C come 'Cinema', 'Comunicazione' e 'Comunità'. Anche sotto le stelle.

C come “Cinema”, come “Comunicazione” e come “Comunità”. In un mondo di comunicazione dominato dalla responsività ai messaggi, dove l’interazione sta alla base anche dell’informazione e il pubblico si confonde con i generatori dei contenuti, che il cinema sia o meno un mezzo di comunicazione è una questione piena di disaccordi. Associare il grande schermo al concetto di comunità appare quasi insensato. Ma la sfida è colta, e in parte già vinta, dalle sale della comunità.

Il secolo scorso spopolavano i cinema parrocchiali, quelle sale che facevano concorrenza agli schermi commerciali, proponendo una diversa selezione di pellicole col tentativo di tenere, anche nei momenti di svago, i parrocchiani vicino alle canoniche. I multiplex con le poltrone ultra confortevoli e l’avvolgente qualità audio e video, la televisione digitale e satellitare, lo streaming online hanno gradualmente trafitto ogni possibilità delle monosale di quartiere di svolgere la propria funzione di intrattenimento ed educativa.

Eppure, dalle ceneri dei vecchi “Cinema Paradiso” si vedono ora risorgere da nord a sud nuove e particolari realtà. Si chiamano Sale della comunità e il nome rispecchia a pieno il ruolo che rivestono. Non solo cinema, ma teatro e musica, arte ed incontri culturali tengono vivi questi locali polivalenti che tante parrocchie hanno scelto di rispolverare per reinventarne l’utilizzo. Nella sala di comunità il cinema non è il fine, ma il mezzo. Non si va in parrocchia a vedere il film in quanto tale: per quello c’è il cinema o il divano di casa. Si va a vedere il film in parrocchia perché diventa la parte di un progetto, affiancato magari da un incontro, da una discussione, da un’attività per i ragazzi o una merenda per i bambini. Nella sala di comunità ci si confronta, si socializza, si intessono nuovi rapporti e si fanno nascere idee e progetti.

Ad aiutare queste realtà a svilupparsi sono soprattutto ACEC (Associazione cattolica esercenti cinema) ed ANCCI (Associazione Nazionale Circoli Cinematografici Italiani), che con la consulenza gratuita e la messa in atto costante di progetti ed iniziative, permettono a cinema e circoli parrocchiali di offrire opportunità per fare comunità. Un piccolo esempio? Si potrebbe dire C come Chiostro: a Campi Bisenzio (Fi) i film si proiettano per tutta l’estate sotto le stelle, nel chiostro della pieve, contornati da aperitivi, musica, incontri culturali ed attività ricreative. Un modo originale per sfruttare il cinema come strumento nel consolidamento di una comunità parrocchiale.

nella foto il cinema Lux di Busca (CN), sala parrocchiale inaugurata nel 1957 e oggi ristrutturata e molto attiva

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Ultima modifica: Lun 14 Ago 2017