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EDITORIA:DELLA VOLPE AL GOVERNO, RIPRISTINARE RISORSE TAGLIATE E VALORIZZARE EMITTENZA

1dellavolpeI tagli ai fondi all’editoria hanno colpito le piccole aziende con il bilancio 2013 e 2014, nel 2015 forse non ci sarà più nulla da colpire. Facciamo un appello al governo per ripristinare le risorse tagliate e fare un salto qualitativo per l’emittenza”. Lo ha detto Santo Della Volpe, presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana, intervenendo all’incontro nella sede di Stampa Romana, nel quale insieme, fra gli altri, ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Lazio si è discusso dell’allarme occupazione per la piccola editoria radio-televisiva nella regione, e non solo. “Tra il 2012 e il 2014 si è arrivati a una grande fascia di crisi per l’informazione, che riguarda anche i grandi gruppi editoriali – ha aggiunto Della Volpe -. Diminuiscono gli occupati e aumentano le partite iva e i co.co.co. Se si vuole dare vera autonomia professionale, la prima cosa è avere un lavoro sicuro e retribuito, senza avere il ricatto occupazionale alle spalle. Vorremmo sapere anche come il governo intende muoversi sul Jobs Act legato al nostro settore: non c’è una sentenza al riguardo, ma prima o poi ne potrebbe arrivare una che porti a un’ulteriore precarizzazione. Il 31 marzo faremo un seminario sul tema. Speriamo il giorno dopo non ci sia pesce d’aprile da parte di altri”. Rispetto alla crisi delle emittenti private, “abbiamo fatto una conferenza stampa fuori da T9 (una delle tv del Lazio in grave difficoltà, ndr) – ha ricordato Della Volpe – perché non ci hanno fatto entrare, per denunciare la situazione al governo e agli editori”. E tra le altre situazioni a rischio “nel nostro Paese ci sono 210 testate piccole e grandi nel giro cooperativo no profit che possono chiudere in 3 mesi, con 3000 posti di lavoro in ballo”. (ANSA)

LA CRISI ECONOMICA HA MESSO SOTTO PRESSIONE L’ETICA NEL GIORNALISMO?

1equilibrismoSecondo un report di Ethical Journalism Network su 18 paesi (l’Italia non è compresa nella ricerca) uno degli effetti della crisi è che i giornalisti, speso precarizzati, sono diventati più ricattabili dai editori e politica. Bruxelles – “Nonostante ci siano giornalisti che conducono un lavoro onesto, in questi tempi di crisi finanziaria spesso si tradiscono i principi etici su cui il giornalismo si basa”. Partendo da questa analisi Aidan White, direttore del Ethical Journalism Network e Dorothy Byrne, capo dell’attualità al Channel 4 Television, hanno tenuto a Bruxelles una conferenza sulla corruzione nei media, nella politica e nell’economia e su come essi trasformino l’etica del giornalismo.
“Il mondo del giornalismo è pieno di buone intenzioni. Dall’inizio alla fine la piramide dei media parla di ‘missioni’, dell’interesse pubblico, del ruolo che il giornalismo gioca nello scoprire e nello spiegare le violazioni della nostra politica e dell’élite della società”. Ma, evidentemente la crisi economica ha travolto anche questo settore, che certo non è mai stato immune da corruzione e controllo da parte dei poteri economici e politici.
White e Byrne decidono di raccontare quelle “untold stories” di corruzione che “mettono sotto pressione l’etica del giornalismo”. White fa notare come “Ovunque nel mondo del giornalismo ci sono le ‘arti oscure al lavoro’”, ovvero “persone corrotte” e “una moltitudine di news che sono nascoste al pubblico”.
La corruzione all’interno del giornalismo non è una novità, poiché “questa realtà esisteva anche in passato – spiega White – solo che prima il giornalismo era potente abbastanza per poter tenere testa alla politica e ai media. Oggi questo equilibrio di potere non c’è più”. Ed è in tempi come questi dove “il modello di mercato sta cambiando e il lavoro del giornalista diventa un lavoro precario” che secondo White bisogna “incoraggiare editori e giornalisti non solo a mantenere una certa etica ma anche garantendo loro un contratto a tempo pieno”.
L’idea è quella di un nuovo giornalismo che “difende il lavoro del giornalista stesso” , che mira alla “trasparenza”, dove “i media e la politica collaborano per una maggiore credibilità” senza “conflitti di interessi”.
Il report che White e Byrne propongono parla di alcuni paesi dove la lotta giornalistica contro alcuni media e la politica si fa sentire e dove è necessario “incoraggiare le persone del mondo del giornalismo ad affrontare la realtà di corruzione e di interesse personale”.
Parlando della situazione in Egitto, White spiega che “I media egiziani hanno sofferto per anni la pressione politica e la restrizione legale”e “la ‘piaga’ di un giornalismo prezzolato e un eccessiva focalizzazione a scopo commerciale e politico hanno sostenuto la creazione di un giornalismo non etico”. In Egitto, come in altre parti del mondo, succede anche che superare “la linea tra il contenuto editoriale e quello commerciale” diventa comune e che “i giornalisti che accettano di scrivere per fare pubblicità ottengono dei bonus nel loro salario”. White a questo proposito commenta che è necessario dividere “cosa è notizia da cosa è pubblicità” poiché un giornalismo fatto “solo di politica e di pubblicità non può sopravvivere”.
Anche in Turchia, dopo il terzo colpo di stato nel 1980, si è creata una relazione di “clientela tra lo stato e i media” dove quest’ultimi “hanno dominato l’informazione investendo in altre aree dell’economia come l’energia, la finanza e la costruzione”.
Lo scandalo che invece ha investito la Danimarca è senza precedenti. Il giornale di gossip Se og Hoer “pagava una fonte interna per l’accesso ad alcuni conti correnti così da essere in grado di pubblicare storie esclusive su alcune celebrità e la famiglia reale danese”.
In paesi come il Regno Unito l’informazione è “per il 70% in mano a milionari che hanno l’interesse di promuovere la loro politica ed i loro interessi economici, con l’eccezione del giornale ‘The Guardian’”.
Con questo report White vuol promuovere un nuovo tipo di giornalismo che “deve cambiare per sopravvivere”, che deve essere “più indipendente” e “più trasparente”, ma che soprattutto ci fornisce “una vera notizia” che non è “limitata” ma che racconta “fatti veri e verificabili”. (EUNEWS)

