Il digitale per le radio locali porta con sé nuovi rischi

Oltre all’allarme per il possibile taglio dei contributi, per l’emittenza locale (quella radiofonica, in questo caso) c’è il rischio in futuro di non avere sufficienti frequenze

.Le frequenze disponibili infatti sono considerata insufficienti da Aeranti-Corallo (che rappresenta quattrocento emittenti), che poi teme una forte penalizzazione anche nalla raccolta pubblicitaria.

Vi sono alcune regioni – precisa la nota - in cui una radio locale è la prima negli ascolti. Le imprese radiofoniche locali hanno investito nella nuova tecnologia e hanno costituito da tempo numerose società consortili per l’avvio delle trasmissioni digitali. Tuttavia “a causa della scarsità delle frequenze l’emittenza locale non può accedere a tale tecnologia in molte aree del Paese dove invece le radio nazionali stanno operando”.

“La recente delibera Agcom n. 290 – conclude la nota - non ha previsto alcune frequenze già assegnate in alcuni bacini, e ha ridotto gli spazi, già esigui, per la radio digitale, prevedendo una sola frequenza con copertura regionale in molte regioni (come per esempio Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Calabria). Le imprese, quindi, che non potranno operare fin da subito in digitale matureranno un incolmabile ritardo rispetto a quelle che già vi operano, con grave pregiudizio in termini concorrenziali. Per tale motivo molti operatori di rete radiofonica hanno proposto ricorso al TAR Lazio chiedendo l’annullamento della delibera per la parte che prevede le frequenze per la radiofonia digitale terrestre”.

Ultima modifica: Ven 19 Ott 2018