Nuova legge sulla diffamazione, giornalisti pronti 'a scendere in piazza'

Sul disegno di legge sulla diffamazione a mezzo stampa, adottato dalla commissione Giustizia del Senato, sale la protesta dei giornalisti. Che, attraverso le proprie rappresentanze, hanno preparato una serie di proposte (c’è tempo fino all’8 novembre per gli emendamenti). Se non ci saranno queste modifiche, i giornalisti potrebbero scendere in piazza a manifestare.

Dal sito Fnsi leggiamo che “il testo abolisce il carcere per i giornalisti, come chiesto dalla Corte costituzionale e dagli organismi internazionali, ma ci sono sanzioni fino a 50mila euro, ritenute assolutamente sproporzionate rispetto alla media retributiva di collaboratori e lavoratori autonomi”. Non solo: ci sono “la rettifica automatica senza alcun commento da parte del direttore di testata o del singolo giornalista”, “il fatto che il giornalista non possa difendersi nel foro di registrazione della testata, ma debba farlo in quello del querelante” e che “non si affronti la piaga delle querele temerarie”.

Un aspetto positivo comunque c’è: “la tutela (anche se parziale) del segreto professionale anche per i pubblicisti”.
Commenta Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi: “Troppe norme imbavagliano l'interesse pubblico a sapere e, piuttosto che avvicinarci agli standard europei, con questa legge ce ne allontaniamo”.

Ultima modifica: Gio 26 Ott 2023