Il dinamismo del bene nel racconto dei fatti. A Perugia dialogo tra Ivan Maffeis e Paolo Ruffini

“Con Paolo ci lega un’amicizia di tanti anni”. Queste parole del vescovo Ivan Maffeis, rivolte all’ospite, Paolo Ruffini, Prefetto del dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, hanno dato il tono all’incontro che si è tenuto il 15 settembre a Perugia nell’ambito del festival “Cinema dell’anima”.

L'incontro, promosso in collaborazione con Ucsi Umbria, si è tenuto nella sala San Francesco del palazzo arcivescovile di Perugia. A introdurlo è stata Manuela Acito, presidente Ucsi Umbria; ha moderato Daniele Morini, direttore del settimanale regionale “La Voce” e Umbria radio InBlu.

Il colloquio ha avuto come riferimento il libro-intervista “Comunicazione e reciprocità” pubblicato dalle Edizioni francescane (Efi) in cui Ruffini colloquia con Michele Zanzucchi.

“Bisogna amare la ‘causa’”, ha detto mons. Maffeis riferendosi ai giornalisti per i quali il giornalismo non deve fermarsi a ciò che apparentemente si vede ma andare oltre, cercare le cause, andare in profondità. Ruffini, in un dialogo con Daniele Morini, ha ricambiato l’apprezzamento per Maffeis, “il vero esperto di comunicazione a questo tavolo”.

Il discorso è poi andato subito in profondità, con il prefetto che ha sottolineato ripetutamente l’importanza della relazione e della testimonianza anche nell’attuale mondo della comunicazione in cui la tecnologia sembra prendere il sopravvento. Dal web, ai social, all’intelligenza artificiale, che hanno modificato senza cancellarli, i media tradizionali come la stampa, televisione e radio.

Alla base di tutto, ha detto il prefetto, ci sono le persone. E ha ricordato le parole che Papa Francesco ha rivolto all’udienza a coloro che lavorano nella Comunicazione della Santa Sede. “Eravamo tutti presi da come fare, quali fossero le tecniche migliori per raggiungere le persone, e il Papa ci ha chiesto di dimenticare il marketing e ricordare che da una sola cosa saremo riconosciuti: da come ci ameremo”. Parole destinate agli operatori della comunicazione, ma anche ai cittadini che oggi come non mai sono loro stessi comunicatori attraverso i social e in generale in tutti gli ambienti digitali.

Il Papa chiede testimonianza, che nel fare informazione diventa anche attenzione a non limitarsi a raccontare solo il male ma impegnarsi per “cercare di capire in ogni cosa dove e come c’è una possibilità di redenzione, una parola di speranza, che non è negare la realtà ma andare oltre con lo sguardo”. Il Papa, ha aggiunto, ci ricorda che “c’è sempre un dinamismo di bene che va trovato nella narrazione dei fatti”.

Ultima modifica: Gio 21 Set 2023