legge sull'editoria

  • Fieg: 'subito una legge per l'editoria'

    Gli editori tornano a chiedere subito «una legge per l’editoria».

  • Legge editoria: dagli Ordini regionali l'appello per i decreti attuativi

    Un appello al Governo a emanare al più presto i decreti legislativi necessari per l’attuazione del Ddl sull’editoria, recentemente approvato, in modo da poter rinnovare i Consigli nazionali e regionali dell’Ordine dei giornalisti, già scaduti, con le nuove regole. E’ quanto lanciato a Firenze nel corso di un incontro organizzato dalla maggioranza dei presidenti regionali dell’Ordine dei giornalisti. In base alla nuova legge, precisa l’Ansa, il Consiglio dell’Ordine non sarà più costituito da 73 pubblicisti e 71 professionisti, ma 40 professionisti e 20 pubblicisti. Come spiegato da Carlo Verna, ex consigliere Usigrai ed ex consigliere nazionale dell’Odg, tra i relatori dell’incontro, “il Consiglio nazionale e quelli regionali sono scaduti a maggio e sono prorogati fino al 31 dicembre perché era in arrivo questa norma che per operare effettivamente ha bisogno di un apposito decreto legislativo. Secondo Verna “il rischio è di far naufragare tutto il lavoro fatto fino ad ora. Se non ci si facesse, serve allora una nuova proroga affinché i Consigli, nazionali e regionali, possano andare al voto insieme con le nuove regole”.
    Per la presidente dell’Ordine del Lazio Paola Spadari “questo è il primo provvedimento sull’editoria che consente all’Ordine dei giornalisti di voltare pagina per lavorare a favore della professione, ridisegnare l’accesso, e riconoscere i nuovi giornalismi. Per questo invitiamo il Governo a fare presto, a presentare i decreti delegati di questa legge in modo che possiamo andare a votare con i nuovi regolamenti e andare verso un ordine nazionale nuovo, che imbocchi finalmente la strada riformista e porti alla riforma definitiva dei giornalisti, a servizio di questa professione e della deontologia”.
    Di «un ripensamento di tutti gli aspetti dell'Ordine, dall'accesso alla formazione» ha parlato anche il presidente dell’Ordine della Toscana, Carlo Bartoli. «Lo sforzo che ha visto una nutrita serie di presidenti degli ordini regionali – ha detto – è quello di avere un ordine che rispecchi la mutata realtà della professione. Il giornalismo è in grande evoluzione, non è più fatta di giornalisti di grandi testate e non possiamo più utilizzare schemi normativi e culturali di 40 anni. Se non lo facciamo rimaniamo tagliati fuori». Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana ha poi avanzato la richiesta di prorogare la scadenza del ricongiungimento per accedere all'esame da professionisti, che scade alla fine di quest'anno.

  • Legge sull'editoria: decreti pronti entro fine anno, assicura Lotti

    I decreti attuativi della legge sull’editoria saranno pronti entro fine anno. O comunque prima del termine previsto di sei mesi. E’ quanto ha dichiarato il sottosegretario con delega all’editoria Luca Lotti, nel corso di un incontro pubblico a Teramo.  Sottolineando che il Parlamento ha rispettato i tempi che si era dato per l’approvazione di una legge, con cui riuscire a riprogrammare un settore in crisi: “Finalmente una risposta importante che il  Parlamento ha voluto dare: ci eravamo assegnati dei tempi e avevamo detto che avremmo approvato la legge entro il mese di ottobre. Questo è stato fatto". "Ora bisogna approvare i cinque decreti attuativi ed abbiamo sei mesi. Ho già promesso al tavolo dell’editoria di riconvocarlo, perché un anno e mezzo fa lo avevo fatto per ascoltare tutti gli attori presenti, dagli editori agli edicolanti, li riconvocherò per ripresentare i cinque decreti attuativi che arriveranno prima dei sei mesi e mi auguro entro la fine dell’anno”. Analogo il percorso per l’equo compenso: “Ci siamo già impegnati una volta, afferma Lotti – stiamo discutendo ancora sulle cifre, riconvocheremo anche lì il tavolo, sempre con attenzione ai giornalisti e all’equo compenso che è un nome un po’ strano, a me piace chiamarlo in altro modo, ma ci stiamo impegnando. Siamo pronti a riconvocare il tavolo anche subito”.

