Professione

Le notizie che riguardano il giornalismo e la comunicazione

A SCAMPIA ORA NASCE IL TG DELLE BELLE NOTIZIE

1aaab4A Scampia, proprio nei giorni di lancio di "Gomorra", la serie che ne mostra il lato peggiore, nasce il tg delle belle notizie. "Made in Scampia News" racconta infatti solo quanto di buono c'è e si fa nell'Area nord di Napoli. Ideato e diretto da Nunzio Marigliano e Rosario Esposito La Rossa, condotto da Maddalena Stornaiuolo, il tg è settimanale, con repliche quotidiane, ed è trasmesso da televisioni locali, Tv Campane 1 e 2, ma è possibile seguirlo in streaming su tvcampane.it e on line sul canale Youtube dedicato. «L'obiettivo – racconta Marigliano, produttore del Tg – è quello di far conoscere ai telespettatori notizie poco raccontate dai grandi media. Gli stessi abitanti dell'Area Nord di Napoli poco sanno del fervore culturale che quotidianamente anima questa zona». La redazione del Tg è totalmente under 30 ed è composta da giovani del territorio. Tutto prodotto dal basso senza il sostegno di fondi pubblici. Il Tg è nato dall'incontro tra Tv Campane, emittente privata napoletana, e i ragazzi dell'associazione Vo.di.Sca., Voci di Scampia, che da 3 anni animano il progetto Made in Scampia. «Il nostro Tg è suddiviso in 3 parti – spiega Rosario Esposito La Rossa, direttore di Made in Scampia News e promotore di molte attività e iniziative nel quartiere –. Nella prima parte promuoviamo il territorio attraverso le buone notizie, nella seconda ospitiamo i protagonisti positivi di Scampia e nella terza l'agenda ricorda degli appuntamenti culturali». Insomma, la prima buona notizia è che quando ci si mette insieme, Scampia stupisce, e in positivo.(AVVENIRE

Birocchi ascoltato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato sulla Riforma dell’Ordine

odgfacebookLa distinzione netta tra informazione e pubblicità costituisce uno degli elementi di garanzia per i lettori che maggiormente caratterizzano la trasparenza e l’autorevolezza della professione giornalistica. Lo ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna Francesco Birocchi al termine della audizione presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato sulla Riforma dell’Ordine. Troppo spesso  - ha aggiunto - si assiste ad invasioni di campo più o meno mascherate che rischiano di creare confusione tra articoli giornalistici e messaggi pubblicitari. Il Testo Unico dei doveri prescrive che “Il giornalista assicura ai cittadini il diritto di ricevere un’informazione corretta, sempre distinta dal messaggio pubblicitario attraverso chiare indicazioni”. Il contratto di lavoro giornalistico, ribadisce il concetto deontologico e aggiunge che: «I direttori sono garanti della correttezza e della qualità dell’informazione anche per quanto attiene il rapporto tra testo e pubblicità». L’Ordine dei Giornalisti della Sardegna - ha concluso Birocchi - ha in progetto un evento formativo specifico su questo tema così importante e delicato per la professione. (OdG)

JOSHUA TOPOLSKY: «IL GIORNALISMO HA UN FUTURO SOLO SE LA SMETTE COL CIARPAME!»

1ca6La crisi del giornalismo secondo Joshua Topolsky. Uno dei più noti, ascoltati e (forse) autorevoli giornalisti statunitensi, spezza una lancia contro le notizie acchiappaclic. Notizie spazzatura le chiama Topolsky, che hanno fatto la fortuna degli editori dell’era di Internet e hanno però massacrato la categoria dei giornalisti sempre più invogliata a pubblicare qualunque cosa possa solleticare la curiosità del pubblico. A scapito ovviamente della qualità della notizia, della sua veridicità, dell’interesse reale e del suo impatto. La crisi dell’editoria è ormai la crisi del giornalismo in quanto tale. Tutti, grazie ai social, pubblicano e dicono la loro. Quasi sempre senza costrutto, senza alcuna base e soprattutto senza verificare se ciò che passano abbia la dignità di notizia o fatto. Ciò ha prodotto il logico e sistematico impoverimento della professione giornalistica aprendo un contestuale baratro occupazionale anche in testate di altissima qualità. Che infatti ovunque nel mondo non vivono momenti facili. Si chiamino Guardian o Financial Times o New York Times o Le Monde o Corriere della Sera, tutti hanno dovuto avere a che fare con nuovi tagli di personale. Perciò è una boccata d’ossigeno questa che arriva da un fuoriclasse del giornalismo d’oltreoceano. Perché quello declinato da Joshua Topolsky, di Vox,  è un vero e proprio manifesto contro quello che per anni è stato, e continua ad essere, il modello di business di parecchie testate, anche gloriose: la ricerca ossessiva di clic. «I video — spiega Topolsky — non salveranno quel modello. Non lo faranno i bot, le newsletter, le app, i briefing del mattino, Snapchat, Twitter o Facebook. La convinzione, disperata, di editori e giornalisti è che arriverà “Qualcosa in grado di risolvere il Problema”». Il Problema, è la perdita, con l’avvento di Internet, del controllo delle piattaforme distributive, che garantiva vantaggi competitivi e margini sostanziali. «I media tradizionali hanno reagito prima ignorando il problema, poi rimediando alla perdita di valore con la quantità». Quantità di non notizie, che si sono rivelate come una vera e propria fabbrica di produzione di ciarpame (shit, è il termine usato da Topolsky). Tanto ciarpame. Facile ciarpame. Valanghe di ciarpame. Solo che adesso a nessuno frega più niente di quel ciarpame. Perchè tutti, ma proprio tutti hanno capito che solo di quello si tratta. Topolsky sostiene perciò che c’è già un’audience sempre più consapevole, connessa e mutevole che il ciarpame non lo vuole più. «Pretende contenuti buoni. Li troverà. E sarà pure disposta a pagare per averli» dice il giornalista. Che poi conclude: «Bisogna smetterla di voler parlare a tutti: le cose migliori mai fatte, nel giornalismo, non puntavano a parlare a tutti, ma a un pubblico preciso. Bisogna tornare a fare cose sensate per persone reali: voci, storie, talenti, idee. Prodotti e storytelling, non titoli e scopiazzature». Più che una speranza una indicazione precisa per una professione in crisi. Chissà se lo capiremo davvero.( Secolo)

