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L’INVIATO DE LA STAMPA, QUIRICO, RAPITO IN SIRIA È STATO LIBERATO.

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CALABRESI SU TWITTER: DA 5 MESI ASPETTAVAMO QUESTA NOTIZIA

«E' come se fossi vissuto cinque mesi su Marte, ho scoperto solo oggi chi è il presidente della Repubblica del mio Paese. Ho avuto paura, non mi hanno trattato bene». Queste le prime parole di Domenico Quirico dopo essere atterrato a Roma. L'inviato de La Stampa, rapito in Siria in aprile, è arrivato a Ciampino pochi minuti dopo la mezzanotte. Ora sarà sentito in Procura a Roma, poi potrà raggiungere le famiglia a Govone, in provincia di Cuneo. La Farnesina ha fatto sapere che «è provato, ma in buona salute». «Erano esattamente cinque mesi che aspettavamo questa notizia, commovente telefonata del ministro degli Esteri Emma Bonino. Sappiamo che è già stata contatta la famiglia. È una notizia magnifica», ha scritto su il direttore de La Stampa Mario Calabresi annunciando la liberazione. Prima di imbarcarsi sul volo diretto a Roma, dove sarà accolto da Emma Bonino, il nostro inviato ha parlato con la famiglia. «Siamo emozionate e felici. Lo aspettiamo a casa e non vediamo l'ora di abbracciarlo», dicono le due figlie. Oltre a Domenico Quirico è stato liberato il cittadino belga Pier Piccinin. L'odissea di Domenico era iniziata appena passato il confine libanese, il 6 aprile. Quattro giorni più tardi aveva inviato un sms a una collega della Rai. Poi il silenzio. Rotto il 6 giugno nel primo pomeriggio con una breve telefonata alla moglie Giulietta. La voce lontana diceva di stare bene e di essere stato rapito. Da quel momento sono passati altri tre mesi, un tempo lunghissimo fatto di segnali ma anche di nuovi lunghi silenzi. Un tempo di lavoro intenso, costante e prezioso delle nostre autorità, coordinate dall'Unità di crisi della Farnesina che già il 15 aprile era stata allertata dalla Stampa, d'intesa con la famiglia, del prolungato silenzio di Domenico. In questi 150 giorni senza Domenico tantissimi sono stati i segni di solidarietà: associazioni, giornali, siti, televisioni, il sindacato giornalisti e molte persone hanno manifestato la loro vicinanza esponendo - come sul sito de La Stampa e sul nostro quotidiano - un nastro giallo che significa semplicemente "ti aspettiamo" . Il 1° giugno il momento più emozionante: l'appello video delle figlie Metella ed Eleonora fa il giro di tv e web del mondo arabo. Oggi, infine, la notizia più attesa: l'incubo è finalmente finito. Domenico Quirico torna a casa. Bentornato. (LASTAMPA)

COME SCRIVERE UN TITOLO CHE VENGA CLICCATO

titolo-cliccatoCon la crescita verticale dei canali e dei volumi di contenuti pubblicati online, la competizione per ottenere l’attenzione dei lettori è letteralmente esplosa, rendendo estremamente difficile emergere dalla mischia. Qualche numero: • La competizione per ottenere l’attenzione dei lettori è ormai folle: in un solo giorno, su Internet vengono pubblicati 2 milioni di post, 294 miliardi di email e 864.000 ore di video, oltre a 400 milioni di tweet.
• L’80% dei lettori non legge quello che viene dopo il titolo: secondo Brian Clark, se è vero che 8 persone su 10 leggono un titolo, solo 2 su 10 leggeranno il resto.
• Il traffico può variare del 500% in base al titolo: secondo Koechley, i test mostrano che il traffico verso i contenuti può variare fino al 500% modificando semplicemente l’headline. “Il titolo è l’unica possibilità di raggiungere le persone che stanno pensando ad un milione di altre cose, e che non si svegliano al mattino interessandosi di femminismo, cambiamento climatico o dettagli delle elezioni politiche”, ha detto.

QUALE TITOLO ATTRAE L’UTENTE?

