Non dimenticare Dafne

“Dovunque guardi ora ci sono truffatori. La situazione è disperata”.
Non era certo nota per i suoi commenti distaccati Dafne Caruana Galizia, la giornalista d'inchiesta e blogger maltese fatta a pezzi nella sua automobile da due cariche esplosive. La citazione, quasi un epitaffio, è la frase conclusiva dell'articolo di apertura del suo blog Running Commentary. Forse l'ultimo scritto da Dafne.

Lo spettro delle inchieste e delle accuse rivolte da Dafne è talmente ampio da rendere impossibile, a chi non conosce a fondo la situazione, avanzare ipotesi sulle responsabilità della sua morte. Nei suoi circostanziati sospetti i politici maltesi di maggioranza e quelli di opposizione sono accomunati alla criminalità comune e a quella organizzata, con particolare attenzione alle vicine ramificazioni siciliane e italiane. Del resto, se nelle recenti strategie mafiose italiche le bombe sono (temporaneamente?) dimenticate, non è detto che non si possano utilizzare altrove, dove forse danno meno nell'occhio.

Chi ha conosciuto bene Dafne è Paolo Borrometi, un giornalista del ragusano che vive sotto scorta per le minacce mafiose ricevute. Avevano avvertito la similitudine tra i due ambienti di lavoro.
Mi invitava ad andare avanti e a non arrendermi – dice ora Paolo – mi faceva capire che avevamo le stesse difficoltà, le minacce che subivamo erano simili e che fosse necessario andare avanti perché i nostri paesi hanno bisogno della libertà, del giornalismo libero”.

Stupisce scoprire che Malta, isola/stato che gli inglesi sembra abbiano abbandonato nel mezzo del Mediterraneo, sia diventata crocevia di traffici inenarrabili. Mentre il premier maltese Muscat interveniva in Parlamento sull'attentato (e il figlio di Dafne, anche lui giornalista, lo definiva clown accusandolo di aver demonizzato la madre per un decennio) un sergente di polizia scriveva su Facebook “ognuno ha quello che merita, letame di vacca”. Questo il clima.
Del resto, la politica maltese nulla fa per tener lontana la criminalità finanziaria, quella dei patrimoni riciclati, del traffico di droga e delle tassazioni compiacenti. Ora anche l'Unione Europea comincia a rendersene conto, sia pure timidamente, e non mancano le inchieste delle Fiamme Gialle sulle truffe in salsa maltese.

nel riquadro: il titolo del Financial Times dopo l'assassinio di Dafne

Questo ambiente è stato il campo di lavoro di Dafne Caruana Galizia, giornalista coraggiosa. Questo la ha portata a esprimere la sua disperazione, poco prima di essere uccisa.
Ora la sua disperazione deve essere anche la nostra: non dobbiamo dimenticarla, dobbiamo pretendere che sia fatta giustizia.

Il 23 ottobre, in occasione della giornata mondiale contro l'impunità per le violenze contro i giornalisti,  ci sarà un sit in davanti all'ambasciata di Malta, a Roma, a partire dalle 10. L'iniziativa è promossa da Articolo 21, Amnesty International e altre associazioni, e vi aderiscono anche la FNSI e l'Ucsi. 

In queste ore anche Papa Francesco ha espresso cordoglio per la tragedia e vicinanza al popolo maltese in questo difficile momento.

Ultima modifica: Ven 20 Ott 2017