  • Legge sull'editoria: le anticipazioni dei due nuovi decreti di attuazione

    Nella riunione del 5 maggio il Consiglio dei Ministri ha approvato in via
    definitiva due decreti legislativi di attuazione della legge sull'editoria (L.198/2016). I testi non sono ancora noti e alcune fonti indicano che sarebberostati approvati "salvo intese" per cui saranno resi noti solo nei prossimi giorni.

  • Legge sull'editoria: nasce tavolo di lavoro Ucs Cei-Fisc-Corallo-Acec

    Nasce un tavolo di lavoro, coordinato dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali (Ucs) della Cei e composto da Fisc (la federazione che raggruppa 191 testate diocesane), Corallo (associazione cui fanno capo 197 radio e 62 tv di tutte le Regioni, 2 consorzi radio, 1 agenzia d’informazione) e Acec (associazione rappresentativa delle 804 Sale della Comunità).

  • Legge sull'editoria: tutte le novità e l'attesa per i decreti attuativi

    Approvata definitivamente dalla Camera (275 i voti favorevoli, 80 i contrari, 32 gli astenuti) lo scorso 4 ottobre, la legge assegna al Governo il compito di ridefinire quasi tutte le materie trattate, di cui stabilisce le linee guida. La gran parte dei decreti dovranno esser predisposti entro sei mesi dalla entrata in vigore della legge e pertanto i tempi di attuazione potrebbero non essere immediati, stanti le procedure richieste. Anche il nuovo sistema di elezione del Consiglio nazionale dell’Ordine, con l’innovazione della presenza delle minoranze linguistiche, presenterà qualche difficoltà applicativa. Ricordiamo che in attesa della nuova legge i Consigli regionali e il Consiglio nazionale sono stati prorogati (da un apposito provvedimento dello scorso inverno) fino al 31 dicembre 2016.

     Il Fondo per il pluralismo e l’innovazione (art. 1)è istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze ma con un decreto ed un regolamento specifico il Governo dovrà stabilirne le modalità di erogazione, peraltro sulla base delle risorse disponibili che la legge indica per capitoli che confluiranno nel nuovo fondo. Il Governo adotterà uno o più decreti legislativi per ridefinire la disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, la previsione di misure per il sostegno agli investimenti delle imprese editrici e dell'emittenza radiofonica e televisiva locale, l'innovazione del sistema distributivo, il finanziamento di progetti innovativi nel campo dell'editoria presentati da imprese di nuova costituzione, nonché la previsione di misure a sostegno di processi di ristrutturazione e di riorganizzazione delle imprese editrici già costituite (art. 2). Ai fini dei contributi viene per la prima volta definito (aggiungendolo all’elenco di cui all'articolo 1 della legge 7 marzo 2001, n. 62) il “quotidianoon line” inteso come quella testata giornalistica: regolarmente registrata presso una cancelleria di tribunale; il cui direttore responsabile sia iscritto all'Ordine dei giornalisti, nell'elenco dei pubblicisti ovvero dei professionisti; che pubblichi i propri contenuti giornalistici prevalentementeon line; che non sia esclusivamente una mera trasposizione telematica di una testata cartacea; che produca principalmente informazione; che abbia una frequenza di aggiornamento almeno quotidiana; che non si configuri esclusivamente come aggregatore di notizie.

     Con altrettante deleghe ad ampio raggio, il Governo, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, dovrà adottare decreti circa le procedure per il riconoscimento degli stati di crisi ai fini dell’accesso agli ammortizzatori sociali, ivi compresi i prepensionamenti (art. 2).

