Professione

Le notizie che riguardano il giornalismo e la comunicazione

EGITTO: CONDANNATI A MORTE TRE GIORNALISTI NEL PROCESSO CONTRO MOHAMED MORSI

1aaeCi sono anche tre giornalisti fra i sei condannati a morte nel processo per spionaggio contro Mohammed Morsi, al Cairo. Per l’ex presidente egiziano e altri 4 imputati la sentenza è stata rinviata al 18 giugno.Due fra i giornalisti giudicati colpevoli in contumacia, Alaa Omar Mohamed Sablan e Ibrahim Mohamed Hilal, lavorano per al-Jazeera, la televisione con sede in Qatar, Paese al centro del caso giudiziario.Tutti gli 11 imputati sono infatti accusati di aver venduto all’intelligence di Doha documenti riservati sulla sicurezza dell’Egitto.Le richieste di pena capitale – come previsto dalla legge – passano adesso all’esame del Gran Muftì, che esprimerà un parere non vincolante.Si tratta del quarto processo contro l’ex leader dei Fratelli Musulmani, organizzazione messa al bando in Egitto: in altri tre casi separati Morsi è stato condannato a morte per un’evasione di massa di militanti della Fratellanza dal carcere durante la rivoluzione del 2011, all’ergastolo per spionaggio a favore di Hamas, Hezbollah e l’Iran, e a 20 anni per l’arresto e la tortura di oppositori.(EUNEWS)

SIRIA, LIBERATI 3 GIORNALISTI SPAGNOLI

1aaf0 Dopo 9 mesi e 26 giorni di prigionia, sono stati liberati, grazie alla mediazione di Turchia e Qatar, i tre giornalisti spagnoli sequestrati in Siria il 12 luglio 2015. Lo rende noto una portavoce del governo spagnolo, garantendo che "stanno tutti bene". I tre, Antonio Pampliega, José Manuel Lopez e Angel Sastre, erano stati sequestrati da un gruppo armato dopo essere entrati ad Aleppo, mentre la città siriana era sconvolta da combattimenti tra le forze lealiste e ribelli Isis.(RAINEWS)  

FNSI: CN, ENTRO L’ANNO CONGRESSO SULLE RIFORME

1aas5Il Consiglio nazionale della Fnsi, riunito a Roma, ha approvato a larghissima maggioranza, con due astenuti e quattro voti contrari, la relazione del segretario generale Raffaele Lorusso. Fra i temi affrontati, il ruolo della Federazione nazionale della stampa italiana nelle battaglie per la libertà e per i diritti di tutti i giornalisti e per la dignità e il decoro della professione.

Soltanto in un quadro generale in cui vengano affermate e riconosciute le specificità e il rilievo costituzionale della professione giornalistica e del pluralismo dell’informazione è possibile affrontare i nodi strutturali del sistema. A cominciare dal contratto nazionale di lavoro, il cui rinnovo, al centro del negoziato con la Fieg, deve puntare alla definizione di un complesso di norme che assicurino diritti e tutele a tutti i giornalisti, a prescindere dai singoli comparti e dalle singole realtà aziendali, premessa necessaria per allargare il perimetro degli occupati.

La sfida della qualità e il rilancio dell’occupazione, attraverso la progressiva inclusione nell’area del lavoro dipendente dei giornalisti attualmente privi di diritti e di tutele perché ingabbiati in contratti atipici, devono essere i punti qualificanti del negoziato contrattuale.

Fondamentale è anche l’approvazione in tempi brevi della proposta di legge di riforma dell’editoria, necessaria per chiudere in fretta i processi di ristrutturazione aziendale ancora in atto e avviare una fase di rilancio del mercato e dell’occupazione.

Il Consiglio nazionale della Fnsi, in sintonia con il segretario generale, considera imprescindibile affrontare in sede parlamentare il problema della definizione di una normativa quadro che consenta di regolare i processi di fusione e concentrazione editoriale, alcuni dei quali già annunciati, salvaguardando il pluralismo dell’informazione, l’autonomia delle redazioni e i livelli occupazioni e garantendo la trasparenza degli assetti proprietari.

