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GIORNALISMO: CONSEGNATO A MONS. POMPILI IL PREMIO “ANGELO NARDUCCI”

1Leric375Prem 47050789 300A Lerici, in occasione della quarantesima edizione della festa di Avvenire, è stato consegnato a monsignor Domenico Pompili, vescovo eletto di Rieti e già direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei, il premio giornalistico intitolato ad “Angelo Narducci”, storico direttore di “Avvenire”. “Nella sua lunga attività nel campo dell’informazione monsignor Pompili - si legge nella motivazione - ha saputo proporre, anche attraverso i nuovi linguaggi della comunicazione digitale, l’autentica e perenne novità del Vangelo. In particolare ha riconosciuto che il mondo del web, quale parte ormai integrante della nostra realtà quotidiana, può essere un antidoto potente alla frammentazione e all’astrazione disumanizzante”. “Coerentemente - prosegue la motivazione -, si è impegnato per una nuova comunicazione sociale valorizzando non tanto la mera trasmissione di contenuti tra soggetti, quanto l’instaurazione di una relazione tra gli interlocutori”. A consegnare il premio a monsignor Pompili sono stati il vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato, monsignor Luigi Ernesto Palletti, e il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.  (SIR)

CASO CROCETTA: IACOPINO E MELODIA A RADIO VATICANA, CAMBIARE MODO DI FARE GIORNALISMO?

1enzo-iacopino-608887 tn-horzSconcerto, disorientamento, incredulità. Prima per una presunta conversazione tra il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, e il suo medico personale, Matteo Tutino, riportata dal settimanale l'Espresso secondo cui lo stesso Tutino avrebbe augurato all'ex assessore Lucia Borsellino di fare la stessa fine del padre (Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia ndr) nel silenzio di Crocetta. E poi per la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Palermo dei due cronisti autori dello 'scoop' accusati di diffusione di notizia falsa e calunnia. Dopo che la stessa Procura di Palermo e i magistrati di Caltanissetta e Messina si erano affrettati a smentire l'esistenza di tale documento così scottante. Una vicenda oscura che getta ombre sulla già minata credibilità dei giornalisti italiani.
Il fatto che la procura abbia indagato i colleghi non vuol dire che siano colpevoli, anzi. Spiega Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti: "Vuol dire che la magistratura vuole fare chiarezza sulla vicenda. E i due nostri colleghi dovranno dare delle spiegazioni ragionevoli. Perché noi abbiamo diritto ad avere chiarezza. Se i due cronisti saranno in grado di documentare l'esistenza di questa intercettazione bene, altrimenti avranno una responsabilità molto grande; e bene ha fatto l'Ordine della Sicilia ad aprire un'istruttoria. Una cosa però mi inquieta: per cercare di far luce sulla verità ho proposto, a nome dell'Ordine Nazionale, una sorta di arbitrato al direttore dell'Espresso che però l'ha rifiutata. Mentre il difensore di Crocetta si è detto disposto a far certificare da noi l'esistenza o meno della famosa 'documentazione'. Questo mi inquieta davvero un po' ".
Che la vicenda avrà degli strascichi sul rapporto  già precario tra giornalisti e lettori ne è però convinto Andrea Melodia, presidente dell'Unione Cattolica Stampa Italiana, che al di là di come si concluderà l'inchiesta spiega che "non è deontologicamente corretto pubblicare intercettazioni 'per sentito dire', bisogna pubblicare anche le prove. E se non si hanno, meglio non pubblicare. I giornalisti non godono di ottima stima tra i cittadini italiani e questi fatti non fanno altro che aggravare la situazione". (RADIOVATICANA)

