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Cnog/Fnsi: “La solitudine degli uffici stampa”: un convegno per discutere sulla legge 150


comunicazioneNel 2010 la legge 150 sugli uffici stampa compie 10 anni. E' il momento di fare un bilancio. Cosa è cambiato dopo la legge? In questa occasione il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI) hanno deciso di promuovere un momento di riflessione che coinvolgesse tutta la categoria: La solitudine degli uffici stampa. Stati generali dell'informazione degli uffici stampa .
Una realtà piuttosto complessa, ad iniziare dalla pubblica amministrazione, dove accanto all'introduzione del contratto giornalistico, vengono applicati i diversi contratti dei vari comparti. Di qui la necessità di un confronto che coinvolga i tanti interessi e punti di vista, sia sul piano della politica che quello sindacale.
Ma l'aspetto essenziale riguarda la possibilità da parte degli uffici stampa di svolgere il proprio compito nel rispetto della deontologia professionale e del pluralismo dell'informazione, come avviene per gli altri giornalisti italiani.
Il convegno, promosso dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, si svolgerà venerdì 29 gennaio 2010, presso la Sala "Mons. Di Liegro" della Provincia di Roma - Palazzo Valentini, a Roma in Via IV Novembre, 119/a, a partire dalle ore 9.30.

Editoria in crisi:2009-2010 in uscita almeno settecento giornalisti

testatequotidianiartDuemilanove, un anno durissimo, l'intero settore editoria è in crisi, ad oggi una trentina di società editoriali hanno fatto ricorso alle leggi sugli ammortizzatori sociali per esodi "strutturali", quindi definitivi. Il Dipartimento sindacale della Fnsi, insieme con i Comitati di Redazione, è impegnato ogni giorno su più tavoli di confronto in sede aziendale, Fieg e ministero del Lavoro, per ridurre le richieste contenute nei "piani di riorganizzazione in presenza di crisi", avanzate dalle aziende.
Nella stragrande maggioranza dei casi, l'esame dei bilanci e dei piani aziendali segnala un'assoluta carenza di progettualità sul "modello giornale" a fronte di una volontà precisa di scaricare costi sulla categoria e sullo Stato attraverso gli stati di crisi.
Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, ha stimato in almeno 700, i colleghi che lasceranno le aziende entro la fine del 2010. Se non fosse stato per il tempestivo intervento della Fnsi e dell'Inpgi sul governo per eliminare gli abbattimenti sui prepensionamenti, questi colleghi lascerebbero le aziende con pensioni falcidiate. Mentre oggi possiamo parlare di sostanziale tenuta dei livelli pensionistici della categoria. Comunque di molto superiori alle pensioni che avranno i colleghi che oggi si affacciano alla professione. L'attività politica congiunta Fnsi-Inpgi ha inoltre fatto si che il governo abbia posto a carico della fiscalità generale il peso dei prepensionamenti e non a carico dell'Inpgi. Due risultati fondamentali che attenuano l'impatto che è, e sarà, comunque doloroso sull'occupazione giornalistica. Da queste considerazioni emerge chiara la necessità che si faccia il punto sul settore. Che il governo, mantenga gli impegni presi, di fare al più presto gli Stati generali dell'Editoria, per individuare gli strumenti di sostegno all'editoria all'altezza della situazione. Una politica di mero taglio dei costi attraverso la legge 416 non paga, non è in grado di mettere in campo una strategia e gli strumenti adatti all'uscita dalla crisi.

Per avere un quadro della situazione pubblichiamo l'elenco delle aziende editoriali interessati alle vertenze:
Agenzia Italia, Il Gambero Rosso, Il Gazzettino, Il Mattino di Napoli, Il Messaggero, L'Eco di Bergamo, La Prealpina, La Provincia di Como, L 'Unità, Liberazione, Nuovo Giornale di Bergamo, L'Arena di Verona, Giornale di Vicenza, La Cub,a La Stampa, La Repubblica, Espresso, Mag Editoriale DNews, La Rinascita della Sinistra, Conti editore, Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport, Tuttosport, Rcs Periodici, Famiglia Cristiana, Periodici Arnoldo Mondadori , Hearst Mondadori ,Metro, L'Editoriale Bologna Rete 7, La Padania, Hachette Rusconi, Quotidiano di Calabria, Quotidiano della Basilicata, Radio Popolare, Cooperativa "19 luglio", Edizioni del Roma, Agenzia Ansa, Domus, Edisport editoriale, gruppo Food, Sole 24ore, Reed Business

 

 

StreetPress, un nuovo sito di giornalismo partecipativo

StreetpresseIn Francia cinque giovani professionisti formano e coordinano un centinaio di collaboratori per dare vita a un nuovo sito di informazione online che punta fare inchieste e informazione sul campo - Un budget di poco più di 100.000 euro all' anno

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Un nuovo sito di giornalismo partecipativo e indipendente in Francia. E' StreetPress.com, nato in questi giorni sull' esperienza di StreetReporters.

