Intercettazioni: la stretta sulla pubblicazione preoccupa i giornalisti

E alla fine la stretta del Governo sulla pubblicazione delle intercettazioni provoca la reazione contraria del sindacato.

«L'unico criterio di riferimento deve essere l'interesse pubblico a sapere, il diritto dei cittadini a essere pienamente informati, come ha ribadito in più sentenze anche la Corte europea dei diritti umani», scrivono sul sito della Fnsi Alessandra Costante e Vittorio di Trapani, segretaria generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.

Per il sindacato insomma è necessario «trovare il giusto equilibrio tra due principi di rango costituzionale quali sono il diritto alla tutela della dignità e onorabilità delle persone e il diritto di informare e ad essere informati»,.Sui giornali ci sono alcuni esempi, che dimostrano come non sarebbe più possibile pubblicare le interecettazioni dei poliziotti indagati a Verona o degli europarlamentari al centro dell'inchiesta sulla corruzione.

«Il ddl, sul quale il ministro della Giustizia Carlo Nordio sta lavorando da tempo, stabilisce che il divieto di pubblicazione cada solo allorquando il contenuto intercettato sia riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento. E non può essere rilasciata copia delle intercettazioni di cui è vietata la pubblicazione quando la richiesta è presentata da un soggetto diverso dalle parti o e dai loro difensori».

Le nuove disposizioni potrebbero limitare ulteriormente il diritto di cronaca dopo che già c’è stata la rigida applicazione della presunzione d’innocenza.

Ultima modifica: Gio 15 Giu 2023