Negli Stati Uniti brusca frenata degli e-book. Meglio la carta, dopo la 'fatica digitale'.

Negli ultimi due anni le vendite dei libri “in digitale” sono crollate del 30%, mentre di quelli tradizionali sono cresciute del 20%, in un mercato sostanzialmente fermo (7 miliardi di dollari il giro d’affari dell’editoria commerciale nel 2016, uguale al 2015).

Quando sbarcarono tra la gente, nel 2007, gli eBook erano stati salutati come il futuro dell’editoria. I più facili agli entusiasmi profetizzavano la scomparsa della carta: I libri erano troppo ingombranti, pesanti. I libri digitali stavano invece a decine in un piccolo apparecchio, meno di un tablet, leggero, con uno schermo che facilita la lettura. Come spesso accade, però, le profezie non si avverano: a 10 anni dal lancio gli eBook non solo non hanno sfondato come ci si aspettava, ma stanno crollando; e la gente torna a leggere i libri tradizionali.

I numeri della Aap (l’equivalente della Fieg in Italia) parlano chiaro: nel 2016 negli Stati Uniti sono stati venduti libri elettronici per 1,1 miliardi di dollari, in caduta del 17%, lo stesso livello del 2011.
Tutto il mercato dei libri (che include anche testi scolastici e religiosi) vale 14 miliardi: gli eBook sono dunque meno del 10% e un quinto rispetto ai libri commerciali (copertina rigida e tascabili) che totalizzano 5 miliardi.

Perché la difficoltà degli eBook? Gli editori americani hanno un’idea ben precisa: «È la conseguenza della “Fatica Digitale” – spiegano negli uffici della AAP - oggi le persone stanno molte ore davanti a uno schermo, e dunque preferiscono tornare alla carta quando si svogliono svagare e leggere».

Gli eBook non scompariranno, ma non sostituiranno nemmeno i vecchi libri; sono uno dei tanti modi per leggere e rimarranno una nicchia. È ormai evidente che non ci sarà nessun sorpasso: la carta non muore.

Ultima modifica: Dom 27 Ago 2017