Se Facebook si redime...

Usa toni alti il fondatore Mark Zockerberg per presentare Facebook News, il suo ultimo progetto editoriale. "E' una nuova sezione dedicata alle notizie di alta qualità personalizzata sugli interessi degli utenti".

E aggiunge, come se però non fosse un po’ anche colpa sua, che “internet è stato dirompente per il tradizionale modello di business dei giornali”. Con la conseguenza che adesso “i principali servizi della Rete devono avere la responsabilità di collaborare con i media per costruire modelli sostenibili a lungo termine per finanziare questo importante lavoro. Spero che il nostro lavoro onori e sostenga il contributo che i giornalisti danno alla nostra società”.

Parole che certo sono condivisibili, ma che arrivano troppo tardi. L’esperienza di Facebook News sarà certamente interessante, eppure sembra quasi la storia del recinto chiuso quando i buoi sono già scappati.

Infatti se anche Facebook si redime, i suoi ‘cugini’ che cosa faranno? E’ di queste ore la polemica durissima tra i giornalisti francesi e la locale Google, che vuole in tutti i modi neutralizzare gli effetti della legge transalpina sul diritto d’autore.

I cosiddetti ‘over the top’ hanno abituato l’opinione pubblica a fare a meno dei giornali e dei giornalisti. Li hanno sostituiti con le briciole delle notizie che raccattavano sapientemente in rete e trasportavano con i loro ‘potenti mezzi’. Vere, false, ambigue, non verificate... in fondo fa lo stesso. Il valore non è la notizia in sé, ma il traffico che genera. E’ il click non la verità.

Se Facebook News porta notizie vere, scritte bene da autentici giornalisti, e oltretutto le paga o le fa pagare, è una bella notizia, anche se per ora è limitata agli Stati Uniti. Occorre però che le persone tornino a cercarle, quelle notizie. Ed essere disposte a pagarle, come si paga qualsiasi opera dell’ingegno (ar)

Ultima modifica: Ven 25 Ott 2019