L'ecnciclica 'Fratelli tutti', spiegata articolo per articolo in 'Cattedrale Aperta' (con Ucsi Liguria)

Si è svolta mercoledì 21 aprile in modalità on line la terza e ultima conferenza di Cattedrale Aperta dedicata all’enciclica di Papa Francesco ‘Fratelli Tutti’; relatore il Cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica papale di S. Pietro in Vaticano, già custode del Sacro Convento di Assisi: proprio in quest’ultima veste ha accolto il Papa lo scorso ottobre per il momento della firma sull’enciclica sulla tomba del santo di Assisi. L’evento è stato patrocinato da UCSI Liguria. A presentare il relatore padre Mauro De Gioia, direttore dell’Ufficio Cultura della diocesi che ha organizzato l’incontro; ha partecipato anche Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova, che alla fine della conferenza ha ringraziato il Cardinale per la sua presenza.

Il Cardinale Gambetti ha definito l’enciclica impegnativa, ma arricchente e necessaria. “Il Papa tocca questioni intricate, oggetto di dibattito nella Chiesa ma anche in ambito civile e politico – ha detto il Cardinale -, stimola con questo documento la nostra coscienza critica, invitando a misurarsi con il Vangelo. Sono presenti 288 citazioni, di cui 180 tratte da testi, discorsi, omelie e interviste del Santo Padre. Sono quindi sintetizzati in questo testo i primi sette anni di pontificato di Francesco, come se si volesse fare sintesi di buona parte del suo magistero. Dopo ‘Caritas in Veritate’ di Benedetto XV del 2009 e ‘Laudato Sì’ di Papa Francesco del 2015 è considerata la prima enciclica della globalizzazione, concepita e attrezzata per abbracciare gli orizzonti e arginare le derive. Il Papa afferma che siamo ancora lontani da una globalizzazione dei diritti umani essenziali; avanza la globalizzazione dell’economia, della circolazione della comunicazione e delle persone, ma se non accade lo stesso per quella dei diritti e di una visione autentica della fraternità, il futuro dell’umanità sarà drammatico.

Per questo il documento ha una destinazione universale: anche se ovviamente ispirato cristianamente, vuole aprire un dialogo con tutte le persone di buona volontà.

Il Cardinale Gambetti ha quindi offerto alcune rapide considerazioni soffermandosi sui singoli capitoli dell’enciclica. Il primo, Le ombre di un mondo chiuso, parla del ritorno a interessi nazionalistici, di massificazione crescente che separa e spinge all’individualismo e al nazionalismo. Viene continuamente favorita l’economia del mercato globalizzato, ma ancora i diritti non sono uguali per tutti: pensiamo ai poveri, alle donne, alle persone ridotte in schiavitù; ancora, la discriminazione nei confronti dei migranti e l’invadenza digitale. La ‘Fratelli Tutti’ è in questo senso una profezia che è stata donata a tutti i fedeli, perché quello della fraternità è un orizzonte di cui tutti abbiamo bisogno: “Se non respiriamo aria di fraternità, le difficoltà rischiano di oscurare il futuro”, ha detto il Cardinale Gambetti.

Nel capitolo 2, Un estraneo sulla strada, viene presentata la figura del buon samaritano; leggere questa parabola tra le pagine dell’enciclica permette di capire che la questione del prossimo non è complicata e che ciascuno di noi può fare qualcosa e scegliere l’atteggiamento giusto tra la cura e l’inimicizia. Il Papa, inoltre, accenna a uno stimolo preciso, ovvero il desiderio di essere popolo e di promuovere atteggiamenti di cura e prossimità. E’ necessario prendere posizione e decidere di stare con i fratelli o contro i fratelli, non esiste una via di mezzo. “Sono fratello di qualcuno? Lo sono di tutti? Se qualcuno è escluso dalla fraternità probabilmente non ho nessun vero fratello, al massimo ho persone che mi interessano, che offrono qualcosa al mio cuore”.

Nel capitolo 3, Pensare e generare un mondo aperto, vengono presentate le conseguenze di essere fratelli. Il Papa richiama la dimensione relazionale, denuncia l’individualismo, indica la solidarietà e il servizio come strumenti necessari per dare concretezza alla fraternità; richiama, inoltre, al tema della proprietà privata con riferimento alla dottrina sociale della Chiesa. Francesco afferma, infatti, che la regola di destinazione universale dei beni è fondamentale. Il possesso e l’arricchimento devono avere come fine il progresso degli altri e la lotta alla miseria, così come lo sviluppo deve essere a carico di tutti, di tutti i popoli e le persone.

Nel capitolo 4, Un cuore aperto al mondo intero, vengono trattati due temi: migrazioni e amicizia sociale. Il Papa afferma con forza che le migrazioni devono essere considerate una risorsa per i singoli popoli, non un problema: solo nell’integrazione delle diversità culturali cresce la ricchezza in umanità e anche la ricchezza economica. Non è una questione solo ideale, ma è necessaria una governance delle migrazioni; in questa apertura verso tutti la concreta amicizia sociale riguarda tutti e va vissuta nella prossimità delle relazioni. Da questo cuore aperto può iniziare a prendere forma una fratellanza universale che non uniforma i popoli, ma come in un poliedro mostra la realtà nelle sue diverse sfaccettature con approcci e sguardi diversi.

La migliore politica è il quinto capitolo, con un approfondimento sulla categoria di popolo e sul tema del lavoro. “E’ un brano che fa bene leggere e approfondire per ricordare che cosa davvero la politica dovrebbe fare – ha detto il Card. Gambetti; dovrebbe chiamare in causa alti principi, progettare il futuro, pensando magari ai più giovani che ancora non votano”. La migliore politica secondo il Papa ha uno sguardo e un impegno globali, si fonda sull’amore che può costruire un mondo nuovo, si lega inoltre alla verità. Ha come primo compito prendersi cura delle fragilità, includendo innanzitutto le persone che soffrono la fame e che sono vittime di tratta e violenza.

Dialogo e amicizia sociale è il tema del capitolo 6; il dialogo è fondamentale per riconoscere ciò che il prossimo porta con sé di positivo e arricchente e anche per riconoscergli la dignità di cui è portatore. Un dialogo che cerchi verità e i valori assoluti a partire dalla sacralità di ogni essere umano. I credenti siano chiamati a percorrere sempre il principio del dialogo.

Il capitolo 7, Percorsi di nuovo incontro, presenta itinerari di pace, riconciliazione e guarigione, senza negare il male sofferto e soprattutto senza fare buonismo. Costruire la pace, infatti, significa anche ricordare il male, ma diventare capaci di riconciliazione. Si tratta anche del superamento della trappola della vendetta che consente di non diventare a propria volta un carnefice, ma costruttore di pace, capace di incontrare gli altri.

Nell’ottavo capitolo, infine, il Papa si chiede come fare per costruire la fraternità universale. In questo senso le religioni possono dare un grande contributo. Riconoscersi figli di un unico padre, infatti, fonda la fraternità, apre alla figliolanza e alla fratellanza. Al termine del suo intervento il Cardinale Gambetti ha quindi risposte alle domande preparate da alcune associazioni della diocesi (Azione Cattolica, Caritas, Giuristi Cattolici e Agesci Liguria) e formulate dal presidente UCSI Liguria.

Il video integrale della conferenza è disponibile sul canale youtube de Il Cittadino www.youtube.com/ilcittadinotv.

 

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Ultima modifica: Ven 23 Apr 2021