Un centinaio di collaboratori e sei giornalisti fissi, questo nuovo pure-player ha l' ambizione - spiega Florent Bouchardeau su Journalismes.info - di fare giornalismo investigativo e informazione sul campo.

Johan Weisz, cofondatore e direttore del sito, spiega che, rispetto a StreetReporters, la nuova testata è stata ripensata dalla a alla zeta.

Su StreetPress.com lavora una redazione di giornalisti professionisti che inquadrano e formano i collaboratori. Questi ultimi contribuiscono ai due flussi che caratterizzano il sito. Il primo funziona come una sorta di agenzia di stampa che sforna notizie a getto continuo: i collaboratori possono postare delle brevi informazioni che scovano in vari momenti e che saranno a priori. La media è di circa 30 al giorno.

Il secondo flusso invece raccoglie inchieste e reportage più approfonditi, prodotti sempre dai nostri collaboratori ma coordinati a monte dalla redazione, e ne dovremmo pubblicare almeno cinque a settimana. E cercheremo di differenziare bene le notizie e le inchieste, in modo che il lettore lo intuisca per bene.

Tutti i siti di informazione si sono messi a fare i partecipativi - aggiunge Weisz -,a ma ci si improvvisa giornalisti. Su StreetReporters i nostri collaboratori venivano formati dai giornalisti professionisti della redazione. Su StreetPress vogliamo andare oltre sul piano dell' interattività, cercando di offrire una informazione più codificata, più professionale. Il sito sarà più maturo.

Ma a forza di formare delle persone al giornalismo, non è che rubate il lavoro ai giornalisti professionisti?

Da noi i giornalisti professionisti fanno un lavoro di inquadramento, di coaching. Il lavoro è diverso da quello di altre redazioni. Ma io penso che si diventa giornalisti per il Lavoro che si fa, non per la busta paga che si riceve

Gli aspetti economici

Per quanto riguarda il lato finanziario, il budget è stato di circa 100.000 euro in 2 anni con StreetReporters. Con StreetPress si va oltre. Ma siamo totalmente indipendenti e abbiamo sostanzialmente tre fonti di finanziamento. Il primo è un accordo con alcune aziende che ci inviano delle persone da formare al giornalismo web. Il second sono I ricavi che otteniamo vendendo delle prestazioni a delle aziende private, come ad esempio dei video, con cui possiamo dare dei compensi ai collaboratori. E tre, infine, cerchiamo di sviluppare delle relazioni con degli sponsor che potrebbero sostenerci anche acquistando i nostri articoli per pubblicarli sui loro siti.

I tempi

‘'E' vero che non abbiamo gli stessi mezzi, per esempio, di TF1, per fare inchieste sul campo - rileva Weisz a proposito degli altri grossi siti di in formazione online -, ma abbiamo sicuramente la passione. Rispetto a Bakchich, siamo su un altro modello di redazione: loro devono rispettare dei tempi, noi possiamo permetterci anche di stare tre settimane su una inchiesta, con un collaboratore che lavora a mezzo o addirittura a un quarto di tempo.

A StreetPress non c' è la pressione del redattore capo, ed è il cronista che comanda. Il giornalista professionista non è sul campo ma ha il ruolo di coordinamento e orientamento delle inchieste e dei servizi, ha il compito di costruire valore. Ma, soprattutto, cerchiamo di fabbricare una informazione diversa per un risultato diverso, senza copiare altri siti di informazione. Si tenta di generare delle cose diverse". (lsdi)

Dopo 125 anni chiude Editor&Publisher, ‘’bibbia’’ dell’ industria dei quotidiani

La rivista e il sito web non sono stati inclusi fra le testate che la Nielsen Business Media ha ceduto a una nuova società - Cresce così la penuria di informazioni e opinioni indipendenti sul settore proprio mentre ci sarebbe invece bisogno di analisi obbiettive e oneste
Lo segnala Reflexion of Newsosaurus, spiegando che la rivista e il sito web, così come la Kirkus Book Reviews, non sono state incluse nella cessione di un pugno di pubblicazioni annunciata ieri dalla proprietà, la Nielsen Business Media.
La maggior parte delle testate economiche della Nielsen sono state acquisite da e5 Global Media Holdings, LLC, una nuova società formata da Pluribus Capital Management e Guggenheim Partners. Ma E&P e Kirkus non erano incluse nell' accord e questo dovrebbe portare alla decisione di cessare l' attività in entrambe le testate rimaste orfane.
"Con la chiusura di questa testata autorevole e la riduzione negli ultimi anni del numero di analisti affidabili specializzati in editorial - commenta Alan Mutter -, cresce la penuria di informazioni e opinioni indipendenti su questo settore in difficoltà proprio mentre ci sarebbe invece bisogno di analisi obbiettive e oneste".
Un ampio articolo sulla chiusura della testata è stato pubblicato ieri sul sito online di E&p, mentre la cessione è al centro anche di una analisi su Poynter.org (Romenesko). (lsdi)