#cambioschema, mai hashtag fu così appropriato!

Per chi come me opera nella comunicazione e nell’informazione da più di vent’anni, credo che questa idea di cambiare schema sia diventata più che altro una necessità.


In questo tempo estivo, di desiderate ferie e giusta pausa, i pensieri e le riflessioni sul lavoro comunque non si fermano, ed è vero che, trovandomi a meditare, mi tornano alla mente le estati di non tanti anni fa, quando senza smartphone, tablet, smart tv e internet sempre disponibile, mi capitava di estraniarmi letteralmente, senza sapere cosa succedesse non solo nel mondo, ma neppure nella mia città.

Dire che tutto è cambiato può apparire una banalità, ma invece è proprio così. Un esempio molto semplice: mentre scrivo questo piccolo testo sono sul treno, e mentre raggiungo alcuni parenti per trascorrere con loro questi giorni di ferragosto riesco ugualmente a mettermi in comunicazione, digitando sul mio tablet e inviando tutto ad Antonello appena il treno uscirà da questa lunga galleria!

Quando ho iniziato a lavorare nel settimanale della mia Diocesi, ormai 20 anni fa, tutto questo poteva ben funzionare da scenario per un film di fantascienza.
Si arrivava in redazione con gli articoli salvati sul floppy disk, con le foto stampate da scannerizzare; il pc connesso ad internet era uno solo, e tutti dovevamo aspettare il nostro turno per poter consultare il web.
E non era nemmeno immaginabile “dare una notizia” senza dover attendere l’uscita del settimanale cartaceo. Bisognava aspettare, perché il sito web ancora non esisteva, ma era normale così, e di social network e YouTube non si sentiva certamente parlare!
Insomma, sembra passato un secolo, invece tutto questo avveniva solo pochi anni fa.

La mia piccola esperienza personale serve solo per ribadire quanto ho detto all’inizio, e cioè che cambiare schema è oggi una necessità, e chi opera nella comunicazione e nell’informazione, giovanissimo o adulto che sia, non può esimersi.
Nel quinto anniversario del crollo del Ponte Morandi, un evento drammatico che ha strappato la vita a 43 persone e ha segnato in maniera irreversibile la mia città, non riesco neppure più a immaginare che cosa avrebbe voluto dire raccontare quella immane tragedia senza le potenzialità offerte dai mezzi di comunicazione del giorno d’oggi. È toccato anche a me, nel mio piccolo, essere lì e provare a raccontare senza farmi sovrastare. E resto convinta che è anche grazie alla potenza di quelle immagini, allo sdegno suscitato, e al clamore mediatico (che non è sempre un male) che la ricostruzione del viadotto è andata avanti veloce, senza tentennamenti, e senza grandi palcoscenici.

Tutto il mondo ha visto quel ponte crollare, tutto il mondo era lì a sperare che da quei cumuli di macerie e cemento corroso i soccorritori estraessero persone in vita, e tutto il mondo ha visto, appena due anni dopo, rinascere quel ponte sul Polcevera, così imprescindibile per i trasporti nel nostro paese.

E allora #cambioschema? Certo che sì! #cambioschema per aggiornarmi, conoscere i nuovi strumenti, utilizzarli per rendere al meglio nel mio lavoro e nel mio servizio, senza farmi dominare o soverchiare. #cambioschema per provare a intuire, oggi, quale è il futuro dell’informazione, a tutti i livelli, e per provare a starci dentro rimanendo al passo coi tempi senza perdere la bellezza e il valore di quello che si è fatto finora.

Ultima modifica: Sab 12 Ago 2023