Il Presidente Mattarella ribadisce la centralità dell'articolo 21 della Costituzione. Il discorso integrale

La tradizionale cerimonia del Ventaglio, al Quirinale, ha rivelato ancora una volta la grande attenzione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai valori del pluralismo e della libertà di stampa.

E i vertici della Fnsi, a nome di tutti i giornalisti, lo ringraziano “per aver ribadito per l'ennesima volta la centralità dell'articolo 21 della Costituzione, del diritto a informare e a essere informati”.

La libertà di informazione deve essere difesa. Sono innanzitutto i cittadini a dover essere protagonisti. È grazie a essa che possono formarsi un'opinione consapevole e liberamente critica. I giornalisti, per la professionalità e deontologia che caratterizza la loro funzione, devono agire con indipendenza e rigore nell'alimentare credibilità e fiducia nell'assolvimento del loro ruolo di servire i governati, e non i governanti», ha detto il presidente Mattarella, aggiungendo che «gli editori che hanno l'impegnativo compito di far quadrare i conti e sanno di scommettere su un settore vitale della democrazia, hanno titolo a ricevere concreta attenzione da parte delle istituzioni”.

Il Presidente ha parlato anche dei colossi del web. Nella pervasività che oggi li contraddistingue devono “rispettare i principi e le regole frutto delle conquiste democratiche, quelli espressi nelle Carte costituzionali delle democrazie”.

Il Ventaglio consegnato al capo dello stato è stato realizzato da Gianna Parisse, vincitrice del concorso promosso dall'associazione che riunisce i cronisti parlamentari, d'accordo con l'Accademia di Belle arti di Roma.

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Di seguito l'intervento integrale del Presidente Sergio Mattarella (fonte e foto: www.quirinale.it)

Benvenuti. È sempre un piacere incontrarvi in questa occasione che si colloca sul crinale tra il periodo di lavoro e l’auspicato periodo di vacanze.

La ringrazio, Presidente Di Fonzo, per le considerazioni approfondite e le numerose sollecitazioni che mi ha rivolto. Lei ha sottolineato l’importanza delle elezioni per il Parlamento Europeo. Si è registrata una grande partecipazione che ha superato il 50%. La più alta di questo secolo, con duecento milioni di elettori europei che hanno votato insieme per lo stesso Parlamento.

Si apre, con quel voto, una nuova fase per l’Europa. Con una diffusa richiesta di cambiamento. Tra queste quella di una visione e un atteggiamento di maggiore solidarietà, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni che si sentono, e sono, sempre di più, popolo europeo.

Appare sempre più evidente l’importanza capitale del non isolarsi.

Non c’è futuro al di fuori dell’Unione Europea. Di fronte alle grandi questioni e numerose sfide, tutte di carattere globale, in un modo sempre più condizionato da grandi soggetti, i singoli paesi dell’Unione si dividono tra quelli che sono piccoli e quelli che non hanno ancora compreso di esser piccoli anche loro. L’ho detto anche ai Capi di stato e di governo dell’Unione in occasione dei sessant’anni dei Trattati di Roma.

Ma di questi aspetti, relativi alla nostra posizione nell’Unione Europea e nella comunità internazionale, ho parlato ampiamente ieri, alla Conferenza dei nostri ambasciatori nei vari Paesi del mondo.

Sottolineo soltanto che è di grande rilievo aver evitato l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. È stata una scelta saggia quella di mantenere con le istituzioni di Bruxelles un rapporto costruttivo, di confronto dialogante.

La solidità dell’economia italiana, i provvedimenti assunti dal Governo e gli intendimenti manifestati a seguito dell’intesa con la Commissione Europea, con l’impegno a tenere i conti in ordine, hanno incontrato la fiducia dei mercati finanziari, con lo spread sceso notevolmente e la borsa in buona salute. Condizione questa che riduce per l’Italia il costo degli interessi sui nostri titoli pubblici e incoraggia gli investitori italiani e d’oltre confine.

Si è, così, evitato uno scenario che avrebbe pesantemente ipotecato il futuro del nostro Paese.

Occorre mantenersi dentro questo processo e percorso virtuoso e rassicurante per i risparmiatori, gli imprenditori, gli investitori.

In questo modo si possono, con efficacia, perseguire crescita e sviluppo dell’occupazione in un’economia che è in buona salute ma che chiede di essere sorretta, per una crescita più consistente, da una gestione attenta dei conti pubblici.

Due mesi fa si è conclusa una lunghissima campagna elettorale: regionali, comunali, europee. Questa ha prodotto divergenze, contrapposizioni, forti tensioni, tra le forze politiche e anche all’interno dei confini della maggioranza. Altre campagne regionali si prospettano.

Va costantemente tenuto presente che le istituzioni di governo della nostra Repubblica hanno bisogno di un clima che, lungi dalla conflittualità, sia di fattiva collaborazione per poter assumere decisioni sollecite e tempestive. Al fine di assicurare il buon andamento della vita nazionale, in tutte le sue dimensioni: da quella sociale a quella economica.

È superfluo ribadire che il Quirinale non compie scelte politiche. Queste competono alle formazioni politiche presenti in Parlamento, necessariamente all’insegna della chiarezza, nel rispetto della Costituzione.