Pieno sostegno, inoltre, all’iniziativa dell’Usigrai, che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti e alle autorità di garanzia contro il tentativo in atto nel servizio pubblico radiotelevisivo di togliere ai direttori delle testate giornalistiche i poteri previsti dal contratto nazionale di lavoro per trasferirli ad una sovrastruttura, la direzione editoriale, non prevista né dalle leggi né dal contratto, con il rischio di indebolire l’autonomia delle testate e dei giornalisti.

È altresì necessaria una riforma dell’Ordine nazionale dei giornalisti che, in linea con la proposta di legge attualmente in discussione in Parlamento, dia forma ad un’organizzazione professionale aderente alla realtà del mercato del lavoro e che assicuri rappresentanza a chi vive realmente di giornalismo.

Via libera, infine, alla riforma dello statuto della Fnsi, con il mandato a convocare entro l’anno il congresso statutario, secondo i deliberati congressuali. (FNSI)

ATTENTATO A DUNDAR. FNSI ALL'UE: PONGA LIBERTÀ DI STAMPA AL CENTRO NEGOZIATO CON ANKARA

1aarCan Dundar, direttore del quotidiano di opposizione turco Cumhuriyet, è stato aggredito oggi pomeriggio fuori dal tribunale di Istanbul dove si stava celebrando il processo a carico suo e del caporedattore dell'ufficio di Ankara del giornale, Erdem Gul. «Non conosco il nome di chi ha tentato di ammazzarmi, ma conosco chi ha fatto di me un bersaglio», ha detto Dundar subito dopo l'attentato al quale è fortunosamente scampato. Dopo l'attentato il processo è ripreso e la corte ha deciso di condannare i due giornalisti rispettivamente a 5 anni e 10 mesi di prigione, Dundar, e 5 anni, Gul, per violazione di segreto di Stato.

«Le sue parole – commentano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti – si riferiscono alla violenta campagna di odio scatenata dal presidente Erdogan che ha fatto trascinare in tribunale Dundar e il suo collega Erdem Gul, accusati di essere complici dei terroristi per il solo fatto di aver fatto il loro mestiere di cronisti. Qualche giorno fa siamo andati a protestare davanti all'ambasciata turca, ora chiediamo alle istituzione europee di porre il tema della libertà di informazione al centro del negoziato con la Turchia». (FNSI)

EGITTO: GIORNALISTI, DIMISSIONI MINISTRO INTERNO O SCIOPERO

1aad5Un'assemblea  del Sindacato dei giornalisti egiziani ha varato una serie di richieste sulla libertà di stampa in Egitto che includono le dimissioni del ministro dell'Interno Magdy Abdel Ghaffar. Se non saranno soddisfatte entro martedì, potrebbero far scattare uno "sciopero". È quanto emerge da un comunicato dell'organizzazione diffuso al Cairo.
Oltre alle dimissioni del ministro, il documento varato dall'assemblea chiede "scuse chiare a tutti i giornalisti da parte della presidenza" egiziana e "del governamento per il crimine dell'incursione" nella sede del sindacato. Inoltre viene chiesta la "scarcerazione di giornalisti" detenuti e il varo di una legge "che vieti la prigione nei processi sui reati di stampa".
Fra l'altro, è stato deciso di indire per martedì una "conferenza generale per esaminare l'organizzazione di uno sciopero di tutti i giornalisti". Il nesso fra richiesta di dimissioni e sciopero viene sottolineato da una sintesi del documento fatta dal sito Al-Ahram.
L'assemblea inoltre ha deciso di "proibire" l'uso del nome di Ghaffar e di pubblicare solo "sue foto negative", fino a ignorare qualsiasi notizia del ministero dell'Interno "se il ministro non sarà licenziato". L'assemblea poi chiede a quotidiani egiziani ed arabi di pubblicare le prime pagine di domenica senza colori, usando solo il nero, e di listare a lutto i propri siti internet apponendovi "bande nere".
L'assemblea era stata indetta per affrontare la situazione dall'arresto di due giornalisti presi dalla polizia all'interno del Sindacato della stampa, edificio in cui le forze dell'ordine non avevano mai eseguito misure cautelari nei 75 anni dell'istituzione. La Procura generale, in un proprio comunicato, ha difeso la legittimità degli arresti sostenendo che "non hanno nulla a che fare col loro lavoro di giornalisti" e che sono stati compiuti per violazioni "del codice penale e della legge sul terrorismo".(SWISSINFO)