     Altro decreto (sempre previsto all’art.2) riguarderà le competenze e la composizione del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Il Governo, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, dovrà adottare decreti che ridefiniscano le competenze in materia di formazione e modifichino l’art.62 della legge 69/1963, istitutiva dell’Ordine che resta quindi in vigore.  La composizione del Consiglio Nazionale non potrà superare il numero di 60 consiglieri, di cui 2/3 di giornalisti professionisti e 1/3  di pubblicisti, purché titolari di una posizione previdenziale attiva presso l’Inpgi. Un pubblicista e un professionista saranno eletti tra gli appartenenti alle minoranze linguistiche riconosciute. Dovrà essere anche adeguato il sistema elettorale garantendo la massima rappresentatività territoriale. Agli Ordini regionali (art. 6) potranno aggiungersi quelli delle Province autonome (di fatto Trento e Bolzano). Su quest’ultimo tema l’Ordine del Trentino Alto Adige non sembra intenzionato a dividersi.  

    In tema di equo compenso, la Commissione istituita alcuni anni fa proseguirà i suoi lavori fino alla definizione della delibera in merito (art.4). L’art.45 della Legge 69/1963 istitutiva dell’Ordine subisce una totale riscrittura dell’art. 45 che ora sarà il seguente: «Art. 45. – (Esercizio della professione). – 1. Nessuno può assumere il titolo né esercitare la professione di giornalista, se non è iscritto nell'elenco dei professionisti ovvero in quello dei pubblicisti dell'albo istituito presso l'Ordine regionale o interregionale competente. La violazione della disposizione del primo periodo è punita a norma degli articoli 348 e 498 del codice penale, ove il fatto non costituisca un reato più grave». La norma equipara anche a questi fini pubblicisti e professionisti. L’art. 8 della nuova legge precisa la situazione delle rivendite di giornali mentre l’art. 9  scrive la procedura per la Concessione del servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, sempre affidandosi ad appositi decreti governativi.

    In sintesi la legge, molto attesa dal comparto editoriale, ha raccolto anche altre tematiche tra cui il riordino del Consiglio Nazionale dell’Ordine e una nuova procedura di concessione del servizio pubblico. Non sarà però realmente compiuta finché non saranno pubblicati tutti i decreti attuativi da parte del Governo di quella che è sostanzialmente una legge delega. In campo più strettamente giornalistico, da un lato i pubblicisti vengono equiparati ai professionisti nell’esercizio della professione ma perdono gran parte della rappresentanza nel Consiglio nazionale, che peraltro assomiglierà nelle proporzioni, la stessa configurazione dei Consigli regionali. La presenza delle minoranze linguistiche e la possibilità che Trento e Bolzano abbiano due ordini autonomi pone nuovi problemi di rappresentanza delle comunità alloglotte nel Paese, che nell’ottica della norma pare debbano essere individuate numericamente con un rischio di divisione che lo stesso Ordine del Trentino Alto Adige ha criticato. Interessante infine, oltre alla innovativa definizione legale di testata online anche l’aggiunta all’espressione “servizio pubblico radiotelevisivo” la parola “multimediale”, la cui definizione è data per scontata ma che, per la sua ampiezza, pone una nuova sfida a tutti gli attori di un sistema in cui il servizio pubblico, ancorché essenziale, non è monopolista.  

    * Luigi Cobisi è Consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti

  • Tv locali scrivono al premier: "sopravvivenza a rischio, sblocchi i fondi per il settore"

    Le Tv locali lanciano l’allarme: ferma da luglio al Consiglio dei ministri l’approvazione del regolamento per i contributi al settore. Si tratta della riforma attraverso l’introduzione di alcune disposizioni previste dalla legge di stabilità 2016 e dalla legge di riforma dell’editoria. Una situazione che rischia di gettare le “Pmi” dell’emittenza in una "situazione di particolare criticità".