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Le notizie che riguardano il giornalismo e la comunicazione

MEDIASET: USIGRAI, RAI WAY RESTI PUBBLICA. RISCHI PER LIBERTÀ ESPRESSIONE

1B7642B8C4D8E4ACD81CA111883F48C08 Rai way ok"La notizia di Mediaset che lancia un'Opa sulle torri della Rai è allarmante: se andasse in portodeterminerebbe una concentrazione tale da mettere a rischio anche la libertà di informazione". Lo dichiara l'Usigrai.    "Questa vicenda conferma che esiste una grande urgenza: regolare definitivamente i conflitti di interesse - prosegue il sindacato dei giornalisti della tv pubblica -. Fermo restando che un'operazione del genere deve passare al vaglio di istituzioni e autorità di garanzia, è evidente che tali annunci sono possibili finché non si interviene su questa materia, e sulle fonti di nomina della Rai. Chiediamo chiarezza al governo, con il quale abbiamo avviato contatti. E chiediamo all'Antitrust di aprire con urgenza un fascicolo".    "Le torri della Rai servizio pubblico devono restare in mano pubblica - continua il sindacato -. E' un principio che l'Usigrai ha affermato dall'inizio di questa vicenda esprimendo sempre allarme e contrarietà e decidendo persino di acquistare alcune azioni di Rai Way, ed è quello che andremo ad affermare con forza nell'assemblea dei soci". (ANSA).

PROFESSIONE: MINACCE, OMICIDI, ESILI, IL CALVARIO DEI GIORNALISTI LIBICI

1giornalista libiaFare il giornalista in Libia di questi tempi diventa ogni giorno più difficile, considerato il caos che sta vivendo il Paese, e trasforma l'esercizio di questa professione in una sofferenza quotidiana. Se ne è parlato alla conferenza dal titolo ''Proteggere i giornalisti durante i conflitti: il caso libico'' svoltasi a Tunisi ed organizzata dal Capjc Centre, (Centre Africaine de perfectionnement des journalistes et communicateurs) che ha visto la testimonianza di alcuni professionisti del settore che hanno descritto le condizioni di lavoro dei propri colleghi libici. Alcuni tra coloro che risiedono in zone della Libia governate da bande islamiche, sono costretti a vivere nascosti, poiché la loro apparizione in pubblico potrebbe valergli la morte, altri preferiscono scegliere l'esilio volontario, altri ancora decidono di rimanere ma più nessuno sembra ormai essere padrone del proprio destino. Quale che sia il gruppo che esercita il potere ove essi svolgono la loro professione, nella gran parte dei casi il loro operato si limita a quello di far da portavoce a qualcun altro. E poco importa se il messaggio da propagandare è quello dell'apologia della violenza, dell'odio e la negazione dell'altro. Rare eccezioni a questa regola sono alcuni media indipendenti che hanno scelto di assumersi il rischio di riportare i fatti con una certa obiettività ma che ovviamente sono costretti a vivere nel terrore di rappresaglie nei loro confronti e dei componenti delle loro famiglie. Il giornalista libico Jamel Adel ha riferito di aver viaggiato per lavoro in molti paesi difficili, ma di aver trovato la situazione particolarmente complicata proprio nel suo paese e ha raccontato del caso della direttrice della televisione Al-Aan (adesso), costretta a lavorare per le milizie islamiche dopo che il canale è stato posto sotto controllo da queste ultime. Questa donna ha pagato sulla propria persona il prezzo della copertura equilibrata dei fatti. Una violenta campagna denigratoria su internet e soprattutto le minacce di morte nei suoi confronti l'hanno costretta a prendere la via dell'esilio. Il direttore del quotidiano algerino Al Watan, Amor Belhuocett, ha riferito delle eliminazioni fisiche dei giornalisti durante il decennio nero algerino del fondamentalismo islamico. Ha voluto ricordare, soprattutto, come all'epoca i giornalisti fossero l'obiettivo dei gruppi radicali islamici e al tempo stesso delle autorità che non esitavano a gettarli in prigione poiché detentori di verità scomode. Durante il dibattito si è inoltre discusso della proposta di creazione di una carta per la protezione dei giornalisti libici da proporre alle autorità e alla società civile libica in maniera che i principi della professione possano essere applicati sul terreno. La conferenza è stata anche l'occasione per presentare l'associazione Asouat Al Hidhab (voci delle colline),tra i promotori dell'incontro, che ha messo a disposizione dei media un importante database. Formata da un gruppo di giornalisti provenienti da Mali, Mauritania, Algeria, Libia e Marocco, essa si candida a diventare la voce di chi non ha piu' voce e si contraddistingue per il modo di trattare gli argomenti che abitualmente passano sotto silenzio dai media tradizionali. Tra le ambizioni di Asouat Al Hidbab anche la contribuzione attiva alla ricerca di soluzioni pacifiche ai conflitti armati. (ANSAmed)

