azzardo

  • 12 - O come 'Obiettività'. Che si fonda (spesso ma non sempre) sui numeri.

    Il mito dell’obiettività è un ideale irraggiungibile per il mondo dell’informazione? Intanto ai mass media spetta il compito di fornire un’immagine corretta, rappresentativa e quanto più possibile obiettiva di un fenomeno. E allora da dove partire per analizzare un argomento? I numeri sono sufficienti per dare una informazione corretta?

  • 3/1 - Nel 2018... liberaci dall'azzardo e dal silenzio (talvolta complice) dei media.

    Erano le 3:30 del mattino dell’otto gennaio 2017 a Ostia quando i carabinieri furono attirati dalle richieste di aiuto di un bambino di tre anni chiuso in auto al freddo con temperature sotto lo zero, a rischio ipotermia. Gli uomini dell’Arma indicarono al bambino i tasti della chiusura centralizzata per uscire dalla macchina in cui era rimasto intrappolato, al gelo. Il padre poi è stato trovato a giocare alle videolottery in una sala slot.

  • 3/1 - Nel 2018... liberaci dall'azzardo e dal silenzio (talvolta complice) dei media.

    Erano le 3:30 del mattino dell’otto gennaio 2017 a Ostia quando i carabinieri furono attirati dalle richieste di aiuto di un bambino di tre anni chiuso in auto al freddo con temperature sotto lo zero, a rischio ipotermia. Gli uomini dell’Arma indicarono al bambino i tasti della chiusura centralizzata per uscire dalla macchina in cui era rimasto intrappolato, al gelo. Il padre poi è stato trovato a giocare alle videolottery in una sala slot.

  • A Pistoia il confronto con Padula (Aiart). Uno stimolo per far incontrare 'giornalismo adulto' con 'cittadinanza adulta'.

    Da anni sono socio anche di AIART. E l’altra sera, in quel di Vignole di Quarrata, pianura pistoiese, luogo “magico” per l’impegno sociale dei cattolici (operò qui don Dario Flori, detto “Sbarra”, diffusore un secolo fa della dottrina sociale, prete che musicò “O Biancofiore, simbol d’amore”. Tanto per dirne una), sono andato volentieri ad ascoltare Massimiliano Padula. In AIART il professore ha raccolto il testimone da Luca Borgomeo e sta lavorando per “ri-posizionare” una associazione che nella sua antica sigla limitava l’oggetto alla tutela degli “ascoltatori”...

  • Azzardo: non serve uno stato 'buon samaritano'

    Bisogna puntare a cambiare le regole del “Gioco”, ha detto Papa Francesco intervenendo all’incontro di “Economia di Comunione”, nei giorni scorsi. Un gioco nel quale, secondo la recente inchiesta del periodico L’Espresso, l’Italia nel 2016 ha battuto il record dei record: ha bruciato 95 miliardi in azzardo, pari al 4,7 per cento del Pil. A fronte di questi nuovi dati, pubblicati negli ultimi giorni, torniamo ad occuoarci dell'argomento, che certo interroga anche noi giornalisti: quale rappresentazione diamo del fenomeno?

  • Forum Bambini e Mass Media - Dalla falsità alla felicità: quando la pubblicità è etica!

    “La rivoluzione, diceva Salvador Allende, non si fa per vivere più a lungo, ma per essere felici”. E alla felicità, soprattutto dei bambini e degli adolescenti, guarda il Forum Bambini e Mass Media che venerdì 4 novembre, nella sala consiliare dell’Ex Palazzo della Provincia di Bari gremita nell’occasione anche da 16 delegazioni scolastiche, ha promosso la seconda assemblea nazionale dal titolo “Una pubblicità non invasiva in una comunicazione che forma”. Per raggiungerla, la felicità, non occorre solo la corresponsabilità quotidiana delle istituzioni o delle principali agenzie educative come la famiglia e la scuola, ma anche, soprattutto, che tutti i soggetti sociali coinvolti nei processi pedagogici e formativi delle più giovani generazioni, mediante una comunicazione più rispettosa della diversità umana e delle diffuse sensibilità, assumano un linguaggio alimentato dalla verità e dalla libertà.



