#70tv - La Chiesa vista dal basso. Perchè è difficile raccontare il Sinodo

Quando nel 2021 si è svolta la 49° Settimana Sociale dei Cattolici, le testate giornalistiche laiche l’hanno completamente ignorata. Eppure le Settimane Sociali sono luoghi di elaborazione culturale e di proposte che il mondo cattolico fa a tutta la società, non solo a quei cittadini che si sentono parte della Chiesa, e il tema era di stretta attualità (“Il Pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”). Se non c’è scandalo non c’è notizia e la Chiesa, quando pensa, fa cultura, mette sul tavolo dei dibattiti il proprio contributo... non rientra nei criteri di notiziabilità.

Più recentemente, quando nell’agosto 2023 si è svolta la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, le testate giornalistiche laiche l’hanno quasi completamente ignorata. Quasi, perché ci è andato il Papa, e quando il Papa si muove, in qualche modo l’evento si copre. Detto in soldoni, significa che il Papa fa notizia, non la fanno invece più di 1 milione di giovani che si recano in un posto per fare un’esperienza nuova. Non è interessante chiedersi che cosa cercano, che cosa pensano; tanto meno ci si chiede come faccia, la Chiesa, a smuovere così tante persone appartenenti ad una generazione inafferrabile: perché è vero che con i giovani anche la Chiesa è in crisi, ma chi altri riesce a spostarne così tanti?

Se questo è il quadro, è evidente che il cammino sinodale della Chiesa italiana non fa notizia. Può fare notizia il Sinodo dei Vescovi, perché quando si riunisce si riesce sempre a trovare un cardinale che contesta il Papa o un vescovo che dissente (da questo o da quello: c’è sempre qualche cosa da cui dissentire) e innesca la polemica. E allora c’è la notizia.

Invece il cammino sinodale fatto nelle diocesi e nelle parrocchie è un lungo e noioso processo in cui ci si riunisce, ci si confronta, ci si riunisce ancora, ci si confronta ancora, ci si riunisce ancora, ci si confronta ancora. E sì, certo, si ascoltano gli esperti, ma soprattutto si ascolta la Gente: quelli che frequentano la parrocchia e quelli che si sono stufati già da un po’, quelli che puoi incontrare al mercato e quelli che puoi incontrare a scuola, le famiglie e il personale medico. E magari anche i detenuti, o quelli che stanno nelle comunità di accoglienza, o i poveri che ogni giorno fanno la fila alla mensa della Caritas. Tutta Gente che non fa notizia e che fa cose che non fanno notizia, ma dicono come la vorrebbero, loro, la Chiesa e come è, secondo loro, questo mondo ingiusto.

E dunque di tutto questo la TV e i giornali non parlano, perché è noioso. Eppure è dal basso che iniziano i veri cambiamenti, che piano piano cominciano a vedersi: la diocesi di Torino che ha riformato la curia; quella di Palermo che sta sperimentando nuovi percorsi di iniziazione cristiana e ha “sospeso” la figura del padrino; le tante diocesi che stanno proponendo riforme degli organi di partecipazione per renderli davvero tali; le donne che assumono responsabilità fino a poco tempo fa riservate agli uomini; gli oratori che si trasformano in luoghi di riferimento per la lotta contro la povertà educativa...

Raccontare tutto questo è noioso? Forse. Ma se la televisione ci mostrasse le facce di queste persone che stanno cambiando giorno dopo giorno la nostra Chiesa e che non sono famose, che non sono potenti; se ci facesse vedere i cortili e i campetti parrocchiali, sempre un po’ da aggiustare, ma grazie al gioco e allo sport veri luoghi di incontro tra persone, fedi, culture; se ci facesse sentire le voci delle persone in difficoltà che finalmente hanno potuto prendere la parola e si sono sentite ascoltate... Tutta roba senza cardinali, senza nomi importanti, senza profili con tanti follower sui social...

Se la Rai, dopo 70 anni di vita, includesse nel suo essere servizio pubblico anche questo, forse capiremmo meglio perché più di un milione di giovani si ritrovano a Lisbona, perché i cattolici hanno qualche cosa da dire anche ai laici, perché la Chiesa sta cambiando. E forse capiremmo meglio anche qualche uscita del Papa.
La chiesa, vista da sotto in su, è molto diversa da quella vista dall’alto.

#70tv è la rubrica che vuole celebrare, attraverso alcune riflessioni di autorevoli operatori della comunicazione televisiva, i 70 anni della tv in Italia

(Foto di copertina: un incontro dei relatori dei gruppi sinodali della diocesi di Padova)

 

Ultima modifica: Lun 8 Gen 2024