Collaboratori in rivolta, stato di agitazione al Messaggero

E orsa si muovono e si organizzano anche i collaboratori dei giornali. Sono quelli del Messaggero di Roma. Dopo la proposta di qualche giorno fa della riduzione dei compensi (già esigui), è stata costituita l'Assemblea dei giornalisti non dipendenti.

La riunione, nella sede del sindacato, è stata presieduta dal segretario generale aggiunto della Fnsi, Mattia Motta. Vi hanno partecipato giornalisti di tutte le edizioni del giornale (Roma, Viterbo, Latina, Frosinone, Rieti, Civitavecchia, Abruzzo e Umbria).

La decurtazione – si legge in una nota – è l'ultima di una serie iniziata più di dieci anni fa, che ora arriva in un contesto in cui i collaboratori sono pagati con importi sotto la soglia minima di dignità professionale, e soprattutto, al di fuori dei minimi tariffari”.

C’è anche un limite temporale per l’accettazione della proposta unilaterale dell’azienda: il 14 luglio. Peraltro – rileva l’assemblea – sarebbe una “modifica unilaterale all'indomani di una sottoscrizione di un accordo per l'accesso all'ammortizzatore sociale riguardante i giornalisti dipendenti che ha portato notevoli risparmi”.

I giornalisti ora aprono uno stato di agitazione finalizzato all'apertura di un confronto con l'azienda e al ritiro della proposta stessa.

L'Assemblea “chiede fin da ora all'editore di revocare la comunicazione con effetti immediati e ai colleghi del Cdr e delle Associazioni regionali di Stampa competenti per territorio di affiancare i colleghi, insieme con la Fnsi, nel confronto aziendale”.

Infine, nella nota pubblicata sul sito della Fnsi, torna la considerazione che “il giornalismo di qualità è un contributo fondamentale per arricchire il dibattito del Paese. Il lavoro di giornalisti senza diritti, senza tutele e senza garanzie non può che riflettersi sull'intera società”.

Ultima modifica: Mar 23 Giu 2020