    Assumere questo nuovo paradigma significa, nella rivalorizzazione della cultura della relazione, mettere al centro del nostro sistema sociale la persona, non nella sua dimensione economica, ma etica. “La nostra è una rivoluzione culturale – ha dichiarato il portavoce del Forum, Enzo Quarto – perché da un lato riteniamo di dover agire sulla comunicazione perché non veicoli più la menzogna che produce consumatori inconsapevoli vittime delle logiche del mercato, ma dall’altro, con la collaborazione di medici e docenti e giornalisti e amministratori pubblici, di dover accompagnare soprattutto i bambini e gli adolescenti nel loro percorso di crescita perché siano in grado di sviluppare una propria capacità critica per interpretare correttamente i messaggi pubblicitari”.
    E della corrispondenza biunivoca che sussiste tra i comportamenti e i ragionamenti ha parlato la ricercatrice in Neuroscienze dell’Università di Bari, Maria Fara Decaro. “Il nostro cervello – ha rivelato la studiosa – ha diverse aree, ciascuna delle quali è responsabile delle nostre riflessioni e azioni. In particolare, la pubblicità stimola tre reazioni: attenzione, memorizzazione ed emozione. Lo psicologo svizzero Jean Piaget, del resto, parlava di “sviluppo cognitivo”: i bambini rispetto agli adulti non hanno sulla base degli input che ricevono la giusta criticità per interpretarli risultando, conseguentemente, più fragili e più suggestionabili”.
    Ancor più quando – come ha ricordato il presidente del Corecom Puglia, Felice Blasi – “per la presenza sempre più invasiva dei social network, i bambini e le bambine rischiano di perdere i propri punti di riferimento reali sostituendoli con altri virtuali, non trascurando come, in questa delicata e complessa fase di transizione in un mondo che cambia molto rapidamente, stia cambiando, non in meglio, anche il linguaggio che riverbera gli effetti negativi dell’affollamento pubblicitario, tra i quali anche quello del depotenziamento del principio di riconoscibilità”. Diventano, pertanto, sempre più fondamentali tutti quei progetti scolastici di sensibilizzazione e di formazione per favorire la genesi di un maturo processo di consapevolezza critica per i bambini e le bambine.
    Tanto più in un Paese – ha raccontato con una certa preoccupazione il segretario della Consulta Nazionale Antiusura, Monsignor Alberto D’Urso – “nel quale a pochissime centinaia di metri dalle scuole stanno proliferando, nell’indifferenza delle istituzioni locali e nazionali, a parte pochissime eccezioni, sale da gioco e centri scommesse che sempre più spesso ospitano fruitori sempre più giovani che tentano la fortuna. Stiamo crescendo una generazione di ludopatici devastati dall’azzardo. È gravissimo, conseguentemente, per l’importanza data al calcio dalle più giovani generazioni e per il carattere emulativo esibito dalle stesse nei confronti dei calciatori della Nazionale che la Figc sia oggi sponsorizzata da un’agenzia come Intralot”.
    L’appello ai giornalisti è chiaro: non si dia sempre e soltanto spazio ai pochi, pochissimi, che raramente vincono, trascurando i tanti, tantissimi, che quotidianamente perdono decine, se non centinaia, di migliaia di euro. Con conseguenze, sempre più spesso, proprio sull’integrità dei bambini che si trovano a vivere in famiglie distrutte da questo cancro sociale. A porre maggiore attenzione a questi adolescenti che crescono con tali esempi. Nella volontà, dopo questa giornata positiva e propositiva, di animare sempre più pragmaticamente e umanamente l’ultimo fondamentale principio della Lettera di Bari: “.. abbiamo bisogno che nel tam tam mediatico e crossmediale i bambini e gli adolescenti siano la stella polare del linguaggio che si usa, perché sono fruitori-protagonisti come gli altri (se non più degli altri) e hanno diritto a conoscere, capire, interpretare, essere educati e formati ad essere cittadini del mondo, giusti e veri”.

  • Gioco d'azzardo: fenomeno grave, per combatterlo serve anche una "alleanza con i giornalisti"

    Don Armando Zappolini, parroco di un piccolo paese della provincia di Pisa, oltre ad essere il presidente nazionale del coordinamento delle comunità di accoglienza (CNCA), da tempo è impegnato in prima linea nella battaglia (soprattutto culturale) contro il gioco d’azzardo, nelle sue molteplici forme. Con lui, che è il portavoce nazionale della campagna “Mettiamoci in gioco” (alla quale aderiscono decine di associazioni di matrice diversa) vogliamo riflettere sul ruolo negativo di certa comunicazione, anche di quella che arriva direttamente ai più giovani e ai più fragili. Basta vedere quanta pubblicità riempie le pause delle partite di calcio in tv, ogni fine settimana...

  • O come 'Obiettività'. Che si fonda (spesso ma non sempre) sui numeri.

    Il mito dell’obiettività è un ideale irraggiungibile per il mondo dell’informazione? Intanto ai mass media spetta il compito di fornire un’immagine corretta, rappresentativa e quanto più possibile obiettiva di un fenomeno. E allora da dove partire per analizzare un argomento? I numeri sono sufficienti per dare una informazione corretta?

  • Scandali e scommesse, il volto di un calcio narciso

    Dunque, ecco il nuovo scandalo: le scommesse dei calciatori. Tutti ci meravigliamo e ci strappiamo le vesti, inorriditi dalle giovani promesse del calcio che in teoria hanno tutto ciò che di materiale potrebbe servire per condurre una vita agiata e che sembrano strozzarsi con le proprie mani.