Conductor ha testato diversi tipi di headline per determinare quali potessero essere più attraenti per il lettore. E’ stato analizzato un ampio campione di titoli, su siti e social, per determinare i modi con cui questi titoli vengono scritti. Sono emerse 5 tipologie di headline:

• Normale (I modi per rendere più piacevole bere il tè)
• Domanda (Quali sono i modi per rendere più piacevole bere il tè?)
• Come fare a (Come fare a rendere più piacevole bere il tè)
• Numero (30 modi per rendere più piacevole bere il tè)
• Indirizzato al lettore (I modi che ti permetteranno di rendere più piacevole bere il tè)

Partendo dai titoli reali di BuzzFeed, Huffington Post e il blog di Conductor, sono stati mostrati agli intervistati 3 titoli diversi scritti nelle 5 diverse tipologie, ed è stato chiesto al lettore di scegliere quello preferito.

NUMERI

Prima di presentare i risultati dello studio, diamo una occhiata a BuzzFeed e al suo pittoresco CEO, Jonah Peretti. Il New York Magazine racconta dei suoi studi sui contenuti iniziati quando era studente al MIT, e più tardi come parte del team che ha creato l’Huffington Post. “Ho passato più di un decennio a pensare a come le idee si propagano”, ha affermato Peretti.

Osserviamo la home page di buzzfeed.com; in moltissimi titoli è presente il numero:

 

Anche nella ricerca di Conductor, possiamo osservare che i numeri nei titoli sono risultati in assoluto i preferiti (36%), con un vantaggio di 15 punti percentuali sui titoli “Indirizzati al lettore”:

 

Le donne sembrano preferire i numeri molto più degli uomini, ed è interessante notare come questa differenza sia la più ampia rispetto alle altre 4 tipologie di titoli:

 

SUPERLATIVI

Conductor ha testato anche l’uso del superlativo negli headline. Sono stati mostrati 5 diversi titoli, all’interno dei quali c’erano da 0 a 4 superlativi:

• I 27 modi di addestrare un cane (0 superlativi)
• I 27 modi migliori di addestrare un cane (1 superlativo)
• I 27 modi migliori di sempre di addestrare un cane (2 superlativi)
• I 27 modi migliori di sempre di addestrare un cane perfetto (3 superlativi)
• I 27 modi migliori e più intelligenti di sempre di addestrare un cane perfetto (4 superlativi)

I dati mostrano che più della metà degli intervistati (51%) ha preferito un approccio sobrio, scegliendo 0-1 superlativo, ma è anche interessante notare che il 25% delle persone ha apprezzato il titolo con 4 superlativi. In altre parole: i lettori preferiscono pochissimi o tantissimi superlativi; da evitare è la via di mezzo:

 

MAIUSCOLE E MINUSCOLE

E’ stato anche testato l’uso di maiuscole e minuscole nei titoli, in 4 differenti modalità:

• I 5 passi per prepararsi all’imminente invasione degli zombie (minuscolo)
• I 5 PASSI PER PREPARARSI ALL’IMMINENTE INVASIONE DEGLI ZOMBIE (maiuscolo)
• I 5 Passi per Prepararsi all’Imminente Invasione degli Zombie (“sentence case”)
• Nessuna preferenza

Ha vinto a mani basse la tecnica del “sentence case” [ovvero l'uso della lettera maiuscola su tutte le parole del titolo, ad eccezione di articoli, avverbi, congiunzioni e preposizioni]; interessante notare che il titolo “urlato” (=tutto maiuscolo) raccoglie comunque il 21% dei consensi:

 

TITOLI CHIARI, SENZA AMBIGUITA’

Come detto all’inizio, c’è oggi un enorme offerta di contenuti in competizione fra loro, e l’utente valuta con molta più attenzione su quale titolo cliccare, essendo iper-consapevole di dove sta investendo il suo tempo.

In altri termini, al lettore non piace l’incertezza. Un titolo come “30 modi per rendere più piacevole bere il tè” elimina ogni ambiguità rispetto al contenuto dell’articolo; dice quello che c’è, e (implicitamente) quello che non c’è.

Per contro, “Quali sono i modi per rendere più piacevole bere il tè?” lascia troppo spazio ai dubbi, e infatti è risultato il titolo meno cliccato.

