Nuove figure in redazione, quali contratti?

Sta suscitando un vivace dibattito quello che è emerso durante l’incontro degli ‘stati generali’ dell’editoria con i direttori dei giornali. In particolare hanno colpito le parole di Maurizio Molinari, direttore de “La Stampa”.

“La sfida della trasformazione che i giornali devono affrontare per vincere la crisi del settore e uscire più forti – ha detto – non può prescindere dal fatto che in questo ciclo dell’informazione digitale stanno nascendo, e già lavorano con noi, nuove figure professionali, con nuove competenze: data analist, media strategist, graphic designer. Sono tutte figure che devono stare in redazione, con i giornalisti, non sono corpi staccati. I giornali possono produrre nuovi lavori e nuovi posti di lavoro, ma il contratto nazionale non lo consente, siamo vincolati a un contratto che appartiene al 900, e che oggi è fuori mercato. Non abbiamo gli strumenti per assumere nuove professionalità.

Il Sottosegretario Crimi è apparso in sintonia con quanto detto da Molinari, pur riconoscendo che il governo non ha competenza diretta sul tema dei contratti. E ha introdotto altre questioni, come quella del lavoro dei giornalisti pensionati che, percependo l’assegno dall’Inpgi, accettano compensi più bassi.
Su questo il governo spinge per una soluzione legislativa.

Ultima modifica: Ven 28 Giu 2019