Libertà di stampa e lotta alla corruzione, il ruolo (insostituibile) del giornalismo d'inchiesta

L’importanza e la centralità delle inchieste giornalistiche emergono con chiarezza anche nell’ultimo rapporto dell’Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Naturalmente tra i diversi casi di studio vengono riportati quello dei Panama Papers e altri più limitati a singoli stati. Lo studio riporta poi un approfondimento sul livello della libertà di stampa nei Paesi vincolati dalla Convenzione sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali del 17 dicembre 1997.

Dai dati relativi al 2017, risulta che la Finlandia è al primo posto per libertà di stampa, mentre l’Italia si trova nella parte bassa della classifica seguita solo, tra i Paesi Ue, da Grecia e Bulgaria. Tra il 2012 e il 2017, sono stati 368 i giornalisti uccisi dei quali ben 70 indagavano su casi di corruzione.

La fonte principale per i giornalisti in questo ambito è quella dei whistleblowers (35%) che, però – si legge nel documento – di frequente non sono tutelati quando rivelano notizie alla stampa. Tra i problemi da superare “il rapporto con le autorità nazionali inquirenti che non assicurano un’adeguata tutela dell’anonimato delle fonti e non prendono in considerazione la necessità che il giornalista sia garante della protezione delle stesse fonti per non minare la credibilità e la fiducia in lui riposta”.

Ultima modifica: Gio 12 Apr 2018