 

RIASSUMENDO: 3 CONSIGLI ESSENZIALI PER I TUOI TITOLI

1. Pensa all’headline!
Troppi autori investono un sacco di tempo nel creare il contenuto, ed un tempo ridicolo per pensare all’headline. Ricorda che l’80% di coloro che leggono un titolo poi NON lo clicca, quindi spendi qualche minuto in più e pensa ad un titolo in grado di catturare l’attenzione del lettore (e spingerlo al click).

2. Sii il più esplicito possibile su cosa farà e non farà il tuo contenuto
Ci sono milioni di contenuti che competono per ottenere l’attenzione del pubblico. Più sarà chiaro il tuo titolo, più catturerà l’utente.

3. Non dimenticarti dei motori di ricerca
Anche fra i risultati presenti nelle pagine dei motori di ricerca, gli utenti scelgono su quale titolo cliccare. Assicurati di arricchire il tuo titolo con i rich snippet, sfruttando le specifiche contenute in schema.org ed implementando l’authorship (tutte cose in grado di aumentare il CTR). (TAGLIABLOG)

INFORMAZIONE, FRANCO SIDDI: “SERVE INTERVENTO PUBBLICO PER L’EDITORIA”

Dibattito-Siddi-300x225Al festival   Comodamente si parla della crisi del giornalismo italiano: sugli oltre centomila iscritti all’Ordine, meno di 18 mila contratti a tempo indeterminato. “impossibile garantire qualità se si è pagati 5 euro a pezzo”. (nella foto: Pittalis, Siddi, Carubba, Zannone, Robustelli).  “Quale cura per l’informazione al tempo della crisi?” chiede il titolo del dibattito che dà il via ufficialmente all’edizione 2013 del Festival Comodamente. Ma una cura, se esiste, di sicuro non è immediata. Per il momento, fa bene per lo meno riflettere sulla crisi dell’editoria italiana. Una situazione che fotografano impietosi i numeri: “Sugli oltre 100 mila iscritti all’Ordine dei giornalisti – fa i conti Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale stampa italiana – gli occupati a tempo indeterminato sono appena 17.750”. Poi c’è l’universo dei collaboratori autonomi: “Si va da quelli che guadagnano 1.200 euro all’anno a quelli che stanno entro i 20-22 mila euro, che non sono tanti ma che in quest’area di lavoro ormai lo sembrano”. E ancora più giù ci sono i giovani che ottengono lauree e accumulano master, senza riuscire a trovare uno spiraglio per entrare in questo mondo professionale.

Ma la precarietà dei giornalisti non riguarda solo loro. “Se un giornalista ha un problema economico è ricattabile, soggetto a condizionamenti. Si crea un danno alla democrazia in sé” aggiunge Massimo Zennaro, segretario regionale dell’Fnsi veneta. “Come si fa a garantire libertà d’informazione quando i giornalisti prendono 5 o 6 euro a pezzo?” rincara Orazio Carrubba, direttore della scuola di giornalismo “Dino Buzzati”. Il problema è reale e uno degli strumenti a cui si è pensato per intervenire è il meccanismo dell’equo compenso, per tentare di garantire una giusta retribuzione anche a chi ha contratti precari. Gli ostacoli però non mancano: occorre definire criteri e riferimenti precisi, stabilire una cifra. Un percorso che non si preannuncia semplice, ma “non ci arrendiamo”, promette Siddi. Non può però  essere questo l’unico provvedimento. “C’è bisogno di un intervento pubblico. Per la Fiat è stato fatto e anche per altri settori. L’editoria è un settore anche più strategico” chiede il rappresentante del sindacato.  Sta però anche ai giornali stessi “cercare di stare sul mercato”, ricorda il direttore di eunews.it, Lorenzo Robustelli: “Ancora oggi alcune testate dei grandi gruppi affrontano costi esorbitanti per mantenere vecchi contratti giornalistici, oggi questo non ha alcun senso”. (EUNEWS)

