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RADIO VATICANA: 50° DEL PROGRAMMA ARMENO, SI È SPENTO MICHEL JEANGEY

1aaaca1Si è spento a Roma Michel Jeangey, della Radio Vaticana, per 20 anni responsabile del Programma armeno dell’emittente pontificia: avrebbe compiuto 71 anni il prossimo 13 luglio. Sposato, due figlie, era diacono permanente. E’ venuto a mancare proprio durante il Giubileo dei Diaconi - e alla vigilia dei 50 anni di attività del Programma armeno della Radio Vaticana, inaugurato il 29 maggio 1966. Michel aveva preparato fino a ieri sera i festeggiamenti nella sede della radio vaticana per questo importante anniversario: nonostante fosse in pensione, continuava ad offrire la sua collaborazione ai colleghi. Lo ricordiamo sempre al servizio di tutti, con il suo sorriso gentile, la sua positività, la sua disponibilità, la sua fede forte e serena. Il 27 settembre 2007 era stato insignito da Benedetto XVI con l'onorificenza di Commendatore del Santo Ordine di Papa Silvestro. Per tanti anni è stato anche presidente della vivace comunità armena a Roma.I funerali si svolgeranno lunedì alle 11.00 nella Chiesa armena di San Nicola da Tolentino a Roma. (RADIOVATICANA)

DIFFAMAZIONE POLITICI E MAGISTRATI: FNSI, NO A SANZIONI PIÙ SEVERE. INCONTRO 1° GIUGNO

1aaaba3Federazione nazionale della stampa italiana, Articolo 21, Usigrai, Ordine dei giornalisti del Lazio e Pressing NoBavaglio hanno promosso per il primo giugno, ore 10.30, una conferenza stampa con giuristi ed esperti per sensibilizzare l’opinione pubblica sul pericolo per la libertà di espressione e per l’uguaglianza sostanziale dei cittadini di fronte alla legge rappresentato dal tentativo di inasprire le pene per i cronisti che dovessero essere riconosciuti colpevoli di diffamazione nei confronti di un politico o di un magistrato.«Il testo approvato in commissione Giustizia del Senato – commentano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti – apre una ferita nel percorso di dialogo tra giornalisti e istituzioni che dovrebbe invece portare a recepire l'indirizzo consolidato della giurisprudenza europea favorevole ad abolire il carcere per i reati di opinione». «Per questo – hanno aggiunto – è di fondamentale importanza che quel testo venga corretto e che il Parlamento torni presto a lavorare al provvedimento sulla diffamazione per allineare la legislazione italiana ai criteri ribaditi più volte dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Allo stesso tempo, è necessario che si inizi a discutere in maniera seria di misure di contrasto al fenomeno delle cosiddette "liti temerarie", sempre più spesso usate in sede di procedimento civile per tentare di imbavagliare i giornalisti». La conferenza stampa, a cui parteciperanno – fra gli altri – il prof. Domenico D’Amati e il giornalista di Report Sigfrido Ranucci, si svolgerà mercoledì 1 giugno 2016, alle ore 10.30, nella sede della Federazione nazionale della stampa italiana, in corso Vittorio Emanuele II 349, a Roma. L'elenco delle adesioni è in via di completamento. (FNSI)

DIG AWARDS, PREMIO INTERNAZIONALE GIORNALISMO D’INCHIESTA: 15 LE OPERE FINALISTE

1aaaba0Le nuove rotte dell’immigrazione, lo sfruttamento economico dell’ambiente, il terrorismo. Ma anche i traffici illeciti, e le truffe alimentari. Sono questi i temi delle 15 opere scelte come finaliste dei Dig awards, il concorso internazionale dedicato alle inchieste giornalistiche video che si concluderà con una cerimonia di premiazione in programma a Riccione, il 25 giugno. La giuria dei Dig awards ha selezionato 15 tra inchieste e reportage. I lavori scelti sono firmati da giornalisti italiani e internazionali, freelance e reporter di emittenti provenienti da tutta Europa che hanno saputo gettare nuova luce su temi molti diversi. Il racconto sulle migrazioni è senza dubbio il tema più affrontato dai partecipanti dei Dig awards 2016 e ne esce una fotografia reale di quello che sta succedendo nelle principali rotte dei migranti: se fino all’anno scorso si parlava di sbarchi quest’anno le lunghe marce e i nuovi confini dell’Europa presi d’assalto sono l’argomento principale affrontato dai giornalisti partecipanti. Sono oltre 300 lavori arrivati nelle 6 sezioni. E per arrivare a selezionare i 15 lavori migliori la giuria si è basata su quattro criteri: la forza della storia dei personaggi, l’indipendenza e il coraggio con il quale il giornalista affronta l’argomento, la qualità tecnica e la struttura logico narrativa.Nato per valorizzare il lavoro di approfondimento di chi ricerca la verità, Dig Awards 2016 prevedeva quest’anno 6 sezioni: Investigative, Long Reportage, Short Reportage, Digital, Data Journalism  e Focus On Italy. Gli otto finalisti di quest’ultima sezione, creata per incentivare inchieste nuove e coraggiose sul nostro Paese, esporranno il proprio lavoro in una sessione di pitching al cospetto di buyer, brodcaster, commisioning editor e producer  dove  si svolgerà la selezione del progetto vincitore che verrà premiato con  20.000 euro da impiegare nello sviluppo dell'inchiesta. I Dig awards verranno assegnati il 25 giugno durante il Dig festival manifestazione che dal 23 al 26 giugno trasformerà la città della Riviera adriatica nella capitale del giornalismo internazionale. In programma tre giorni di eventi, mostre, spettacoli e incontri in cui i grandi giornalisti della scena mondiale dialogheranno con un pubblico di esperti e cittadini comuni, e si confronteranno in workshop formativi, per stimolare una riflessione partecipata sui temi dell’informazione e dell’attualità. Ad attribuire i Dig awards sarà una giuria internazionale presieduta da Gavin MacFadyen, direttore del Centre for Investigative Journalism di Londra e responsabile, dal 1970, di oltre 50 programmi d’inchiesta per BBC, Channel 4 e PBS. Gli altri membri sono John Goetz, reporter della tv pubblica tedesca ARD; Nils Hanson, icona dell’inchiesta scandinava e della tv svedese SVT; Sarah Harrison, giornalista e consulente legale di WikiLeaks, protagonista della fuga di Edward Snowden nel 2013; Alexandre Brachet, fondatore della casa di produzione francese Upian; Riccardo Chiattelli, direttore di Laeffe; Corrado Formigli, autore e presentatore di Piazza pulita (La7); Monica Maggioni, presidente Rai; Marco Nassivera, direttore dell’informazione per l’emittente franco-tedesca Arte; Alberto Nerazzini, giornalista freelance; Juliana Ruhfus, reporter di Al Jazeera; Andrea Scrosati, Executive Vice President Programming di Sky Italia; Margo Smit, giornalista e dirigente della tv pubblica olandese NOS    (RIMINITODAY)

