Anche noi, naufraghi. Confronto sull'immigrazione a Campobasso (Ucsi Molise)

Il pianto. Papa Francesco questa volta ci invita a piangere affinché dal pianto sgorghino gocce di speranza. Per noi, per tutti, per l’umanità. L’indifferenza colpisce, il vuoto scalfisce ma il pianto consola. Nella giornata regionale dedicata ai Migranti, alla Pace, alla Vita ed alla Giustizia (domenica 5 febbraio) dal tema “Anche noi migranti, sulle vie di giustizia e della pace” la riflessione ha stimolato i presenti che hanno partecipato numerosi...

Il talk show promosso dall’arcidiocesi di Campobasso–Bojano in collaborazione con Fondazione Migrantes, Caritas, Pastorale Familiare, UCSI Molise, Presidenza Regione Molise ha voluto raccontare, testimoniare e riflettere sulla crisi migratoria, sulle azioni per raggiungere una convivenza pacifica, per imparare a «sognare... e costruire un mondo dove nessuno si senta solo, nessuno si senta superfluo o senza un posto».

Ma ciò che ha colpito i più è stata la testimonianza di chi si è salvato ed è scampato all’orribile morte nel profondo mare. Impronte indelebili raccontate dalla voce invisibile dei ragazzi giunti dalla vicina Libia. Giovani non in cerca di un futuro migliore ma di un futuro e basta! Un futuro guidato dalla voglia di crescere e accrescere le conoscenze attraverso la cultura. A stimolare il racconto è stato il giornalista, redattore inviato di Rainews 24 Pino Finocchiaro.

"Raccontare la verità" è stato l’incisivo intervento di Finocchiaro che si è intrecciato, durante il lungo pomeriggio piovoso del 5 febbraio, con quello dei responsabili delle pastorali tra cui don Adriano Cifelli per la Pastorale dei Migrantes e don Franco D’Onofrio direttore della Caritas che hanno “stravolto” il pubblico presente per scuotere le coscienze attraverso il grido umanitario che invita ad andare “oltre” il pregiudizio e le sovrastrutture, soprattutto mediatiche.

I numeri ci aiutano a comprendere, i volti ci aiutano a guardare, le loro voci ci aiutano a sentire il grido di speranza dei migranti in cerca di approdo per scampare all’orribile indifferenza della crudeltà e della lotta alla sopravvivenza come è stato detto dai due sacerdoti della diocesi di Campobasso. Allo stesso modo il giornalista di Rainews 24, con le sue domande e le sue risposte ha voluto raccontare per farsi raccontare testimoniando la verità quando si “scende in campo” per svolgere il corretto e delicato compito dell’informazione.

Vivaci e profonde sono state poi le testimonianze di chi si è fatto carico, nel Molise, per dare “conforto e accoglienza” ai 90 profughi giunti nella nostra terra accogliente. Sara Ferri della cooperativa IL GECO oltre ad illustrare i progetti di inclusione e coesione sociale a favore degli ultimi, ha dato testimonianza di ciò che avviene quotidianamente quando si dona affetto e mani di solidarietà. E a spiegarcelo con gli occhi e la voce della rinascita è stato Yacuba Diakitè (Mali) giovane mediatore ed interprete giunto in Italia con un gommone che, dopo aver toccato terra, ha intrapreso gli studi della lingua in primis e quelli universitari completati da un master. Una reale impronta di speranza su quelle spiagge, le nostre spiagge, dove l’onda della grande mareggiata non deve e non può travolgere perché “più forte della morte è l’amore”.

A completare le testimonianze Pina Zicolella direttrice del centro di accoglienza solidale il Geco di via Gorizia a Campobasso e Massimiliano Spina della cooperativa di accoglienza per minori di Bojano.Ponendo le basi dal cuore solidale, Pina e Massimiliano hanno emozionato tutti i presenti con il racconto e la loro toccante esperienza di accoglienza. “Come figli abbiamo aperto loro la porta del nostro cuore. Appena giunti, i ragazzi accolti nei nostri centri erano impauriti e con un loro fare educato mi chiamavano madame. Oggi quei giovani mi chiamano Mamma”. Una testimonianza che non ha bisogno di commento ma che diventa seme testimoniale da prendere come esempio di solidarietà e di vita.

A partire dal sogno, dentro solchi profondi e fecondi, l’arcivescovo di Campobasso- Bojano mons. GianCarlo Bregantini è intervenuto nel cuore centrale delle testimonianze e ha concluso la serata con tono di pace e autorevole dialogo sul tema per la giornata mondiale per la Pace, La nonviolenza: stile di una politica per la pace, come l’unica e vera linea dell’umano progresso. “Quanto è vera la profezia di Paolo VI nella sua Populorum Progressio, ah! Se l’avessimo ascoltata... – ha detto Bregantini. Come profetica è stata la Pacem in terris di san Giovanni XXIII dove esaltava «il senso e l’amore della pace fondata sulla verità, sulla giustizia, sulla libertà, sull’amore». Ad aprire e chiudere il talk show nello scenario dell’auditorium della Gil (fondazione cultura) del capoluogo molisano è stato il canto in lingua africana- swahili – eseguito dai giovani del centro di accoglienza il GECO di Campobasso e Isernia. La musica non conosce barriere! Il canto o le note di un pianoforte, a volte, possono essere più forti dei fischi assordanti dei missili che precipitano o delle bombe che esplodono nelle zone di guerra.

Ultima modifica: Mar 14 Feb 2017