Battaglia alle querele temerarie, l'Italia deve essere in prima linea

Il Consiglio dell’Agcom fa proprie le parole di Sergio Mattarella e parla della professione giornalistica come fondamento della nostra società.


Il rapporto sull’informazione, sottoposto a una consultazione pubblica fino al 2021, ha evidenziato, evidenzia come “le querele temerarie rappresentino un fenomeno di particolare gravità perché in grado di condizionare o compromettere la libertà di espressione, non solo per gli effetti che producono ma anche per una più generale intimidazione indirizzata all’intero settore dell’informazione”. Le definisce come “una delle forme più gravi di attacco alla stampa”, per questo serve “un intervento legislativo organico in materia di minacce alla professione”.

Questa presa di posizionbe è stata molto apprezzata dall’Ordine dei giornalisti, nel momento stesso in cui Centro di monitoraggio del Consiglio d’Europa si è mosso nella stessa direzione. “Preoccupante- si legge nella nota - è anche il ricorso ad azioni legali intimidatorie contro i giornalisti e le discussioni nei parlamenti nazionali di proposte di legge liberticide”. In Italia “i giornalisti sono sempre più spesso portati in giudizio per diffamazione” e si è registrato il più alto numero di casi di molestie e intimidazioni. “L’Italia,- si legge ancora- non solo non ha depenalizzato la diffamazione, ma il suo nuovo governo ha dato la sua benedizione all’uso di procedure giudiziarie per mettere a tacere i suoi critici”.

Ultima modifica: Gio 9 Mar 2023