Un terzo tempo per il giornalismo. La scuola Ucsi di Assisi

È cominciata l'edizione 2023 della scuola nazionale UCSI di Assisi. Un percorso formativo rivolto ai giovani giornalisti di tutta Italia che intendono approfondire i temi più importanti di questa professione mettendo al centro concetti che richiamano etica e morale.

All'alba di un nuovo anno e al netto di un periodo tra i più nefasti della nostra storia, vedi guerre in Terra Santa e in Ucraina (e sono solo alcune di quelle sparse in tutto il Mondo ndr.) e pandemia, i giovani giornalisti UCSI si sono incontrati nella città di San Francesco per parlare di quello che potrebbe essere il futuro e di quello che è il presente di questa professione.

Tema cardine di questa edizione è quello che è stato definito dalla vice presidente UCSI Maria Luisa Sgobba, intervenuta in sede di presentazione, il "terzo tempo del giornalismo". Un tempo per dare spazio all'empaita, alla non sopraffazione di chi si ha di fronte come interlocutore, a dare sempre più spazio alla libertà di racconto nella verità.

Tra i presenti all'interno della Sala della Conciliazione del Comune di Assisi che ha ospitato la cerimonia di benvenuto anche il presidente nazionale UCSI Vincenzo Varagona moderatore di questo primo appuntamento della tre giorni in calendario; Stefania Proietti sindaco di Assisi; Beatrice Covassi europarlamentare; Padre Giuseppe Riggio consulente ecclesiastico nazionale UCSI; Mons. Luciano Paolucci Bedini vescovo di Gubbio e di Città di Castello.
In programma tra i temi all'ordine del giorno, la riforma della professione giornalistica a 60 anni dalla sua nascita, il giornalismo che non può prescindere dalla pace e da una lotta comune contro la crisi del momento e il pensiero di Don Milani.

Temi sviscerati e affrontati con volti noti della carta stampata e non solo come la direttrice del giornale "La Nazione" Agnese Pini, il giornalista di Avvenire Gigio Rancilio, Paola Spadari segretaria ordine dei giornalisti e l'ex Ministro della Sanità (legislatura 1996 - 2000 ndr.) Rosy Bindi come presidente centenario Don Milani.
In circa 3 ore di confronto e discussione di fronte ad una folta platea, è emerso l'urgente bisogno di dare voce e sostegno in maniera sempre più certosina e qualificata alla professione del giornalista, talvolta bistrattata, agli "ultimi", ma non ultimi come quel prendersi cura (I care) milaniano che risulta ai più e all'oggi desueto.

Ecco, dunque, quel terzo tempo che può essere letto come un'opportunità per chi fa questa professione e chi la "subisce" di venire fuori, uscire da quegli schemi che hanno reso negli anni questo mestiere poco sviluppato, ma di un'importanza sociale unica.

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Ultima modifica: Sab 11 Nov 2023