lamiascintilla/2 - Il racconto da cui partì tutto? La lotta per il lavoro di cento operai

In origine fu una professoressa di italiano alle medie. Sosteneva che scrivevo benino (ricordo ancora un "tema", di cui adesso mi vergognerei a dirmi autore, su un vecchio ontano che confessa le sue pene a un giovane castagno. Terrificante) e poiché allora si riteneva che il requisito forte per diventare giornalista fosse scrivere bene, già questo rappresentò un inizio di scintilla.

Ci fu poi un compaesano che dopo aver collaborato nel dopoguerra a Londra nientemeno che con la BBC, era stato assunto in Rai dove, negli anni Sessanta, cominciò a essere tra i responsabili di un giornalismo serio, di elevata qualità.

Lo vedevo, in estate, quando tornava al paesello e nei boschi attorno cercava funghi. "E' Paolo - dicevano i compaesani con ammirazione mista a invidia - quello che lavora in Rai e conosce un sacco di gente".
Altra scintilla: Paolo, il giornalista figlio di giornalista, era sposato con una donna di notevole bellezza e questo aumentava in me lo scintillio verso quel mestiere.

Arrivò poi, sempre in paese, quel foglio mensile di informazione locale cui mi chiesero di collaborare fin dal secondo numero. Nel clima dei primissimi anni Settanta non mancava, quel foglio, di radicale contrapposizione politica contro chi allora, e ancora per qualche decennio, dalle mie parti vinceva sempre le elezioni a suon di falci e martelli.

Mi ci appassionai a vedere le persone che, mese dopo mese, prendevano in mano quel giornale e leggevano anche quello che avevo scritto io.

Ma la scintilla definitiva la trovai in una vecchia cartiera: Lungo un fiume che dava forza motrice, quella fabbrica, con una storia plurisecolare, per tanto tempo era stata all'avanguardia ma allora, anni Settanta del secolo scorso, era caduta in crisi. Un centinaio gli operai in lotta per posti di lavoro sempre più impossibili.

Con quel piccolo foglio di periferia montana ebbi il compito di seguire quella vertenza. Mi ci appassionai.
Fu allora che compresi per bene quanto potesse essere importante - e utile - quel lavoro, il giornalismo. Per il quale certo si doveva essere capaci di scrivere bene ma questo non bastava.

Furono le amarezze provate dai lavoratori di quella vecchia cartiera davanti alle manovre non sempre trasparenti di chi giocava anche con il loro futuro, furono i miei tentativi di raccontare in modo onesto quella vicenda, fu il fatto che vedevo le persone leggere i miei tentativi di approfondire a convincermi. Che avrei fatto il giornalista.

montagna pistoia

Disegno: archivio Anci Toscana

Ultima modifica: Gio 15 Ago 2019