Opinioni

Piccoli editoriali per la condivisione e il confronto

Quando il giornalismo è davvero social / 2

Tempi, modi, processi e abitudini di giornalisti, operatori dell'informazione e della comunicazione sono stati messi a dura prova durante il periodo di emergenza sanitaria per via del Covid-19. La "chiusura" ha chiamato tutti ad affrontare questo tempo sospeso sperimentando tecniche nuove e strumenti diversi.

#Ripensiamoci, partendo da dieci domande /1

All’inizio di maggio, quando ci preparavamo alla cosiddetta fase 2 con le prime timide riaperture, ci eravamo posti dieci domande per la nostra professione di giornalisti.

In dialogo con un dodicenne sul 'ripensiamoci' / 10

Se dobbiamo andare oltre la pandemia, non dobbiamo pensare solo al coronavirus. Bisogna pensare anche a quello che facevamo prima per ritornare un po’ alla normalità, anche se non sarà uguale. Non tutte le cose fatte prima dell’isolamento sono sfumate con la pandemia”. La riflessione è di un ragazzo di 12 anni, uscita spontaneamente nell’atrio di una tenda da campeggio. Da lì è nata l’idea di un breve dialogo con un dodicenne sul “ripensiamoci”.

Ri-pensiamo-ci. Ancora una volta, in modo nuovo e con le parole giuste / 11

Lo confesso senza troppi giri di parole. La proposta di scrittura estiva, una consueta e preziosa occasione che giunge puntuale ogni anno ad inizio agosto, quest’anno mi trova un po’ senza risorse. Quasi come una macchina in riserva che procede, sì, ma con una spia fissa accesa sul cruscotto ad indicare un prossimo limite, giunto al quale, senza fare rifornimento, resterà a secco. Potrei dire semplicemente: “grazie, non scrivo”... ma tutto sommato penso che anche raccontare un’aridità sia pur sempre un modo per dare voce alla realtà. Che forse riguarda più di qualcuno in questo tempo di post-pandemia o, comunque, di ripartenza vigilata.

Il giornalismo che serve (a)i cittadini - #Ripensiamoci / 9

Un periodo difficile, un’emergenza complessa da affrontare e, purtroppo, ancora da superare: la chiusura forzata delle attività, la necessità di limitare quanto possibile incontri, contatti e spostamenti ha costretto gran parte dell’Umanità a ripensare al proprio ruolo sulla Terra, a ridimensionare quella sensazione di “invincibilità”, di “invulnerabilità” che il progresso tecnologico e scientifico hanno insinuato. La pandemia ha ricordato ad ognuno la naturale fragilità della condizione umana.