Paolo Ruffini e quel 'pezzo' di Desk che racconta molto di lui: la sua umana sensibilità, la sua preziosa inquietudine

"È bene ogni tanto fermarsi, e riflettere". È l'incipit di un pezzo scritto per la rivista dell'Ucsi Desk (nn.1-2 2016) da Paolo Ruffini, appena scelto da Papa Francesco come nuovo Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede.

Tra forza e libertà”, si intitolava,“impressioni di una Professione”.
Lo riproporremo nei prossimi giorni qui, sul nostro sito, perché quel pezzo racconta molto di Paolo, e non solo della sua competenza e professionalità, ma anche della sua umana sensibilità che non è fatto accessorio per un giornalista.

"Misuriamo ogni giorno la difficoltà di essere all'altezza del compito che ci siamo scelti" scriveva più avanti: "testimoniare la verità senza pretendere di imporla, ricercare la verità senza pensare di possederla mai del tutto, difendere la nostra identità senza brandirla come un corpo contundente, essere nel mondo senza essere del mondo, mantenere la giusta distanza senza però lavarsi le mani, come Pilato, avere un punto di vista senza perdere la capacità di ascolto e condivisione."

Aveva saputo ascoltare i ragazzi intervenuti l'anno scorso al Forum Media e Minori di Bari, di cui parliamo nell'ultimo numero di Desk, quello sulla giustizia. I ragazzi, invitava, "ci possono dire come vivere una piazza globale ed essere protagonisti attivi, non solo passivi."

Il suo curriculum, dalla carta stampata, alla radio, alla televisione (Rai, La7, tv2000) è noto, così come è evidente la scelta innovativa di Papa Francesco di un laico (fatto nuovo per un dicastero vaticano). Non scontata neanche la scelta di un italiano, per portare avanti la riforma dei media vaticani e delle strutture comunicative della Santa sede, proseguendo un complesso percorso guidato fino a qualche mese fa da monsignor Viganò.

A Paolo Ruffini (sulle sue corde molti dei temi cari all'Ucsi: dall’etica della comunicazione alla correttezza dell'informazione ai nuovi media) rivolgiamo i più calorosi auguri consapevoli dell'arduo compito che lo attende alla guida del dicastero che è il cuore della riforma dei media e della comunicazione della Santa Sede, importante non solo per l'Italia ma anche per il mondo.

Nel già citato articolo per Desk, parlando dei cristiani impegnati nella comunicazione, Ruffini scriveva che "possiamo e dunque dobbiamo essere un punto di riferimento del sistema". È quello che lui ha fatto alla guida della televisione dei vescovi italiani, è quello che sta facendo questo papa diventato in questi anni non solo un punto di riferimento globale, su molti temi, ma anche un pungolo, talora scomodo, del sistema.

A Paolo Ruffini gli auguri sinceri dell'Ucsi, cogliendo quanta sia preziosa quell'inquietudine che è dietro il suo sguardo sereno.

foto: AgenSIR

Ultima modifica: Gio 5 Lug 2018