Come si informano gli italiani

Le famiglie spendono sempre meno per informarsi: diminuiscono le copie vendute di quotidiani, settimanali e mensili. D’altra parte aumenta la spesa per gli smartphone, che ormai sono diventati “i dispositivi attraverso cui ci si informa in maniera preponderante”.

Cresce anche la fruizione delle notizie on line e aumenta il numero di spettatori della “mobile tv” (un terzo degli italiani) e di chi ascolta la radio attraverso lo smartphone (29,2%).
Sono consapevoli gli italiani che “l’informazione proveniente dai social può essere poco affidabile e che tv e radio”. Eppure le più affidabili radio e tv “sono giudicate negativamente del pubblico, e questo soprattutto su temi caldi come lo sono stati la pandemia e la guerra in Ucraina”.

Si parla di un’informazione “confusa”, “propagandistica”, “ansiogena”, “spettacolarizzata” e addirittura “falsa”.
Perciò il 60,1% degli italiani “guarda con favore a forme di censura che abbiano lo scopo di tutelare chi si informa da fake news, da opinioni intenzionalmente manipolatorie o espresse da persone che non hanno competenze in materia o persone che si esprimono con approssimazione”. Una situazione che indica in ogni caso un cortocircuito nel sistema dell’informazione.

Ultima modifica: Lun 4 Dic 2023