I giganti del web ci riprovano. appello dei giornalisti sul 'diritto d'autore'

Il Parlamento europeo ha varato una buona riforma del ‘diritto d’autore’, ma i grandi del web, secondo molti osservatori, stanno provando ad ostacolarne gli effetti.

Anche con una campagna molto pervasiva condotta su tutti i social network.

Così un nutrito gruppo di giornalisti ha lanciato un nuovo allarme: «La posta in gioco a Bruxelles è l'avvenire della stampa e di tutti i mestieri della creazione, che si tratti della musica, della letteratura, del cinema, del teatro in Europa», si legge nell'appello che reclama «la giusta retribuzione del lavoro».

Dopo il voto del 12 settembre i giganti del web provano a svuotare il testo della sua sostanza: “cercano di fare escludere dalle regole quelli che vengono definiti come 'brevi estratti', 'fattuali' o anche 'snippets', e puntano a escludere le agenzie di stampa e la stampa specializzata, a ridurre la durata di protezione dei diritti connessi”.

La denuncia è sottoscritta da decine di giornalisti, tra i quali – tra gli altri – gli italiani Lorenzo Cremonesi (Corriere della Sera), Luigi Contu (ANSA), Maurizio Molinari (La Stampa), la francese Florence Aubenas, la spagnola Angeles Espinosa, il britannico Patrick Cockburn.

“Ci viene spiegato con insistenza fino a che punto siano cruciali per la democrazia le elezioni europee del prossimo maggio. Non distruggiamo allora un testo del Parlamento che è stato adottato il 12 settembre dopo due anni di lavoro da una larga maggioranza di 438 deputati!” Segue un appello diretto: «Signore e signori Ministri, Deputati e membri della Commissione, i giornalisti, gli editori e con loro le agenzie di stampa reclamano insieme la giusta retribuzione del loro lavoro e degli investimenti che effettuano per informare il pubblico. Per questa ragione, la messa in atto di un diritto connesso non snaturato è un elemento cruciale per la nostra democrazia».

Ultima modifica: Ven 14 Dic 2018