INTERCETTAZIONI: EMENDAMENTO PD 'NO CARCERE GIORNALISTI'. SPADARO: DIFESO DIRITTO STAMPA

1orl-horzNiente carcere per i giornalisti. Dopo le polemiche degli ultimi giorni il ministro della Giustizia Andrea Orlando in mattinata ha smorzato i toni sulla vicenda delle intercettazioni ("nessuna volontà di colpire la stampa") e a stretto giro è arrivata la proposta di modifica al testo a firma del Pd che esclude il carcere per i giornalisti. Il testo è approdato questa mattina in Aula alla Camera per la discussione generale.L'emendamento Dem - Il Pd presenta un emendamento a firma Verini-Ermini al ddl di riforma del processo penale che esclude la punibilità per i giornalisti che nel'ambito del diritto di cronaca utilizzano conversazioni registrate di nascosto. Esclusa anche la punibilità per registrazioni utilizzate in processi penali e amministrativi o per l'esercizio del diritto di difesa.
Orlando, non c'è volontà di colpire la stampa - "Credo che anche la rapidità con la quale si è ritenuto di dover riscrivere la norma dimostri che non c'era alcuna volontà di colpire la stampa": così il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha commentato a margine di un incontro a Expo l'emendamento Pagano sulle intercettazioni al ddl sul processo penale. Riguardo alla possibilità di una clausola di salvaguardia per i giornalisti, il ministro Orlando ha precisato: "mi sembra che si stia andando in questa direzione, era quello che avevamo auspicato, cercando di spiegare meglio i caratteri delle attività fraudolente e quindi anche quali sono i soggetti titolati a esercitare un qualche modo a quella funzione". "Quella ed un ritocco della pena - ha aggiunto - possono dare una risposta compiuta a una polemica, forse eccessiva e che comunque merita attenzione".
La precisazione della relatrice La contestata norma sulle intercettazioni "non si applica alle inchieste giornalistiche". Lo ha detto nell'Aula della Camera la presidente della commissione Giustizia di Montecitorio Donatella Ferranti (Pd) aprendo la discussione generale sulla riforma del processo penale. "Se non ci saranno emendamenti che precisino ciò - ha annunciato - mi farò promotore di un emendamento per proporre aggiustamenti che fughino ogni dubbio e strumentalizzazione".
Spataro, serio attacco al giornalismo d'inchiesta
E' un "serio attacco al giornalismo d'inchiesta" e rischia di avere anche conseguenze negative sui processi, limitando nei fatti la possibilità di acquisire prove, la norma approvata dalla Commissione Giustizia della Camera sulle immagini e sugli audio "rubati". Il giudizio severo sull'emendamento al ddl del governo sul processo penale, presentato nella delicata materia delle intercettazioni dal deputato Alessandro Pagano, è del procuratore di Torino Armando Spataro, che condivide l'allarme del presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, anche su un'altra modifica introdotta dalla Commissione Giustizia al provvedimento: quella che dà solo tre mesi di tempo al pm per decidere, alla fine delle indagini preliminari, se chiedere il rinvio a giudizio o l'archiviazione.
Una norma "ancora più pericolosa" per il sistema processuale penale", dice Spataro, facendosi portavoce di un timore condiviso dai colleghi che come lui sono alla guida di procure importanti e con i quali ha avuto modo di confrontarsi. La polemica di questi giorni è incentrata però soprattutto sull'emendamento Pagano, che il capo dei pm di Torino contesta non solo per i suoi contenuti, ma anche per la mancanza di "una seria e adeguata riflessione", visto che "già adesso è possibile punire chi diffama e chi interferisce nella vita altrui". Ma sono soprattutto le conseguenze negative della norma a preoccupare. La prima è che si "limita la possibilità di acquisire prove, spesso importanti, nei processi penali. Perché nonostante sia prevista l'esclusione della punibilità quando le riprese (ma non le "registrazioni"!) costituiscano prova nell'ambito di un procedimento dinanzi all'Autorità Giudiziaria, l'effetto dissuasivo della norma sarebbe comunque evidente".
"Ancora più grave" però l'attacco al "diritto-dovere di informazione della stampa che in democrazia va difeso con forza". "Il legislatore - dice Spataro - deve convincersi che non gli spetta né valutare la rilevanza di una conversazione in un processo penale (che compete ai giudici), né la rilevanza pubblica della notizia. E' naturalmente vero che sia a magistrati che a giornalisti si deve chiedere professionalità ed attenzione perché i primi sappiano ben maneggiare uno strumento certamente invasivo rispetto alla privacy delle persone, e perché i secondi evitino di giustificare il ricorso al puro gossip con il diritto di cronaca. Ma in caso di criticità, la legge prevede già gli strumenti per farvi fronte, in particolare quelli disciplinari per i giornalisti. Discutiamo, allora - prosegue Spataro - dei limiti e dell'estensione della fase di segretezza delle conversazioni registrate ma evitiamo salti avventurosi nel buio sventolando la minaccia del carcere, proprio nel momento in cui si discute la necessità, persino in modo troppo ampio, di limitare la reclusione" .
Il maggiore allarme dei procuratori è però per la norma che dà un tetto di tre mesi al pm per trarre le sue conclusioni su un'inchiesta. "Sembra che il legislatore non si renda conto di quale è la realtà in cui operano le procure e di quali siano le modalità investigative in molti processi, non solo in quelli di una certa gravità. Un conto, infatti, è prevedere giustamente termini delle indagini preliminari, scaduti i quali non possono essere acquisiti ulteriori elementi di prova, altro è ignorare che, scaduti tali termini, la polizia giudiziaria deve spesso redigere informative complesse ed i pubblici ministeri - che operano in una situazione strutturale a dir poco emergenziale - devono trarre dagli atti precise e ragionate conclusioni.
Prevedere che, dopo tre mesi dalla fine delle indagini, i procuratori generali avvisati di ciò siano obbligati ad avocare le indagini stesse costituisce inoltre uno strappo al sistema che limita le competenze delle procure generali a casi di motivata criticità. Ben possono esservi ritardi ingiustificati nelle conclusioni dei pm, che non a caso sono in questi casi soggetti a responsabilità disciplinare. Ma trasformare le possibili patologie in ragioni di cambiamenti così profondi e pericolosi per la delicatezza delle indagini significa - avverte Spataro - dar spazio a prassi burocratiche e amputare il corretto esercizio del principio di obbligatorietà dell'azione penale". (ANSA).

V CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE: AL VIA GLI ACCREDITI STAMPA

1logo 3I giornalisti e gli operatori della comunicazione interessati a seguire i lavori del V Convegno Ecclesiale Nazionale, che si svolgerà a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015, possono richiedere l’accredito.
L’accredito-stampa per il convegno sarà valido anche per la visita del Santo Padre a Firenze di martedì 10 novembre (al mattino in Cattedrale e nel pomeriggio allo Stadio).
Quanti fossero interessati a seguire la visita di Papa Francesco a Prato (subito prima del suo arrivo a Firenze), dovranno accreditarsi direttamente presso l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Prato: comunicazioni@diocesiprato.it  
 
Come richiedere l’accredito per Firenze
Alla pagina http://www.iniziative.chiesacattolica.it/Accreditistampafirenze2015 i giornalisti e gli operatori dovranno innanzitutto, se non lo hanno già fatto in passato, registrarsi e poi potranno procedere con la richiesta di accredito.  
Saranno prese in considerazione le richieste provenienti da giornalisti (muniti di tessera professionale), operatori tv, fotografi e tecnici. Quanti riceveranno l’accredito potranno accedere alla Sala Stampa della Fortezza da Basso e alle aree ad essi riservate in occasione della visita del Papa e, nel caso dei giornalisti, riceveranno via mail il materiale disponibile durante i lavori del Convegno.
Le richieste di accredito dovranno pervenire entro domenica 25 ottobre 2015.
Attenzione: per motivi organizzativi (legati anche al viaggio del Santo Padre) non saranno prese in considerazione le richieste pervenute oltre tale data.
 
Come ritirare il “pass”
Da lunedì 26 a venerdì 30 ottobre gli accreditati potranno ritirare il “pass” (necessario per l’accesso al Convegno e alla tappa fiorentina della visita del Santo Padre) a Roma, presso la sede della CEI in Circ.ne Aurelia 50, dalle ore 10 alle 17 (venerdì 30 fino alle 12).
Da lunedì 2 a martedì 10 novembre la distribuzione del “pass” agli accreditati proseguirà a Firenze, presso il Centro Arte e Cultura (Piazza San Giovanni, 7), dalle ore 9 alle ore 18.
Da mercoledì 11 novembre in poi, chi ancora non avesse ritirato il “pass” potrà presentarsi direttamente presso la Fortezza da Basso, all’ingresso di Porta Santa Maria Novella, esibendo la stampa della mail di accettazione della richiesta di accredito.  
Ulteriori e più dettagliate informazioni saranno fornite con l’avvicinarsi all’evento. (CEI)

ECCO IL PRIMO CORSO DI LAUREA PER DIVENTARE STARTUPPER

1logo almed int-horzDiventare Digital Enterpreneur affiancati dalle competenze di docenti e imprese esperti del settore è l’obiettivo che si propone il corso executive in Digital Startupper che partirà il prossimo settembre inUniversità Cattolica promosso dall’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (Almed)insieme a Digital Magicsventure incubator di start up innovative digitali quotato in Borsa, e a Talent Garden, network europeo di co-working e community di innovatori digitali.

Il corso, pensato per manager o per laureati con laurea magistrale ed esperienza professionale, capacità ideativa e imprenditoriale, fornirà le conoscenze, gli strumenti, le dinamiche di sviluppo per tradurre in un progetto e in un piano efficace la propria idea di start up destinata a operare nel mondo digitale.

Inoltre Digital Startupper vuole essere un collettore di energie creative e produttive nell’ambito delle startup italiane e intende supportare i partecipanti per inserirli all’interno degli incubatori e degli ambienti di co-working più adatti rispetto alle loro vocazioni ed esigenze.

Trattandosi di un corso professionalizzante e con molteplici attività di coaching e di lavoro guidato, è previsto un massimo di 15 iscritti. L’accesso sarà subordinato alla presentazione di un pre-progetto proposto dai singoli candidati e valutato dal comitato direttivo durante il Pitch Day del 14 settembre.

Il corso comincerà il 25 settembre 2015 e le lezioni si svolgeranno al venerdì e al sabato per nove settimane consecutive per un totale di 105 ore formative, presso l’Università Cattolica. Le iscrizioni sono aperte fino al 10 settembre, per informazioni e iscrizioni si può consultare la pagina online del corso.

L’idea migliore emersa dal corso avrà la possibilità di essere valorizzata ed eventualmente supportata con un processo di incubazione all’interno di Digital Magics. Il secondo e il terzo progetto meglio classificato verranno segnalati ad altre realtà dell’ecosistema digitale italiano.(AFFARITALIANI)