L’ECONOMIA DELLA DISINTERMEDIAZIONE DIGITALE. 12° RAPPORTO CENSIS/UCSI SULLA COMUNICAZIONE

1digital-world-1206711-m jpg w170 hLa dodicesima edizione del Rapporto sulla comunicazione prosegue il monitoraggio dei consumi dei media, misurati nella loro evoluzione dall'inizio degli anni 2000, e l'analisi delle trasformazioni avvenute nelle diete mediatiche degli italiani. Ricostruendo la mappa e la fenomenologia dei consumi, il Rapporto descrive la grande trasformazione che ha posto l'io-utente al centro del sistema, approfondendo i processi di costruzione multimediale dell'informazione personalizzata, la credibilità e la reputazione dei diversi mezzi, i valori simbolici associati ai nuovi device tecnologici, l'avvio del nuovo ciclo della economia della disintermediazione digitale. (Senato della Repubblica - Palazzo Giustiniani - Sala Zuccari – 26 marzo - ore 10 -Via della Dogana Vecchia, 29 – Roma)

Presenta il Rapporto: Massimiliano Valerii - Responsabile settore Comunicazione Censis

Ne discutono: Andrea Melodia - Presidente Ucsi, Fedele Confalonieri - Presidente Mediaset, Antonio Marano - Vice Direttore Generale per il Coordinamento dell'offerta televisiva Rai, Franco Brescia - Direttore Public & Regulatory Affairs Telecom Italia, Roberto Loiola - Presidente e Amministratore Delegato Alcatel-Lucent Italia,Giovanna Maggioni - Direttore Generale Upa, Carlo Freccero - Autore televisivo e saggista.

Conclude:

Giuseppe De Rita - Presidente Censis

(L'accesso alla sala è consentito fino al raggiungimento della capienza massima.Per i giornalisti è necessario accreditarsi presso il Senato della Repubblica.Si ricorda che per gli uomini sono richieste giacca e cravatta.)

Il rapporto e' stato realizzato in collaborazione con:

1LoghiComunicazione

 

GIORNALISMO: ADDIO A GUSTAVO SELVA, E’ STATO ANCHE DIRETTORE GIORNALE RADIO 2

1img1024-700 dettaglio2 Gustavo-Selva Il mondo del giornalismo e della politica piangono Gustavo Selva. L'ex giornalista Rai e senatore di Alleanza nazionale si è spento a 88 anni, a causa di una malattia, nella sua casa di Terni. Selva viveva nella città umbra da alcuni anni con la seconda moglie. Lascia tre figli (uno era morto nel 2008) e quattro nipoti.Nato a Imola nel 1926, Selva inizia la sua carriera all'Avvenire d'Italia, divenendo giornalista parlamentare negli anni '50. Entrato in Rai, è prima corrispondente all'estero e poi, dal 1975 al 1981, direttore del giornale Radio 2, prima di diventare a metà degli anni '80 direttore de Il Gazzettino. Inizia la carriera politica come parlamentare europeo per la Democrazia cristiana. Poi è deputato e senatore per Alleanza nazionale. (ANSA)

GIORNALISTA UCCISO IN GUATEMALA. E' IL TERZO ASSASSINATO IN POCHI GIORNI

1la copertina di elperiodicodeguatemalaUn giornalista ventenne, Guido Giovanni Villatora, operatore della rete tv Intercable, è stato ucciso a Chicacao, nel dipartimento di Suchitepequez, nel Sud del Guatemala. A sparargli sono stati due uomini a bordo di una motocicletta. E' il terzo giornalista ucciso in pochi giorni nel Paese. Lunedì sono stati assassinati altri due colleghi: Danilo Lopez, 38 anni, cronista di "Prensa Libre" e Federico Salazar, 32, che lavorava in una radio. (ANSA)