Professione

Le notizie che riguardano il giornalismo e la comunicazione

EDITORIA: LA SICILIA COMPIE SETTANTA ANNI

la-sicilia-70anniIl 15 marzo del 1945 partiva l’avventura de “La Sicilia”, destinata a diventare, nei decenni, una delle voci più ascoltate del panorama editoriale del Meridione d’Italia. I mezzi, a cominciare dalla carta, scarseggiava- Ino e sulla stampa gravava la censura da parte degli Alleati: non certo opprimente come quella fascista, ma comunque in grado di condizionare la nuova iniziativa editoriale che si confrontava con la ritrovata libertà. La sfida era difficile e ambiziosa: si trattava di rilanciare, dopo il ventennio della dittatura e i terribili anni della guerra, il pensiero liberale in Sicilia. Avendo a cuore, insieme, la specificità regionale e la dimensione nazionale italiana, in un momento in cui cominciava a soffiare il vento del separatismo. 
Nelle intenzioni del primo direttore, Alfio Russo, una delle firme più autorevoli del giornalismo italiano, il nuovo quotidiano doveva rappresentare la voce della Sicilia nuova, della borghesia illuminata e moderna, anticomunista nella temperie del dopoguerra, non conservatrice. Un progetto innovatore e inclusivo, sostenuto con piglio e mentalità imprenditoriale, che ottenne l’appoggio e la collaborazione della migliore tradizione liberale italiana – da Croce, a Orlando e Einaudi – e di personalità come Luigi Sturzo, attento fautore delle autonomie nel Paese.
Nell’editoriale del primo numero Alfio Russo scriveva che il nuovo giornale «non pretende di risolvere i problemi siciliani antichi e nuovi, e purtroppo gravi e difficili, ma non vorrà nemmeno complicarli eccitando le fantasie e invocando miracoli impossibili». Una posizione lucida e, per molti aspetti, anticipatrice di rischi della politica in Sicilia.
Celebrare i 70 anni di un giornale autorevole, testimone del persistente ruolo della stampa, in tempi non facili per l’editoria, è un evento ampiamente positivo. E diventa ancor più significativo in una Regione che, al pari di altre aree del Mezzogiorno, ha sofferto in modo forte le conseguenze della crisi internazionale con la accentuazione di storici divari.
Oggi “La Sicilia” continua a rappresentare, con la professionalità di coloro che la animano, una voce che guarda alle attese di forze vive della società, al lavoro per l’innovazione e il progresso, energie che non rinunciano all’esercizio della critica, impegnate nell’affermazione del principio di legalità, in un contesto spesso difficile.(AGI)

SNAPCHAT: DISCOVER E IL NUOVO GIORNALISMO “MORDI E FUGGI”

1piazza-500x280In America ne parlano tutti, in Italia un po’ meno. Dallo scorso gennaio Snapchat, il servizio di messaggistica istantanea simile a WhatsApp, è diventato anche contenitore editoriale con la funzione Discover, che diffonde notizie della durata di 24 ore. Grandi testate quali CNN, Daily Mail, Cosmopolitan, Vice, Yahoo News tra le altre hanno deciso di partecipare al progetto. L’esperimento si basa su due pilastri: da una parte la concezione di un’informazione a breve scadenza (lo spazio di un giorno) e dall’altra l’investimento crescente dei media tradizionali sui cosiddetti app media.
L’applicazione ideata nel 2011 tra i banchi di Stanford da Evan Spiegel e Bobby Murphy, permette di inviare messaggi, foto e video pronti a scomparire in poco tempo. Il successo è immediato, ad oggi si contano circa 100 milioni di utenti, e i dati puntano a moltiplicarsi. Secondo Bloomberg, la startup potrebbe raccogliere investimenti del valore di 500 milioni di dollari, più i 200 milioni non confermati della compagnia cinese Alibaba, portando la sua valutazione ad oscillare tra i 16 e i 19 miliardi. Ad integrare questo felice scenario c’è poi la nuova funzione, concepita per estendere il sistema collaudato nella chat alle news.
“I social media ci dicono cosa leggere sulla base di ciò che è più recente o più popolare. Noi la vediamo in modo differente. Contiamo su editori e artisti, non su click o condivisioni, per stabilire ciò che è importante” si legge sul blog di Snapchat a fine gennaio “Quello che è notizia oggi, è storia domani”. Lo slogan è un primo elemento utile per farsi un’idea, eppure una risposta che arriva solo dai creatori del servizio non basta.
Per ora i media nativi online non ci pensano e se lo fanno è per capire come saranno conquistati i ragazzi tra i 13 e i 25 anni, la fascia degli affezionati della chat, i destinatari a cui puntare per le notizie “mordi e fuggi” (una delle formule con cui sono state ribattezzate), riprese dai siti e in parte originali. Grace Regan, co-fondatrice di Clippet, applicazione con news in formato audio, scrive sul Guardian che la platea giovane vuole contenuti “mobile-friendly, condivisibili e presentati in modo accessibile” per cui “bisogna richiedere di più dai partner editoriali se si vuole catturare l’attenzione della Generazione Y”. Annalee Newitz, alla guida del blog di tecnologia Gizmodo, firma un editoriale dal titolo Non preoccupatevi: Snapchat non è il futuro del giornalismo. Il futuro non sarà dunque racchiuso in tanti articoli, foto o video di un’ora? No, la questione è un’altra: “Gli app media non stanno distruggendo gli old media. Stanno solo diventando un’estensione dei vecchi mezzi di comunicazione”. (corriere.it)