EDITORIA: PARTIRANNO IL 26 FEBBRAIO LE TRASMISSIONI DI GAZZETTATV

1gazzetta-tv-675Spiega il direttore Andrea Monti: “Con il canale tv La Gazzetta dello Sport completa il suo sistema multimediale e si pone all’avanguardia in Italia e, a livello sportivo, nel mondo. Il nuovo giornalismo troverà qui un grande laboratorio, con carta, web e televisione che dialogheranno per offrire la migliore informazione agli appassionati di sport. Non potremmo fare una tv senza il concorso pieno e attivo del giornale, delle sue firme, dei suoi inviati, che ogni giorno lavoreranno insieme ai colleghi della tv e a quelli del web”. Come riporta il comunicato stampa, GazzettaTv sarà edita da Digital Factory, società partecipata al 60% da Digicast, integralmente controllata da Rcs MediaGroup, e al 40% da DeA 59 del gruppo De Agostini, titolare dell’autorizzazione per la trasmissione sul canale.
Grazie alla partnership commerciale con Infront Sports & Media, GazzettaTv avrà accesso agli highlights delle principali competizioni sportive nazionali e internazionali. Infront supporterà inoltre il canale con la fornitura dei servizi tecnici, produttivi, di post-produzione e di emissione. GazzettaTv ha affidato la vendita degli spazi pubblicitari alla concessionaria Prs.
Il palinsesto di GazzettaTv offrirà un’informazione aggiornata e approfondita nell’intero arco della giornata, coprendo tutti gli sport. Oltre a 18 edizioni quotidiane del tg news, e 10 notiziari brevi di 90 secondi – tutti con notizie generaliste e un’ampia panoramica sull’intero mondo dello sport, GazzettaTv offrirà analisi e approfondimenti tecnici, talk, interviste, documentari, format di intrattenimento.
I commenti in diretta del campionato di Serie A saranno i protagonisti del talk della domenica Gazzetta Live. In diretta dagli studi di GazzettaTv, Viviana Guglielmi, Paolo Condò, Nino Morici e Francesca Baraghini racconteranno la giornata di campionato in un mix di commenti, interviste, curiosità e collegamenti con gli inviati e con un occhio sempre aperto sulle piattaforme web e social.
Il weekend calcistico continuerà nel lunedì con il talk Senza appello. Viviana Guglielmi e Luigi Garlan-do analizzeranno e commenteranno gli incontri di Serie A appena disputati. Anche i lettori di Gazzetta.it parteciperanno al dibattito rispondendo a domande e sondaggi. (PRIMA)

ODG: DIFFAMAZIONE E NUOVA LEGISLAZIONE, SEMINARIO A MILANO

1DSC 0074 0L'Italia ha perso 24 posizioni ed è precipitata al 73.mo posto nella graduatoria internazionale della libertà di stampa; un contributo a questo declassamento lo hanno senza dubbio fornito le cosiddette querele temerarie. Quali sono le nuove sfide di giornalisti e direttori alle prese con cause per diffamazione in aumento e una legislazione lenta e piena di lacune? Su questi temi si sono confrontati Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine nazionale dei Giornalisti, Giancarlo Mazzuca, direttore de Il Giorno, professionisti e avvocati.
A ospitare il dibattito e corso di formazione dal titolo "La deontologia del giornalista, diffamazione, rettifiche e responsabilità del direttore", la sede di Fondazione Atm, a Milano.
Se viene chiesta maggiore responsabilità nell'accertamento delle notizie per non ledere la dignità altrui con la crisi, le cause per diffamazione e - di conseguenza - per omesso controllo da parte del direttore sono di fatto aumentate con minacce più o meno velate alla libertà di stampa, pressioni, sanzioni spesso sproporzionate e nuove leggi in cantiere che, redatte sulla spinta emotiva, non contribuiscono a fare ordine. Dallo studio della situazione un invito a non deporre le armi per dare nuova linfa al settore, tutelando lettori, cittadini e giornalisti. (ODG)

CHARLIE HEBDO: PRONTE PIÙ DI 2 MILIONI DI COPIE PER IL RITORNO IN EDICOLA

1718368-charlie-380x483Un cane che scappa con una copia di Charlie Hebdo in bocca, e ad inseguirlo caricature tra l’umano e il canino di Nicolas Sarkozy, Marine Le Pen, Papa Francesco e uno jihadista, rappresentato come un grosso lupo nero con un kalashnikov in bocca. Disegni neri, sfondo rosso, e il titolo ‘C’est reparti!’ (si ricomincia). E’ la copertina del nuovo numero di Charlie Hebdo, il secondo dopo l’attentato del 7 gennaio, che sarà in edicola da mercoledì in 2,5 milioni di copie. (ANSA)