COMUNE QUARTO E OSSIGENO INFORMAZIONE RICORDANO GIORNALISTI UCCISI DA CRIMINALITÀ E TERRORISMO

1aaaba1 Il Comune di Quarto è il primo Comune italiano che aderisce alla campagna organizzata dall'associazione di volontariato “Ossigeno per l'Informazione” per ricordare collettivamente, esponendo un pannello murale con i loro nomi e i loro volti, i 28 giornalisti italiani uccisi nell'adempimento del loro dovere di informatori dell'opinione pubblica, mentre seguivano vicende di terrorismo o di criminalità organizzata o missioni internazionali all'estero. “Cercavano la verità. 28 nomi una sola storia” è lo slogan che incornicia le foto dei nove giornalisti uccisi dalla mafia, dei due uccisi dai terroristi, dei 17 uccisi durante missioni di lavoro all'estero in zone di guerra. Il pannello è stato realizzato in occasione della Giornata mondiale per la Libertà di Stampa, che ricorre ogni anno il 3 maggio. Le prime copie sono state donate alla Regione Lazio, all'Ordine Nazionale dei Giornalisti, alla Commissione Parlamentare Antimafia, ad alcune scuole di Roma, al Circolo della Stampa di Cosenza. Ossigeno lo consegnerà agli enti e alle istituzioni disposte che ne faranno richiesta. A Quarto il pannello e’ stato consegnato al Sindaco, Rosa Capuozzonell'Aula consiliare intitolata alla memoria del giornalista Peppino Impastato. Il pannello murale sarà esposto all'ingresso della Casa comunale di via Enrico de Nicola “Con questa iniziativa e con l’amministrazione diamo un altro segnale forte contro il malaffare, diamo una svolta, nei fatti, all'immagine di questa città.” Ha detto il Sindaco Rosa Capuozzo.(METROPOLIS)

GUARDIAN: INVENTAVA INTERVISTE,FREELANCE HA TRADITO LA NOSTRA FIDUCIA. REPLICA: ACCUSE FALSE

1aaaba2Avrebbe inventato interviste sulla base delle quali poi costruire reportage giornalistici. Joseph Mayton collaborava come freelance con il Guardian Us dal 2009, in un primo momento dall’Egitto e da maggio dell’anno scorso da San Francisco, California; ma da quando alcune fonti hanno smentito di essere state intervistate dal diretto interessato, il quotidiano si è insospettito. Mayton non è stato messo subito alla porta, ma il Guardian si è preso un mese di tempo per fare approfondimenti con un investigatore e ha chiesto anche a Mayton di replicare alle voci. Lui ha smentito categoricamente di aver inventato alcuna delle interviste, ma non ha portato prove o registrazioni a sostegno della sua posizione. Non potendo compiere ulteriori verifiche, dunque, il Guardian ha rimosso dodici notizie più un articolo di commento scritti da Mayton. Ma non è tutto. Il quotidiano, infatti, come scritto da Lee Glendinning, editor del Guardian Us, ha tratto due importanti lezioni dalla vicenda. Primo: conoscere meglio i nostri freelance. Secondo: prestare maggiore attenzione ad articoli in cui si citano persone senza una reale motivazione. Il quotidiano, infine, che si è sentito leso nella fiducia riposta verso Mayton, si è scusato con i lettori.

Mayton ha risposto dal suo blog dicendo che non è vero niente, “sono accuse false”. L’unica cosa che ammette è di non essersi dimostrato particolarmente professionale nel non aver conservato traccia delle interviste. E ai freelance come lui, che per alcuni mesi è stato l’unico uomo del Guardian a San Francisco, suggerisce: ”conservate traccia di tutte le informazioni, numeri di telefono ed email, delle persone con cui parlate e registrate tutto”(PRIMA)