FESTIVAL DEL GIORNALISMO DI PERUGIA, EDWARD SNOWDEN OSPITE SPECIALE: CINQUE GIORNIDI EVENTI, IL PROGRAMMA

1logo ijf«I giornali sono in crisi, il giornalismo non è mai stato meglio». Così Alan Rusbridger, lo scorso anno in apertura dell’ottava edizione del Festival del giornalismo. E’ dal 15 al 19 aprile l’appuntamento con quello che viene considerato ormai tra i più importanti media event nel panorama europeo e non solo: 5 giorni, oltre 200 eventi, oltre 500 speaker da 34 paesi diversi, tutto rigorosamente a ingresso libero. La nona edizione è all’insegna del «Tutti possono imparare tutti». «E’ un social network vivente» ha commentato Arianna Ciccone, fondatrice del festival insieme a Chris Potter durante la presentazione, nella sede del TimWcap a Roma,  dei 250 e passa eventi gratuiti che animeranno le giornate, tra panel, workshop, presentazioni di libri, e spettacoli.
Snowden, dibattito su sorveglianza e privacy Per la prima volta, in Italia, si terrà un dibattito che vedrà la partecipazione degli stessi protagonisti: Edward Snowden, il whistleblower che ha rivelato l’enorme portata delle pratiche di sorveglianza della NSA e Laura Poitras, la regista recentemente vincitrice di un premio Oscar per il documentario Citizenfour, in cui ha ripreso le riunioni avvenute tra Snowden e i giornalisti, e di un premio Pulitzer per l’inchiesta giornalistica che ha divulgato la storia. L’avvocato di Snowden, Ben Wizner (ACLU), e il direttore della neonata Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili Andrea Menapace analizzeranno le implicazioni della vicenda sui diritti umani.
Charlie Hebdo e la satira sotto attacco «Parleremo di giornalismo in Messico, Russia, ma la libertà è a rischio anche a casa nostra, le pressioni della politica, le querele temerarie, i freelance sottopagati sono dei problemi reali che minano l’indipendenza, per non parlare delle minacce della criminalità organizzata, avremo come ospite Lirio Abate un giornalista sotto scorta», ha detto la Ciccone. Una giornata sarà dedicata a Charlie Hebdo e la satira sotto attacco: «Non potevamo sottrarci al tema, lo faremo mostrando un documentario su Cabu, il vignettista ucciso nella strage».
IL PROGRAMMA
Tutti possono imparare tutti Il festival è diventato un appuntamento atteso da molti in tutto il mondo. Qualcuno lo ha definito ‘un social network live’. Ed è vero: a Perugia per 5 giorni si incontrano le mille voci, i mille colori di chi fa giornalismo, dei professionisti dell’informazione, dei cittadini che vogliono contribuire, del pubblico che vuole partecipare. L’economia del dono, la condivisione di saperi e competenze, il confronto e lo scambio sono il cuore del Festival, e spiegano gran parte del suo successo. Ecco perché lo slogan di questa edizione è: #ijf15 everybody learning from everybody else. Tutti possono imparare da tutti.
Perugia, meltin pot Secondo Arianna Ciccone «dopo un momento di crisi il festival si è consolidato ed è cresciuto» resta un meltin pot a cadenza annuale. Come sempre arriveranno da tutto il mondo i volontari, studenti, aspiranti giornalisti, fotografi provenienti 26 Paesi diversi: Albania, Belgio, Brasile, Bulgaria, Canada, Cina, Croazia, Etiopia, Germania, Guatemala, India, Iraq, Italia, Moldavia, Nuova Zelanda, Olanda, Repubblica Ceca, Russia, Slovacchia, Spagna, Sud Africa, Svezia, Ungheria, USA, Venezuela, Zambia.
Il racconto digitale dell’Umbria Dopo l’edizione dello scorso anno realizzata grazie al crowdfunding  quest’anno gli sponsor non mancano. A sostenere l’edizione 2015 del Festival in qualità di main sponsor infatti ci sono Amazon e Tim e in qualità di partner istituzionale la Regione Umbria, con cui il team del Festival ha realizzato un ‘racconto digitale’ dell’Umbria e dei luoghi del Festival per promuovere il territorio e le sue bellezze: umbria.festivaldelgiornalismo.com e umbria.journalismfestival.com. Confermati anche gli sponsor: Google, Nestlè, Sky e in qualità di sponsor istituzionali la Commissione Europea Rappresentanza in Italia.(UMBRIA 24)