GIORNALISTI: I VINCITORI DEL PREMIO ILARIA ALPI

Premio-Ilaria-Alpi Foto-RiccardoGallini 02 ridLavorano in emittenti nazionali, web-tv e network internazionali i vincitori della diciannovesima edizione del Premio Ilaria Alpi, il concorso di giornalismo televisivo dedicato alla inviata Rai uccisa in Somalia nel 1994 insieme al cineoperatore Miran Hrovatin. Lo comunica una nota riferendo che i vincitori - scelti da una giuria presieduta da Luca Ajroldi e composta dai piu' famosi giornalisti italiani – sono stati premiati al Palacongressi di Riccione, in una serata condotta da Federica Gentile di Radio 2 e Giorgio Zanchini di Radio 3. Nel corso della serata sono stati anche assegnati: il premio della critica a Domenico Iannacone; il premio speciale UniCredit alla giornalista e scrittrice iraniana, oggi esule in Francia, Susan Mohammadkhani Ghiasvand; il premio Coop Ambiente a Domenico Iannacone e Luca Cambi. Non e'stato invece presente alla serata Piero Angela, vincitore del Premio Ilaria Alpi alla carriera. Di seguito i vincitori delle 8 categorie del Premio Ilaria Alpi con le motivazioni della giuria. - Premio miglior inchiesta televisiva italiana (sotto 15 minuti) a Marco Fubini e Pablo Trincia di Le Iene, Italia 1, per ''Krokodil, la droga che ti mangia''. - Premio miglior inchiesta televisiva italiana (sopra 15 minuti) a Federico Ruffo e Alessandro Macina di Presa Diretta, RaiTre, per ''Ladri di calcio''. - Premio miglior inchiesta televisiva internazionale a David Thomson, Gwenlaouen Le Gouil e Nicolas Beaudry D'Asson di Arte reportage, Arte, per ''The Jihad's temptation''. - Premio miglior inchiesta televisiva italiane di web-tv a Vittoria Iacovella di RepubblicaTv per ''Vaccinati a morte''. - Premio miglior inchiesta televisiva italiane di tv locali e regionali a Gianmarco Morosini di San Marino Tv per ''L'ultimo Padrino. Nella terra di Matteo Messina Denaro''. - Premio miglior servizio da Tg a Marco Clementi e Paolo Carpi di Tg1, RaiUno, per ''Gheddafi privato''. - Premio IA Doc Rai (per reportage e inchieste giornalistiche inedite) a Luca Cusani e Francesco Cannito per ''Il rifugio''. - Premio per la miglior fotografia - Menzione Miran Hrovatin a Francesco Conversano, Nene Grignaffini e Roberto Cimatti di Dixit, Rai Storia, per ''Muri''. (ASCA)

GIORNALISMO DIGITALE: TORNA A FIRENZE IL FESTIVAL NEL SEGNO DI TWITTER

giornalismo digi nove 572012Data journalism, multimedia storytelling e gamification: per chi volesse decifrare queste parole (apparentemente) lontane, sarà sufficiente partecipare il 16 ed il 17 settembre alla seconda edizione del Festival del giornalismo digitale. Anche questa volta la location è Firenze, in particolare l'Auditorium di Santa Apollonia, per un evento nato dalla collaborazione di: Associazione stampa toscana, Ordine nazionale dei giornalisti, Ordine dei giornalisti della Toscana, Digiti e Lsdi (Libertà di stampa diritto all'informazione). La manifestazione si srotola in due giorni fitti di appuntamenti, durante i quali giornalisti ed esperti di web analizzeranno tutte le sfaccettature della compulsiva digitalizzazione dell'informazione. Salvaguardia del libro, editoria on line, giornalismo sportivo e uso professionale dei 140 caratteri di twitter: sono alcuni dei temi che saranno affrontati nelle sette conferenze e nella serie di mini-seminari previste. La partecipazione è gratuita e, per ogni evento, l'iscrizione si fa online. Gli hashtag ufficiali: #digitfi13 e #lsdi. Lo scorso anno 1500 utenti hanno twittato utilizzando la formula #digitfi12. Se la digitalizzazione è cresciuta, il primo compleanno di questo hashtag lo dimostrerà. (CORRIERE FIORENTINO)