  • Usura e azzardo, i silenzi colpevoli dei media. Intervista a Sergio Rizzo

    Usura e Azzardo, due facce della stessa moneta, un connubio mortale per la tenuta economica e sociale del nostro Paese. Oltre il dieci per cento del valore della spesa delle famiglie italiane è consumata in azzardo. Significa che le famiglie rinunciano alle spese mediche, alimentari e scolastiche e si indebitano per tentare la fortuna. Il giro di affari dell’azzardo, spesso nelle mani di società italiane ma basate quasi tutte all’estero, si aggira intorno ai 100 miliardi, contro i nove miliardi che lo Stato incassa ogni anno da Azzardopoli. Le concessionarie riversano su televisioni, stampa e affini montagne di soldi, con lo Stato che favorisce un fenomeno che ha contribuito a far crescere del 32 per cento nel solo mese di settembre la raccolta dei casinò on line. Oltre un milione sono i giocatori d’azzardo patologici in Italia che spesso finiscono nella morsa dell’usura a causa dei debiti del gioco. Numeri da capogiro, snocciolati a Bari nei giorni scorsi da Sergio Rizzo, giornalista del Corriere della Sera e scrittore, relatore del convegno “Usura e Azzardo, la parola ai Media", organizzato dalla Consulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II”, sui quali però regna disattenzione e silenzio di buona parte delle testate giornalistiche italiane. Lo scrittore de “La Casta”, ha fatto in Puglia una full immersion; la mattina all’Università di Bari ha parlato a una platea di studenti e professori, il pomeriggio, a Bitonto, ha risposto alle domande di commercialisti, avvocati e giornalisti. 

    Sergio Rizzo, l’usura è un serpente che strangola famiglie e imprese e che ha uno stretto rapporto con l’azzardo, il quale non è un gioco, ma è la causa della rovina di famiglie, ragazzi e anziani, e mette anche a dura prova la tenuta sociale del Paese. Perchéla maggior parte della stampa ne parla poco?

    Penso ci sia un problema di sottovalutazione del fenomeno da parte dei mass media,  che relegano l’usura nella cronaca spicciola, trattandola alla stregua di un incidente stradale. Il problema invece è ben più complesso e insidioso, legato anche alla criminalità organizzata che ricicla tramite l’usura il denaro sporco”.

    La "cecità" dei giornalisti sul tema dell’azzardo da cosa dipende?

    “Io innanzitutto mi chiedo perché di un fenomeno così complesso e pericoloso, se ne debba occupare un prete. Mi riferisco a Mons. Alberto D’Urso, Presidente della Consulta Nazionale Antiusura, che mi ha  voluto a Bari per discutere di questi temi. E lo Stato che ruolo gioca? Di fondo c’è un doppio problema di ipocrisia. Ci sono in ballo troppi soldi perciò saltano gli ostacoli a livello mediatico, e non solo.

    La prima ipocrisia riguarda il mondo giornalistico. Quando è uscita l’intervista di Gian Antonio Stella a Damiano Tommasi, Presidente dell’Associazione Calciatori Italiani, sulla questione Intralot che sponsorizza la Nazionale, dalla quale emergeva il disappunto dei calciatori azzurri sulla sponsorizzazione della società di scommesse, quasi nessun giornale l’ha ripresa. Il motivo è semplice, non ci si vuole schierare contro società che sostengono gli editori per  centinaia di milioni di euro. La seconda riguarda la parte che “gioca” lo Stato. È stata la FIGC a cercare la Intralot per chiedere la sponsorizzazione, quindi ha giocato un ruolo attivo. Il giro d’affari, che ammonta a 100 miliardi l’anno, corrisponde a quattro manovre finanziarie. Ma potrei fare un altro esempio. Lo Stato ha pensato di ricostruire L’Aquila con le macchinette mangiasoldi. La città terremotata è il primo territorio italiano per concentrazione di slot machine. E allora i giornalisti hanno sicuramente delle responsabilità, ma lo Stato dov’è?”.

    Questo evidente conflitto di interessi dove porterà il sistema dei mass media? 

    Si tratta di un’autocensura che mina la credibilità della nostra professione e non è dasottovalutare. È una questione di responsabilità etica che la professione giornalistica deve avere come fondamento.  Penso che i fenomeni dell’Usura e dell’Azzardo debbano essere affrontati in quest'ottica.

  • Usura e azzardo: la Consulta nazionale fa rete con i settimanali cattolici della Fisc

    Passa anche attraverso l’informazione e la comunicazione la lotta all’usura, legata a filo doppio con tutto ciò che ruota intorno alla criminalità organizzata e all’azzardo. Un fenomeno tanto complesso che annienta la sfera economica, sociale e umana di molte famiglie, ma che è relegato alle “periferie” del sistema massmediale. Alla Federazione dei Settimanali Cattolici ha deciso di rivolgersi il Consiglio Direttivo della Consulta Nazionale Antiusura “Giovanni Paolo II”, riunitosi nei giorni scorsi in Puglia, a Cassano delle Murge, nell’ottica di fare sempre rete contro un fenomeno tanto dilagante quanto sommerso...