RAI: UCOII, "ASSUMERE SUBITO GIORNALISTI MUSULMANI"

1ucIntervistato da Klaus Davi per il programma su YouTube KlausCondicio, il presidente dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia (Ucoii), Izzeddin Elzir, ha intimato ai vertici di viale Mazzini di assumere al più presto giornalisti musulmani. "Paghiamo il canone ma non siamo rappresentati - spiega - sarebbe bello avere una Lilly Gruber mussulmana". Una richiesta che ha trovato subito terreno fertile con Francesco Verducci, vice presidente della commissione di Vigilanza Rai, che ha accusato la tivù pubblica di "ignorare il contributo degli immigrati".
L'Ucoii fa leva sul numero dei musulmani in Italia, oltre 1,5 milioni. Un numero in continua crescita e che, a dire di Elzir, deve essere rappresentato anche in Rai. "Avere conduttori e giornalisti di fede islamica sarebbe un grande passo avanti verso l’integrazione - spiega - permetterebbe anche al servizio pubblico di dialogare con una comunità di oltre 1 milione e 600mila persone". (ILGIORNALE)

EXPO 2015, CONCORSO GIOVANI GIORNALISTI: CHI RACCONTERÀ MEGLIO QUALITÀ, INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ

1VIVI-EXPO-da-inviato1E' ufficialmente aperto il contest nazionale Feed your future – Il coraggio di raccontare i numeri di Giornalisti Nell’Erba #gNeLab e Birrificio Angelo Poretti, Birra Ufficiale di Padiglione Italia all'Expo 2015. L'obiettivo è quello di selezionare 8 inviati under 30 che, per tutto il periodo del grande evento milanese, in collegamento diretto con la redazione centrale di gNe, andranno a caccia di notizie su qualità, innovazione e sostenibilità e avranno così modo di raccontare da protagonisti il grande evento. I candidati, rigorosamente maggiorenni ma non oltre i 29 anni, hanno a disposizione un mese, fino al 23 marzo, per dare prova di essere veri reporter con la produzione di una video-intervista, una inchiesta, una interpretazione di tabella dati, post di Facebook e tweet in italiano e inglese (questo e questo i link da cui scaricare il bando). I leitmotiv sono due, legati e inseparabili: il cibo, il nutrimento del/per il futuro, e il coraggio di guardare lontano, fare grandi passi, fare scelte innovative e sostenibili.  Ciò che gli 8 inviati produrranno nel corso della loro esperienza ad Expo2015 – della durata di 10 giorni ciascuno – verrà pubblicato sul sito del Birrificio Angelo Poretti/Carlsberg Italia e su Italia dei Talenti, il portale web dedicato alle eccellenze italiane, oltre che sulla testata giornalistinellerba.it. Inoltre, le pubblicazioni saranno poi raccolte in un prodotto editoriale multimediale e in una rivista pronta per la stampa. A fine ottobre, gli 8 reporter saranno nuovamente in lizza, questa volta tra loro, per aggiudicarsi un ambito premio. Colui o colei che avrà scovato e raccontato meglio le innovazioni più sostenibili, intercettato le migliori interviste, lanciato i tweet e post più seguiti, vincerà un tirocinio formativo a norma di legge della durata dai 3 ai 6 mesi, che verrà concordata con mutuo accordo da parte dell'azienda e del vincitore, a partire indicativamente da gennaio 2016, nell'area Corporate Affairs di Carlsberg Italia, a Lainate (Milano). (LIBERO)