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StreetPress, un nuovo sito di giornalismo partecipativo

StreetpresseIn Francia cinque giovani professionisti formano e coordinano un centinaio di collaboratori per dare vita a un nuovo sito di informazione online che punta fare inchieste e informazione sul campo - Un budget di poco più di 100.000 euro all' anno

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Un nuovo sito di giornalismo partecipativo e indipendente in Francia. E' StreetPress.com, nato in questi giorni sull' esperienza di StreetReporters.

Un centinaio di collaboratori e sei giornalisti fissi, questo nuovo pure-player ha l' ambizione - spiega Florent Bouchardeau su Journalismes.info - di fare giornalismo investigativo e informazione sul campo.

Johan Weisz, cofondatore e direttore del sito, spiega che, rispetto a StreetReporters, la nuova testata è stata ripensata dalla a alla zeta.

Su StreetPress.com lavora una redazione di giornalisti professionisti che inquadrano e formano i collaboratori. Questi ultimi contribuiscono ai due flussi che caratterizzano il sito. Il primo funziona come una sorta di agenzia di stampa che sforna notizie a getto continuo: i collaboratori possono postare delle brevi informazioni che scovano in vari momenti e che saranno a priori. La media è di circa 30 al giorno.

Il secondo flusso invece raccoglie inchieste e reportage più approfonditi, prodotti sempre dai nostri collaboratori ma coordinati a monte dalla redazione, e ne dovremmo pubblicare almeno cinque a settimana. E cercheremo di differenziare bene le notizie e le inchieste, in modo che il lettore lo intuisca per bene.

Tutti i siti di informazione si sono messi a fare i partecipativi - aggiunge Weisz -,a ma ci si improvvisa giornalisti. Su StreetReporters i nostri collaboratori venivano formati dai giornalisti professionisti della redazione. Su StreetPress vogliamo andare oltre sul piano dell' interattività, cercando di offrire una informazione più codificata, più professionale. Il sito sarà più maturo.

Ma a forza di formare delle persone al giornalismo, non è che rubate il lavoro ai giornalisti professionisti?

Da noi i giornalisti professionisti fanno un lavoro di inquadramento, di coaching. Il lavoro è diverso da quello di altre redazioni. Ma io penso che si diventa giornalisti per il Lavoro che si fa, non per la busta paga che si riceve

Gli aspetti economici

Per quanto riguarda il lato finanziario, il budget è stato di circa 100.000 euro in 2 anni con StreetReporters. Con StreetPress si va oltre. Ma siamo totalmente indipendenti e abbiamo sostanzialmente tre fonti di finanziamento. Il primo è un accordo con alcune aziende che ci inviano delle persone da formare al giornalismo web. Il second sono I ricavi che otteniamo vendendo delle prestazioni a delle aziende private, come ad esempio dei video, con cui possiamo dare dei compensi ai collaboratori. E tre, infine, cerchiamo di sviluppare delle relazioni con degli sponsor che potrebbero sostenerci anche acquistando i nostri articoli per pubblicarli sui loro siti.

I tempi

‘'E' vero che non abbiamo gli stessi mezzi, per esempio, di TF1, per fare inchieste sul campo - rileva Weisz a proposito degli altri grossi siti di in formazione online -, ma abbiamo sicuramente la passione. Rispetto a Bakchich, siamo su un altro modello di redazione: loro devono rispettare dei tempi, noi possiamo permetterci anche di stare tre settimane su una inchiesta, con un collaboratore che lavora a mezzo o addirittura a un quarto di tempo.

A StreetPress non c' è la pressione del redattore capo, ed è il cronista che comanda. Il giornalista professionista non è sul campo ma ha il ruolo di coordinamento e orientamento delle inchieste e dei servizi, ha il compito di costruire valore. Ma, soprattutto, cerchiamo di fabbricare una informazione diversa per un risultato diverso, senza copiare altri siti di informazione. Si tenta di generare delle cose diverse". (lsdi)

Giornalisti:posta elettronica certificata

posta-elettronica-certificataE' scaduto il termine ordinatorio (ma si puo' ancora aderire) entro il quale tutti gli iscritti ad albi ed elenchi istituiti per legge devono comunicare all'Ordine il proprio indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) di cui devono, indipendentemente dalla loro posizione professionale o lavorativa personale, obbligatoriamente dotarsi.
Per i giornalisti, la comunicazione deve essere effettuata all'Ordine regionale di appartenenza. L'elenco dei gestori abilitati al rilascio della PEC è pubblicato nel sito del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione www.cnipa.it ove sono anche riportate informazioni di natura tecnica e risposte ai quesiti più frequenti.

Dopo 125 anni chiude Editor&Publisher, ‘’bibbia’’ dell’ industria dei quotidiani

La rivista e il sito web non sono stati inclusi fra le testate che la Nielsen Business Media ha ceduto a una nuova società - Cresce così la penuria di informazioni e opinioni indipendenti sul settore proprio mentre ci sarebbe invece bisogno di analisi obbiettive e oneste
Lo segnala Reflexion of Newsosaurus, spiegando che la rivista e il sito web, così come la Kirkus Book Reviews, non sono state incluse nella cessione di un pugno di pubblicazioni annunciata ieri dalla proprietà, la Nielsen Business Media.
La maggior parte delle testate economiche della Nielsen sono state acquisite da e5 Global Media Holdings, LLC, una nuova società formata da Pluribus Capital Management e Guggenheim Partners. Ma E&P e Kirkus non erano incluse nell' accord e questo dovrebbe portare alla decisione di cessare l' attività in entrambe le testate rimaste orfane.
"Con la chiusura di questa testata autorevole e la riduzione negli ultimi anni del numero di analisti affidabili specializzati in editorial - commenta Alan Mutter -, cresce la penuria di informazioni e opinioni indipendenti su questo settore in difficoltà proprio mentre ci sarebbe invece bisogno di analisi obbiettive e oneste".
Un ampio articolo sulla chiusura della testata è stato pubblicato ieri sul sito online di E&p, mentre la cessione è al centro anche di una analisi su Poynter.org (Romenesko). (lsdi)

Media sfuggiti a etica

bagnascoROMA, 4 DIC - 'Quando la comunicazione perde gli ancoraggi etici' rischia di 'condizionare la liberta' e la vita stessa delle persone'. Cosi' Bagnasco. Perche' la comunicazione 'sfugge al controllo sociale' e dunque 'finisce per non tenere piu' in conto la centralita' e la dignita' inviolabile dell'uomo, rischiando di incidere negativamente sulla sua coscienza, sulle sue scelte'. Il presidente Cei ha aperto il congresso Unione stampa cattolica italiana. Come la bioetica, serve, ha detto, un' 'infoetica'. (Ansa)