Mettiamo il #coraggio tra i desideri di questo Natale

C’è una parola, la #paroladelNatale, che più di altre mi interroga in profondità. In traslucenza – come una luce che vi passa attraverso in modo diffuso – la vedo chiaramente dentro la grotta, negli occhi di Maria e Giuseppe, nel passo deciso dei pastori, nella lungimiranza dei Magi e la percepisco nel canto sublime degli angeli. È il coraggio.

Il racconto della Natività sembra davvero esserne pervaso. D’altra parte, senza voler risultare irrispettosa, il primo ad aver avuto coraggio è stato Dio Padre, che ha voluto mandare il suo unico Figlio a visitare la vita umana in tutte le sue declinazioni. Un bel coraggio a farlo nascere nella povertà più assoluta, lontano da qualunque sfarzo degno di un Figlio di Dio... un bel coraggio quello di Maria, giovanissima promessa sposa, che ascolta l’Annuncio e dice, semplicemente, “Sì”... un bel coraggio quello di Giuseppe, uomo giusto e pieno d’amore per la sua sposa, che, pur consapevole di ciò che la legge prescriveva, sceglie di fidarsi di Dio. Un bel coraggio quello dei pastori che all’annuncio degli angeli non scappano, ma si mettono in cammino. Un bel coraggio ancora quello dei Magi che prendono l’“altra strada” per tornare a casa, scegliendo di non dare ascolto alla voce di un “potente”.I

Il coraggio di questa Storia è lo stesso che, ogni giorno, ci viene chiesto nella professione. Un coraggio che non è avventatezza, ma fiducia in un percorso tracciato per ciascuno di noi con amore. Penso, quindi, al coraggio di scrivere e di non tacere quando è necessario; al coraggio di non scrivere e di tacere quando è altrettanto necessario; al coraggio di denunciare e di non lasciar correre quando c’è in gioco la giustizia; al coraggio di illuminare le periferie e di non lasciarle al buio quando bisogna dare voce a chi non ne ha; al coraggio di scegliere le parole che uniscono e non quelle che dividono; al coraggio di continuare a proporre buone notizie; al coraggio di ammettere i propri errori e di chiedere scusa; al coraggio di dire no a qualche lavoro perché c’è in gioco la dignità professionale e il rispetto per situazioni delicate; al coraggio di andare avanti nonostante la difficoltà economica che la precarietà del lavoro porta inevitabilmente con sé; al coraggio di non cedere alle lusinghe del denaro facile; al coraggio di fidarsi di una vocazione professionale che non è nostra, ma appartiene a Colui che l’ha posta nel nostro cuore.

Essere capaci di coraggio è, dunque, una grande sfida per ciascuno. Da non perdere mai di vista in una quotidianità che, sempre più, richiede lucidità nel caos e calma interiore nel vortice della velocità. Mettiamo, perciò, il coraggio tra i desideri per questo Natale. Perché possiamo mettere da parte paure e titubanze e incamminarci “senza indugio” verso il nuovo anno lavorativo che ci attende.

Ultima modifica: Dom 29 Dic 2019