Il Presidente della Repubblica è chiamato dalla Costituzione – come è noto, come arbitro – al dovere di garantire funzionalità alla vita istituzionale nell’interesse del nostro Paese.

L’arbitro non può non richiamare al rispetto del senso delle istituzioni e ai conseguenti obblighi, limiti e doveri.

Un altro versante delicato della vita istituzionale - che lei ha ricordato - è quello della Magistratura, il cui prestigio e la cui autorevolezza sono stati lesi da quanto emerso, di recente, sul CSM.

La pienezza e l’integrità di quella autorevolezza e di quel prestigio sono essenziali per la Repubblica perché accompagnano l’indipendenza e la totale autonomia della Magistratura. Questi sono valori garantiti dalla Costituzione ma – come ho ricordato intervenendo al CSM un mese addietro – il loro presidio risiede nella coscienza dei nostri concittadini.

La Magistratura italiana, nella sua storia e nel suo impegno, ha manifestato, e manifesta, di essere pienamente in grado di assicurare rigore, linearità e piena imparzialità delle decisioni.

Anche su questa base va riaffermato con decisione che l’indipendenza della Magistratura rappresenta un principio basilare della nostra Costituzione e che questo comporta l’esigenza di rispetto delle sue decisioni.

Lei ha richiamato la questione della rivoluzione digitale.

Il sistema delle relazioni interpersonali, come pure l’economia, il mondo del lavoro, della scienza e della cultura debbono molto alla svolta digitale che ha cambiato il volto del pianeta in breve tempo.

Questa profonda innovazione, con la diffusione dell’uso dell’intelligenza artificiale anche nel mondo della comunicazione, interpella, tuttavia, in maniera intensa, su temi che vengono messi in discussione, come la libertà, la dignità delle persone, la dimensione della riservatezza.

L’egemonia di pochi colossi dell’impresa digitale assume una pervasività sin qui sconosciuta.

Gli strumenti per guidare in modo positivo l’evoluzione digitale, a servizio delle persone, consistono nell’applicazione puntuale dei principi sui quali si basa l’esperienza liberal-democratica, costruita a caro prezzo da tanti popoli.

Non esistono ‘non luoghi’: si tratta comunque di spazi, sia pure virtuali, in cui interagiscono persone e si registrano attività umane; e anche la dimensione digitale deve rispettare principi e regole frutto delle conquiste democratiche.

I principi sono sempre quelli contenuti ed espressi nella Carte costituzionali delle democrazie.

Quando nel 1971 la Corte Suprema degli Stati Uniti fu investita del caso Pentagono papers, che portò alla luce la politica americana sul Vietnam rivelando segreti di quel conflitto, il giudice Black tornò allo spirito che, ben 182 anni prima, aveva animato i loro padri fondatori nel contemplare, nel primo emendamento, il divieto di varare qualsiasi legge volta a limitare la libertà di parola o di stampa.

‘’Nel primo emendamento - argomentò Black – i padri fondatori dettero alla libertà di stampa la protezione che le occorreva per assolvere il suo ruolo essenziale nella nostra democrazia. La stampa era fatta- aggiunse - per servire i governati, non i governanti. Il potere del Governo di censurare la stampa fu abolito affinché essa rimanesse per sempre libera di censurare il Governo. La stampa fu protetta – concluse - affinché essa potesse mettere allo scoperto i segreti del Governo e informare il popolo’’.

Tale criterio rappresenta uno dei cardini della democrazia liberale: questa è un portato della crescita della civiltà della convivenza; a tutela dei singoli individui e delle società nel loro complesso.

La democrazia liberale: da questa si può andare avanti, progredire. Non certamente retrocedere per tornare a un invasivo esercizio del potere di chi governa.

La Corte degli Stati Uniti compì, in quella circostanza, nella fedeltà ai principi costituzionali, una straordinaria e efficace difesa della libertà delle persone, attraverso la garanzia della libertà di informazione.

Come ogni altro bene pubblico, a distanza di 50 anni dalla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, la libertà di informazione deve essere difesa. Sono anzitutto i cittadini a dover esserne protagonisti, perché è grazie ad essa che possono formarsi un’opinione consapevole e liberamente critica.

I giornalisti che, in ragione della professionalità e deontologia che caratterizza la loro funzione, come affermato dal Presidente Di Fonzo, devono agire con indipendenza e con rigore per alimentare credibilità e fiducia, nell’assolvimento della missione di servire i governati e non i governanti, sempre anteponendo la verifica delle notizie all’anelito dello scoop.

Gli editori che hanno l’impegnativo compito di far quadrare i conti e sanno di scommettere su un settore vitale per la democrazia hanno titolo a ricevere concreta attenzione da parte delle istituzioni.

Ed è, in fondo, anche qui il bello della nostra Costituzione, che non esonera nessuno da responsabilità, tanto meno in questa materia.

Complimenti a Gianna Parisse e all’Accademia di Belle Arti di Roma per il bel ventaglio. La tecnica è complessa, come complessa è la vostra attività e come lo è la vita delle istituzioni. In fondo questo ventaglio è un “monito”.

Con il bianco della sua luce induce all’ottimismo. E faccio mio questo invito alla fiducia nel nostro Paese.

Auguro a tutti voi buone vacanze. Grazie per questo incontro.

Ultima modifica: Gio 25 Lug 2019