Professione

Le notizie che riguardano il giornalismo e la comunicazione

AGI TG WEB, IL TELEGIORNALE IN 3 MINUTI: 2 EDIZIONI, 12 NOTIZIE AL DÌ

1aaslDebutta il nuovo Tg dell’Agi, Agenzia Giornalistica Italia: sei notizie per due edizioni al giorno, una alle 14 e una alle 19. Un telegiornale veloce e agile, sotto i tre minuti, pensato per essere fruito sul web, ma senza sottrarre spazio alla completezza dell’informazione a tutto campo. Dalla cronaca alle notizie internazionali, dalla politica all’economia passando per il gossip, lo sport e la salute. Fruibile sul sito www.agi.it, il nuovo notiziario è visibile anche su smartphone e tablet. Ed è il modo migliore per essere informati ovunque su quello che accade. Agi è una delle principali agenzie di stampa italiane. Dal 1950 affianca con i suoi notiziari il mondo editoriale, istituzionale, economico e industriale. Agi persegue una strategia di crescita costante in ambito internazionale, in aree strategiche per il sistema paese, con una rete attiva di corrispondenti e partnership in oltre 50 paesi e news in 7 lingue, e 7 giorni su 7. (AGI)

INFORMAZIONE A RISCHIO A RADIO 105, VIRGIN RADIO E RADIO MONTE CARLO. FNSI CHIEDE INCONTRO CON AZIENDA

1aaasgÈ allarme informazione a Radio 105, Virgin Radio e Radio Monte Carlo. RadioMediaset intende chiudere la redazione giornalistica di Radio 105 e Virgin Radio in tempi brevi. Lo ha comunicato i il gruppo Mediaset al comitato di redazione di Radio News Network, che riunisce le voci giornalistiche storiche di Radio 105, Virgin Radio e Radio Monte Carlo. «Il sindacato – è la reazione di Fnsi e Associazioni regionali di stampa interessate – esprime forte preoccupazione per la riorganizzazione aziendale che mette a repentaglio i livelli occupazionali e l'indipendenza dell'informazione prodotta dai giornalisti di RNN. La Federazione nazionale della stampa italiana, unitamente alle associazioni territoriali Associazione Lombarda Giornalisti e Associazione Stampa Romana, chiedono un incontro urgente a RadioMediaset». (FNSI)

#AFPWRONG, PARTE CAMPAGNA IFJ CONTRO SFRUTTAMENTO FOTOGRAFI FREELANCE

1aaaxdL’agenzia France Presse sta imponendo nuovi contratti ai fotografi freelance impiegati in Paesi fuori dalla Francia dove i lavoratori godono di tutele garantite dalle normative nazionali. Contratti illegittimi con cui l’agenzia vuole solo sfruttare il lavoro dei fotoreporter senza dare loro nulla in cambio. A lanciare l’allarme è la Ifj, la Federazione internazionale dei giornalisti, che chiede di mobilitarsi per dire #AFPwrong!

«L’azienda – spiega il sindacato mondiale – sta chiedendo ai fotografi di firmare una irrevocabile liberatoria che consentirebbe alla società di utilizzare le loro foto e video su qualsiasi supporto, in qualsiasi lingua, in qualsiasi forma, compresi tutti i prodotti futuri che potranno essere realizzati con le loro opere. Questo è un furto!»

La Ifj, e gli affiliati in Francia, stanno sollecitando tutti i fotografi a non firmare tali contratti e hanno chiesto all’azienda di tornare sui suoi passi e negoziare un accordo collettivo più equo. Appello caduto nel vuoto. Di fronte al rifiuto dell’editore, la Ifj ha quindi lanciato una mobilitazione e invita tutti gli associati e gli iscritti ai sindacati nazionali ad unirsi alla battaglia «per resistere allo sfruttamento e ottenere contratti più giusti»: sul sito internet della Ifj è stata pubblicata una petizione da firmare per indirizzare alla proprietà dell’agenzia France Presse una lettera in cui ribadire: «Basta contratti capestro. France Presse stai sbagliando #AFPwrong».(FNSI)

EDITORIA:LA COOPERATIVA DEL MANIFESTO RITORNA PROPRIETARIA DEL GIORNALE.

1aaasai“La notizia è semplice, straordinaria, emozionante: siamo tornati padroni del manifesto”. Inizia così l’editoriale con cui Norma Rangeri ha annunciato che la cooperativa del Manifesto è ridiventata proprietaria della testata, dell’archivio e del dominio internet del giornale. “Al cento per cento”, specifica la responsabile del quotidiano romano, sottolineando che sono stati così raggiunti gli obiettivi che la redazione si era prefissata da oltre tre anni: salvare la testata dalla liquidazione coatta e acquistarla.La compravendita è stata conclusa per un importo pari a 900 mila euro più iva. In una campagna di autofinanziamento avviata nei mesi scorsi, i lettori del manifesto hanno contribuito con donazioni per un importo pari a oltre 470 mila euro, mentre i lavoratori del giornale si sono auto-tassati per un importo pari a 120 mila euro più la rinuncia alla quattordicesima. La liquidazione coatta 

LA CENSURA DEL GIORNALISMO IN YEMEN TRA UCCISIONI E SCOMPARSE

1aaabbAlmeno otto giornalisti sono stati uccisi - e molti altri rapiti dalle milizie Houthi - mentre svolgevano il loro lavoro, sin dall’inizio del conflitto in Yemen nel 2015, secondo il sito del Comitato per la Protezione dei Giornalisti. ( nella foto una riunione del sindacato dei giornalisti dello yemen )Nonostante il conflitto yemenita riceva molta meno attenzione mediatica della più celebre guerra in Siria, le conseguenze per i giornalisti che lavorano in Yemen sono altrettanto pericolose. «Non è rimasto quasi più nessun corrispondente straniero nella capitale yemenita, Sana’a», spiega Thuraya Dammaj, giornalista per l’agenzia ufficiale di Stato, Saba Net. Ciò è dovuto ai pericoli, e al fatto che i ribelli della fazione Houthi, che controllano la capitale da circa un anno e mezzo, rilasciano pochissimi visti ai corrispondenti stranieri. «I giornalisti internazionali sono ammessi nel Paese solo in casi eccezionali, e non possono riportare notizie sul conflitto liberamente», spiega Dammaj.

«Il rapimento dei giornalisti in Yemen non viene particolarmente preso in considerazione perché ci sono altre questioni molto più importanti ed urgenti durante questa guerra», spiega Anita Kassem, 24 anni, ricercatrice per la Fondazione Berghof, una Ong impegnata nello sviluppo sostenibile per i Paesi in guerra. «Quando metti a confronto una notizia in cui viene riportata la morte di 50 persone per mano degli Houthi o dei sauditi con il rapimento di cinque giornalisti, è normale che la prima questione riceva più attenzione». (EASTNEWS)