Celebriamo la giornata della radio. Strumento (moderno) di conoscenza e di pace

Il 13 febbraio, ogni anno, si celebra la “Giornata mondiale della radio”.

Un mezzo, questo, che ha avvicinato popoli e culture, ha fatto condividere esperienze e speranze, ha offerto, in momenti storici particolari, una reale libertà di espressione. Il tema di quest’anno è proprio “Radio and Peace”, “Radio e Pace”. La radio in effetti può contribuire ancora oggi ai processi di pace. Informando e formando, diffondendo cultura e arte, valorizzando le lingue (ogni lingua) e la musica di ogni genere.

La radio è stato senza dubbio il primo grande mezzo di comunicazione di massa. Ma la sua semplicità non è più un limite, anzi è diventata il suo grande vantaggio.

Si ascolta ovunque, con ogni device, dai più immediati ed economici a quelli più sofisticati e ultratecnologici. E si può “fare” anche con poche risorse, non bisogna essere per forza dei magnati dell’editoria. Migliaia di radio indipendenti continuano senza sosta ad informare dalle zone di guerra, dai Paesi dimenticati, dalle zone periferiche, nelle emergenze che viviamo (pensiamo al ruolo di alcune piccole emittenti del Nord durante la prima fase della pandemia).

Neppure nella nostra epoca “multimediale” e “degli schermi” insomma la radio è tramontata: non solo il suo fascino resta immutato, ma la tecnologia adesso apre nuove straordinarie opportunità.

La radio si trasforma, si integra con internet e con i nuovi mezzi, e così arricchisce i suoi contenuti. Nello stesso momento mantiene due caratteristiche di fondo: l’accessibilità e la “pervasività”.
Una radio, oggi, può essere certo più sofisticata di un computer, una radiolina da pochi euro resterà sempre un modo semplice, pratico ed efficace, per collegarsi al mondo.

Ultima modifica: Dom 12 Feb 2023