di libertà di espressione. L’organizzazione Reporter senza frontiere (RSF) ha posizionato la Somalia  ​​172° paese su 180 per la libertà di stampa nel 2015. Secondo il Committee to Protect Journalists (CPJ), 45 giornalisti somali sono stati uccisi dal 2007. Con l’omicidio di domenica, le vittime dei media in Somalia salgono dunque a 46 ma, sempre dal 2007, nessun processo è mai stato celebrato per punire i colpevoli di questi omicidi. (REPUBBLICA)

Ultima modifica: Lun 13 Giu 2016