MEETING PELLEGRINI CYBERSPAZIO: ZANOTTI (FISC), RUFFINI (TV2000) E CHIRRI (ANSA)

1aaazlZanotti (Fisc):“dare voce alle periferie geografiche ed esistenziali”

 “Essere voci di chi non appare. Su questo il Papa ci ha dato un aiuto incredibile”. Lo ha detto Francesco Zanotti, presidente della Fisc (al Meeting dei giornalisti cattolici di Grottammare. Per Zanotti, Bergoglio è “il Papa che testimonia per primo con i gesti e le parole. Ci mette all’angolo tutti. Questa è una rivoluzione nel nostro mestiere, è la rivoluzione del Vangelo che è entrata nelle nostre case e nelle nostre redazioni. Tutti ci interroghiamo nelle redazioni su cosa vogliono i lettori. La gente vuole il Papa, perché lo sente vicino. Questo ci costringe a metterci in ascolto. Dobbiamo stare in silenzio e staccare i cellulari. Il nostro rischio è solo quello di stare attaccati ai monitor. Siamo la generazioni di quelli piegati in due. Camminiamo sempre consultando questi strumenti digitali. Noi abbiamo bisogno di stare in silenzio per riprendere in mano il Vangelo, fare esperienza di fede. Nella Laudato si’ tutto è connesso e collegato. L’Evangelii Gaudium è da riprendere in mano, è la gioia del Vangelo, non la pesantezza”.

Ricordando l’affermazione del Pontefice – “I pastori dovrebbero avere l’odore delle pecore” -, Zanotti ha evidenziato: “Lo stesso dovrebbero fare i giornalisti. Il nostro mestiere sembra finito perché sembra che non serva più l’intermediazione del giornalista. La ‘parabola dei talenti’ ci inchioda a dare tutto di noi stessi. Riceviamo tanto di più. Noi dobbiamo far vedere questo sui nostri siti, sui nostri social. Il Papa ci invita a non stare fermi. L’esperienza della Chiesa è una esperienza di cammino. Siamo stati definiti avamposti nella missione della Chiesa. Fa capire che siamo laddove a volte le parole dei pastori non arrivano. Il nostro ruolo è quello di andare a raccontare le periferie, solo geografiche ma anche esistenziali, oppure il nostro ruolo è finito”.

Ruffini (Tv2000), “il vivere quotidiano del Papa è per noi un esempio”

 “È il vivere quotidiano del Papa che per noi giornalisti è da esempio. Un esempio che ci sfida a fare meglio il nostro lavoro che non si deve soffermare su un gesto ma piuttosto sulla profondità delle cose”. Paolo Ruffini, direttore di rete di Tv2000 e Radio In Blu, si è espresso così nel corso della terza giornata del Meeting dei giornalisti cattolici “Pellegrini nel cyberspazio”. “La rivoluzione del cristianesimo – ha affermato Ruffini – è di un Dio che si fa uomo e che sceglie come suoi compagni di vita dei pescatori, della povera gente. Un Papa che dice ‘buonasera’ ritorna all’essenza del Cristianesimo. Il Papa, che si inginocchia per confessarsi come noi, che stringe le mani alle Guardie svizzere, che ammette: ‘guai a sentirsi santi, siamo tutti  peccatori’, in un certo senso riscatta le nostre debolezze perché ammette la nostra fallibilità ma al tempo stesso che possiamo essere parte di qualcosa di più grande”. Ruffini, parlando durante la tavola rotonda “Gesti e parole che hanno cambiato la storia, lo stile della comunicazione in Italia ai tempi di Papa Francesco”, ha posto sotto la lente d’ingrandimento l’informazione religiosa. “Tutti abbiamo la sensazione che il Papa potrebbe fermarci e guardarci negli occhi – evidenzia il direttore di Tv2000 -. Questa è una bella lezione per noi giornalisti”. “Troppo spesso – prosegue – siamo abbastanza frastornati dal mondo della comunicazione, di solito per gesti molto rumorosi e roboanti e poco profondi. Nel caso del Pontefice non credo siano i gesti a cambiare le cose, ma sono più i comportamenti. Alcuni gesti sono indicativi di un comportamento che diventa simbolo. L’esempio di Francesco è una grande lezione di umiltà che tutti dovremmo imparare”. “Com’è antidemocratico il parlare dei leader per schemi, senza la capacità di incrociare gli sguardi – ha sostenuto Ruffini -. Paolo VI diceva: ‘A cosa serve dire la verità se gli uomini del nostro tempo non la capiscono’. Occorre parlare il linguaggio di chi ci ascolta. La capacità di guardare con tenerezza. La capacità del cristianesimo”. Secondo Ruffini uno sforzo del mondo dell’informazione nella ricostruzione dell’essere umano è quella “di coltivare la nostra identità come più aperta al confronto”.

Chirri (Ansa), “non deve interessarci l’immagine mediatica ma la forza del messaggio”

Giovanna Chirri, vaticanista dell’Ansa, al Meeting dei giornalisti cattolici ha parlato di comunicazione e informazione religiosa insieme al racconto dell’emozione provata il giorno in cui Benedetto XVI annunciò di voler rinunciare al Pontificato. “Il gesto – ha affermato – è stato un grande atto di coraggio”. La cronista ha proseguito parlando dei gesti di Papa Francesco dal suo insediamento: “La prima cosa che mi ha colpito la decisione del Papa di restare a Santa Marta. Altro gesto che mi ha fatto capire che stiamo vivendo una nuovo momento è stato il viaggio a Lampedusa. Fu il primo viaggio italiano senza incontri con le autorità organizzato dall’oggi al domani. Ho capito che cambiava tutto per la Chiesa italiana e per la Chiesa mondiale da altri piccoli passaggi: la veglia per la Siria e poi i tanti autorevoli appelli. Mi ha colpito molto quando in Corea e andato in un centro di disabili mentali. Mentre da noi in Italia le telecamere, in questi casi, vengono fermate, lì abbiamo visto tutto. Lì, come a Lampedusa, ho capito che si faceva sul serio. Ho capito che lo sguardo del Pontefice verso il malato gli veniva da dentro. Mi sono ricordata allora di quel Bergoglio che a Buenos Aires incontrava persone di tutte le religioni e di tutte le estrazioni sociali”. “Dare voce a chi non ha voce – ha concluso la giornalista -. Non deve interessarci tanto l’immagine mediatica ma la forza del messaggio. Forse, l’informazione dovrebbe tenere conto di questo”. (SIR)

Ultima modifica: Dom 19 Giu 2016