GIORNALISMO E LEGALITÀ, CRONISTI E STUDENTI INSIEME PER DIRE "NO" ALLA MAFIA

1ca0Cronisti e studenti insieme per dire "no" alla mafia. Questo il senso dell’iniziativa "Giornalismo e legalità" organizzata, tra le molte altre manifestazioni della giornata #PalermoChiamaItalia dedicato alla commemorazione delle stragi di Capaci e di via D’Amelio.Un incontro, quello tenutosi ai Cantieri culturali alla Zisa, in gran parte dedicato alla proiezione di documenti video, prima di dare il via al dibattito. Luca Licata ha presentato "1367 La tela strappata", opera di suo padre Giancarlo. Il regista Pasquale Scimeca ha poi introdotto la visione del suo documentario dal titolo "Il maxiprocesso" e a seguire è stato proiettato il breve cortometraggio sulla legalità che gli studenti della scuola media Politeama hanno realizzato partendo dal discorso agli ateniesi di Pericle.A questo punto spazio al confronto, aperto e moderato da Ivan Scinardo, direttore del Csc. Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha proposto di proiettare "La tela strappata" in Fnsi il 19 luglio, data dell’anniversario dell’assassinio di Paolo Borsellino, mentre Riccardo Arena, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sicilia, ha ipotizzato una sinergia tra giornalisti e film maker per dar vita ad un progetto finalizzato alla realizzazione di video notizie.Idea ripresa anche da Paolo Butturini, responsabile per la formazione della Fnsi, che ha anticipato l’intenso racconto di Michele Albanese, delegato della Federazione della stampa ai progetti per la legalità. Albanese ha parlato agli studenti e ai giornalisti presenti della sua personale vicenda di cronista di provincia che vive sotto scorta, mentre, dopo di lui, il segretario dell’Associazione siciliana della Stampa, Alberto Cicero, ha approfondito la difficile situazione occupazione dei giornalisti dell’isola e il fenomeno dei minacce ai cronisti.Attilio Bolzoni, giornalista de La Repubblica, ha invece ripreso il concetto di "mafia liquida" introdotto da Albanese per evidenziare come il fenomeno mafioso si sia adeguato ai tempi trasformandosi in una vera e propria multinazionale del crimine. E infine il direttore della sede Rai della Sicilia, Salvatore Cusimano, amico di Giancarlo Licata e testimone diretto delle stragi del 1992, ha raccontato i suoi ricordi di quei tremendi giorni di 24 anni. (FNSI)

MINACCE VIA WEB IN SARDEGNA, ODG(BIROCCHI): “INACCETTABILE E PERICOLOSO”

1ca2“All’avvicinarsi degli appuntamenti elettorali spesso si accendono gli animi e qualcuno è indotto a trascendere. I social network, e Facebook in particolare, diventano talvolta veicoli di insulti e persino di minacce. È accaduto nei confronti della testata “Casteddu on line” che ha pubblicato articoli e notizie riguardanti candidati e partiti politici con contenuti contestati dagli interessati” Lo scrive in una nota l’Ordine dei giornalisti della Sardegna presieduto da Francesco Birocchi. “Così – prosegue il comunicato – nella bacheca di un personaggio politico di rilievo sono apparsi commenti con minacce dirette o indirette ai giornalisti di quella testata. Questo è inaccettabile e molto pericoloso per gli effetti che potrebbero produrre. L’Ordine dei giornalisti della Sardegna condanna senza esitazione tali comportamenti e invita tutti ad un uso responsabile del web e dei social network, anche nella pubblicazione dei commenti di terzi, nel rispetto della legge e dei rapporti di civiltà. Chi si sente diffamato può chiedere la rettifica delle notizie ritenute false e rivolgersi alla magistratura ordinaria e anche all’Ordine dei giornalisti, che vigila sul rispetto delle regole deontologiche da parte degli iscritti e, attraverso il Consiglio di disciplina territoriale, è dotato di potere sanzionatorio”.(sardiniapost)