Vent'anni di blog (1997-2017)

La letteratura, la cinematografia e la documentaristica d’archivio sono piene zeppe di appunti, diari di viaggio, di bordo e di guerra. Un genere che nella storia, a partire dal Rinascimento si è differenziato rispetto all’autobiografia o alla cronaca...

Di diari famosi ce ne sono tanti. Si pensi a Il diario di Anna Frank oppure al Diario clandestino 1943-1945 in cui Giovannino Guareschi racconta la sua deportazione da parte dei nazisti e dei suoi giorni di prigionia. Ma prima ancora ci sono stati i Diari di bordo, da Cristoforo Colombo a Dino Buzzati con il suo Buttafuoco, da Amerigo Vespucci a Curzio Malaparte con il suo Diario di uno straniero a Parigi. La lista potrebbe essere lunga ma ci fermiamo qui. Quelli appena citati sono stati diari scritti e riposti nel cassetto per poi essere pubblicati in un secondo momento.

Il “diario in rete”, o meglio, quelli che noi tutti conosciamo come “blog” non è altro che uno spazio online in cui uno o più autori, più o meno periodicamente, pubblicano contenuti multimediali, soprattutto testi, foto e video, in forma di post. La differenza con un diario tradizionale è il suo essere “anacronistico”.

I post vanno dal più recente al meno recente mentre i diari di un tempo seguivano una logica cronologica che partiva dalla prima pagina del bloggo degli appunti fino all’ultima. Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero «diario in rete» e solitamente si fa risalite alla data del 18 luglio 1997. E’ una data simbolica per via dello sviluppo da parte dello statunitense Dave Winer del software che permise la pubblicazione del blog.

La diffusione popolare del blog si ha nel quinquennio 2002-2007. La forza del blog si è potuta toccare con mano nel 1998 e con quello che resterà alla storia come “il caso Clinton-Lewinsky”. La vicenda era seguita da tempo da un giornalista del Newsweek che decise di tenerla “in congelatore”. Uno scrupolo che non si fece affatto Matt Drudge, quello che oggi si definirebbe un blogger indipendente che curava il suo Drudge Report. L'ampia pubblicazione di servizi da parte di Drudge Report costrinse le testate giornalistiche a trattare il caso. Un esempio eclatante per quei tempi (oggi non lo sarebbe più vista la proliferazione di blog e social media) che costrinse giornali, radio e televisioni a parlare del fatto per timore di essere bruciati dalla concorrenza.

L’incremento del numero di blog si registra con l'attentato alle Torri Gemelle di New York. Quel pomeriggio dell’11 settembre 2001 milioni di utenti (e chi si trovava davanti a un pc collegato in rete lo può ben ricordare, nda), si collegarono ai siti di news on-line in cerca dell'ultima notizia spedendo in crash molti nodi di Internet. Fu l’evento che cambiò per sempre il mondo dell’informazione, fino a quel momento sopita davanti a internet e ai giornali on line. E’ il fatto che dimostra come le regole dei media cambiarono: le testate giornalistiche come il The Sun approfondivano negli articoli cartacei e raccontavano in tempo reale lo svolgersi dei fatti sui siti web.

I blog si rivelarono un ottimo strumento di compensazione che abbatteva lo svantaggio della carta stampata. Poi tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del Duemila il mondo della rete passa dal web 1.0 al web 2.0, cioè dalla diffusione di internet come fenomeno popolare fatto di navigazione on line e di utilizzo della posta elettronica a quello del web 2.0 con l’avvento dei social network.

Il blog perse terreno, ma oggi resta ancora un luogo in cui si danno notizie, si fa politica (vedi il blog di Beppe Grillo), si comunica tematicamente (i blog di cucina, trucco, storia, arte, fotografia, etc.) e si pubblicano contenuti differenziati nella consapevolezza che questo “diario in rete” resta e resterà per sempre alternativo e originale rispetto all’informazione convenzionale, con tutti i pro e i contro che ne derivano. Ma questa è un’altra storia che attiene al buon senso, alla competenza e alla responsabilità di ciascun blogger.

Ultima modifica: Mar 1 Ago 2017